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Come ottenere energia elettrica a basso costo con le comunità energetiche

L’energia elettrica a basso costo ti sembra un miraggio? Scopri come ottenerla con le comunità energetiche

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L’ energia elettrica a basso costo è un desiderio sempre più diffuso tra le famiglie e le aziende, ma raggiungere questo obiettivo può sembrare complesso. Per fortuna però abbiamo una bella notizia per te dal momento che esiste una soluzione che sta conquistando sempre più aderenti: le comunità energetiche.

Le comunità energetiche sono gruppi di persone o di aziende che decidono di unirsi per produrre e condividere energia elettrica a basso costo. Per farlo utilizzano tecnologie come il fotovoltaico o altre fonti di energia rinnovabile. Questo modello offre diversi vantaggi, tra cui l’autonomia energetica, la riduzione dei costi in bolletta e la riduzione delle emissioni di CO2.

In questo articolo, ti guideremo nella comprensione di cosa siano le comunità energetiche e come possano aiutarti a raggiungere l’obiettivo di avere energia elettrica a basso costo. Ti mostreremo come funzionano, quali sono i loro vantaggi e svantaggi, e come calcolare i risparmi che puoi ottenere aderendo a una di esse. Infine, ti forniremo tutti i passi da seguire per avviare una comunità energetica nella tua zona.

Continua a leggere per non perdere l’opportunità di diventare indipendente dalle fonti di energia tradizionali e di risparmiare sulle tue bollette!

Cosa è e come funziona una comunità energetica rinnovabile

Un modo sempre più popolare per ottenere energia elettrica a basso costo è tramite le comunità energetiche rinnovabili. Una comunità energetica è un gruppo di persone che si uniscono per produrre e condividere energia pulita e rinnovabile. Questo è possibile grazie all’installazione di impianti solari fotovoltaici o eolici, che producono elettricità che viene poi condivisa tra i membri della comunità.

Le comunità energetiche sono una soluzione eccellente per coloro che desiderano produrre la propria energia elettrica a basso costo e allo stesso tempo aiutare l’ambiente. Questo perché riducono l’impatto negativo sull’ecologia e diminuiscono l’utilizzo di fonti di energia non rinnovabili. Inoltre, le comunità energetiche possono essere un’alternativa più conveniente per le famiglie rispetto all’acquisto di impianti fotovoltaici individuali, poiché i costi di installazione e manutenzione sono divisi tra tutti i membri.

Per creare una comunità energetica, è necessario organizzare un gruppo di persone interessate e trovare un luogo adatto per l’installazione del o degli impianti fotovoltaici. Più la comunità sarà formata da produttori di energia, i possessori degli impianti, più i vantaggi saranno maggiori per i loro membri.

Le comunità energetiche rinnovabili sono una soluzione sempre più popolare per ottenere energia elettrica a basso costo e allo stesso tempo aiutare l’ambiente. Con la giusta pianificazione e organizzazione, le comunità energetiche possono essere un’opzione conveniente e sostenibile per molte famiglie.

Perché le comunità energetiche permettono di produrre energia elettrica a basso costo?

Ecco i motivi per cui le comunità energetiche permettono di produrre energia elettrica a basso costo:

  1. Sfruttamento delle fonti rinnovabili. le comunità energetiche utilizzano fonti di energia pulite, come il sole o il vento, per produrre energia elettrica. Condividendo l’energia prodotta in questo modo possono ridurre la quantità di energia prelevata dalla rete e pertanto le bollette dell’elettricità. Inoltre dato che per la produizione di energia vengono utilizzate fonti rinnovabili il costo dell’energia sarà comunque più basso;
  2. Condivisione delle attrezzature. le comunità energetiche condividono le attrezzature necessarie per la produzione di energia, come pannelli solari e turbine eoliche. Questo significa che i costi per l’acquisto di questi strumenti sono divisi tra tutti i membri della comunità, rendendo più conveniente produrre energia elettrica a basso costo.
  3. Eliminazione dei costi intermedi. le comunità energetiche non devono pagare intermediari per la vendita di energia, il che significa che i costi sono minimi e l’energia elettrica può essere venduta a prezzi molto più bassi rispetto a quelli di mercato.
  4. Abbattimento dei costi di trasporto dell’energia. I membri di una comunità energetica solitamente non si trovano a molta distanza l’uno dall’altro. Ergo l’energia che viene condivisa all’interno della comunità non viaggerà all’interno della rete elettrica nazionale pertanto non potrà essere caricata dei costi di distribuzione.

I vantaggi del far parte di una comunità energetica se possiedo un impianto fotovoltaico

L’installazione di un impianto fotovoltaico in casa propria è un passo importante per produrre energia elettrica pulita e a basso costo. Tuttavia i vantaggi possono essere ancora maggiori se si decide di far parte di una comunità energetica come prosumer (ne parliamo anche qui)

Se si possiede un impianto fotovoltaico, far parte di una comunità energetica comporta numerosi vantaggi, tra i quali:

  1. Maggiore efficienza nell’utilizzo dell’energia prodotta: le comunità energetiche permettono di sfruttare al meglio l’energia prodotta dall’impianto fotovoltaico, utilizzandola per soddisfare i propri fabbisogni e condividendola con gli altri membri della comunità.
  2. Riduzione dei costi di produzione dell’energia: le comunità energetiche permettono di condividere le spese per l’installazione e la manutenzione degli impianti fotovoltaici, riducendo i costi di produzione dell’energia elettrica.
  3. Sfruttamento dei surplus di energia: le comunità energetiche permettono di sfruttare i surplus di energia prodotta dall’impianto fotovoltaico, vendendoli a un prezzo concordato con gli altri membri della comunità.
  4. Supporto tecnico: le comunità energetiche possono fornire un supporto tecnico ai propri membri, aiutandoli nella scelta e nell’installazione degli impianti fotovoltaici e nella manutenzione degli stessi.
  5. Sensibilizzazione sull’utilizzo dell’energia rinnovabile: le comunità energetiche promuovono la sensibilizzazione sull’utilizzo dell’energia rinnovabile, aiutando a ridurre l’impatto ambientale e a promuovere uno stile di vita più sostenibile.

I vantaggi del far parte di una comunità energetica se non possiedo un impianto fotovoltaico

Se non possiedi un impianto fotovoltaico ma vorresti comunque godere dei vantaggi dell’energia elettrica a basso costo, partecipare a una comunità energetica può essere la soluzione ideale. Anche se non possiedi un impianto fotovoltaico, partecipando a una comunità energetica in qualità di consumer, puoi godere dei seguenti vantaggi.

  1. Riduzione dei costi dell’energia elettrica. Quando il gruppo condivide la produzione di energia rinnovabile, ogni membro può pagare una quota inferiore rispetto a quella che pagherebbe se dovesse acquistare energia elettrica dalla rete. Ciò significa che, anche se non possiedi un impianto fotovoltaico, puoi comunque beneficiare i vantaggi di una bolletta più bassa.
  2. Contribuire a promuovere lo sviluppo sostenibile e l’uso consapevole delle risorse naturali. Partecipare a una comunità energetica significa contribuire a un futuro più verde e sostenibile, riducendo la dipendenza dalle fonti energetiche non rinnovabili.
  3. Le comunità energetiche incoraggiano la creazione di reti sociali. Partecipare a una comunità energetica significa entrare in contatto con altre persone che condividono gli stessi valori e interessi, creando una rete di supporto e scambio di conoscenza.
  4. Ottenere un’energia elettrica più stabile e affidabile. Poiché la produzione di energia avviene in modo decentralizzato, la comunità è meno esposta a interruzioni della fornitura di energia rispetto a una casa singola che dipende dalla rete.

Le tariffe incentivanti ed altre agevolazioni

Con il decreto del 16 settembre 2020 vengono individuate le tariffe incentivanti per l’energia prodotta da impianti a fonti rinnovabili come quelli fotovoltaici che fanno parte di una C.E.R. Le abbiamo riportate qui di seguito:

  • I membri che producono energia elettrica prodotta a basso costo tramite un impianto fotovoltaico, e che fanno parte di una comunità energetica, hanno diritto per 20 anni ad una tariffa premio di 100 €/MWh o di 110 €/MWh. A questo si vanno a sommare il bonus per il ritiro dedicato (RID) su tutta l’energia immessa in rete, pari a circa 0,05 €/kWh e la restituzione dei costi di trasmissione e degli oneri non goduti, indicativamente di 0,01€/kWh. Sommando tutti i benefici possiamo arrivare ad avere fino ad uno sconto di 0,16 € per KW.
  • Coloro che invece non possiedono un impianto fotovoltaico ma che fanno parte di una Comunità energetica invece hanno diritto ad una tariffa premio di 100 €/MWh o di 110 €/MWh.

Ovviamente, esistono degli incentivi fiscali per l’installazione di impianti fotovoltaici o da fonti rinnovabili che possono sommarsi alle tariffe incentivanti riportate qui sopra. Tra questi figura senza dubbio quello del Superbonus 110%, o gli Ecobonus 50% che permettono di ridurre notevolmente la spesa per l’investimento da sostenere. Consulta questo articolo per scoprire di più in merito!

Vuoi saperne di più sulle comunità energetiche e come possono aiutarti a risparmiare sulla bolletta dell’energia elettrica? Compila il modulo contatti con i tuoi dati e ti risponderemo il prima possibile.

Come ottenere l’autonomia energetica: guida pratica per la tua casa

Cosa è l’autonomia energetica? Come posso rendere la mia abitazione indipendente da un punto di vista energetico?

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L’autonomia energetica è un obiettivo sempre più importante per molte famiglie e proprietari di case ma anche per gli. Con l’aumento dei costi dell’energia e la consapevolezza dell’impatto ambientale dei consumi energetici, molte persone stanno cercando modi per diventare più indipendenti dalle fonti di energia tradizionali e generare la propria energia. In questa guida pratica, ti mostreremo come ottenere l’autonomia energetica per la tua casa, passo dopo passo.

Innanzitutto approfondiremo meglio il concetto di autonomia energetica, o indipendenza energetica (di cui parliamo anche qui), che dir si voglia. Dopodiché procederemo con un’analisi dei tuoi consumi energetici attuali, che ti aiuterà a capire quanta energia devi generare per diventare completamente autonomo. Successivamente, esamineremo come i pannelli solari e le batterie di accumulo possono darti una concreta mano ad ottenere la tua indipendenza dalla rete elettrica nazionale. Infine ti spiegheremo come ottenere ancora più vantaggi partecipando ad una comunità energetica rinnovabile.

In definitiva, ottenere l’autonomia energetica per la tua casa è un passo importante verso un futuro più sostenibile, anche da un punto di vista economico. Con questa guida, avrai tutto ciò che ti serve per ottenere l’autonomia energetica per la tua casa e diventare più indipendente dalle fonti di energia tradizionali.

Se vuoi diventare parte della soluzione per un futuro più verde non ti resta altro che continuare a leggere!

Come posso rendere la mia abitazione indipendente da un punto di vista energetico?

Come posso rendere la mia abitazione indipendente da un punto di vista energetico?

Cosa è e cosa si intende per autonomia energetica? perché è importante?

L’autonomia energetica si riferisce alla capacità di una persona o di una comunità di produrre una quantità di energia, elettrica o termica, in grado di soddisfare i propri bisogni energetici. Il tutto senza dipendere da fonti esterne. L’obiettivo dell’autonomia energetica è infatti quello di ridurre la dipendenza dalle fonti di energia non rinnovabili, come il petrolio e il gas, e aumentare l’utilizzo di fonti di energia pulita e rinnovabile, come l’energia solare, eolica e idroelettrica.

L’indipendenza energetica è importante per diversi motivi. In primo luogo, riduce l’impatto ambientale dei consumi energetici, poiché le fonti rinnovabili non emettono gas serra o altre sostanze dannose per l’ambiente. Inoltre, l’autonomia energetica aiuta a prevenire interruzioni nella fornitura di energia e aumenta la resilienza a eventuali crisi energetiche o naturali.

Infine, più si è autonomi da un punto di vista energetico, più i costi dell’energia a pagamento si ridurranno. Questo perché essendo in grado di prodursi da soli l’energia necessaria al proprio fabbisogno, la domanda di energia a pagamento calerà e pertanto caleranno anche i suoi prezzi. Tale ragionamento può essere replicato anche in termini più ampli rinvolgendolo a contesti nazionali. Una nazione indipendente da un punto di vista energetico sarà anche più sicura e meno in balia di speculazioni, come sta avvenendo adesso con i paesi Europei anche a causa della guerra tra Russia e Ucraina.

In sintesi, l’autonomia energetica è importante perché contribuisce a un futuro più sostenibile e indipendente dalle fonti di energia tradizionali.

Analisi dei consumi della tua abitazione

L’analisi dei consumi di elettricità della tua abitazione è uno dei primi passi per capire come ottenere l’autonomia energetica. Conoscere i propri consumi energetici aiuta a identificare le opportunità per migliorare l’efficienza energetica e quindi ridurre i costi delle bollette.

Per condurre un’analisi dei consumi energetici, è possibile utilizzare un misuratore di consumo elettrico o un servizio di monitoraggio dell’energia fornito dalla propria compagnia elettrica. Questi strumenti possono mostrare il consumo energetico ora per ora e fornire informazioni dettagliate sulle abitudini di consumo dell’energia della tua abitazione. In ogni caso, il consumo annuale o mensile di elettricità può essere ricavato anche dalle semplici bollette.

Inoltre, è possibile anche verificare anche l’efficienza energetica degli elettrodomestici e degli apparecchi elettrici, come lampadine, televisori e computer. Il nostro consiglio in questo caso è quello di sostituire quelli obsoleti con modelli più efficienti. Tra le altre cose, ti consigliamo di acquistare elettrodomestici programmabili, o dispositivi smart che li rendano tali, in modo da farli entrare in funzione nelle fasce orarie in cui il costo dell’elettricità è inferiore.

L’analisi dei consumi elettrici della propria abitazione è quindi fondamentale per capire quanta energia dovresti produrre per evitare di prelevarne dalla rete elettrica nazionale. Inoltre, ti permetterà anche di capire quali sono i consumi che potresti limitare in modo da migliorare l’efficienza energetica della tua abitazione.

Il fotovoltaico è la scelta migliore se vuoi ottenere l’autonomia energetica per la tua abitazione

Il fotovoltaico è una delle tecnologie più efficaci per ottenere l’autonomia energetica per la propria abitazione. Installare un sistema fotovoltaico significa utilizzare l’energia del sole per produrre la propria elettricità e ridurre la dipendenza dalle fonti energetiche esterne. Questo non solo ridurrà i costi dell’energia, ma contribuirà anche a ridurre l’impatto ambientale.

Per ottenere il massimo dal proprio sistema fotovoltaico, è importante scegliere un sistema di buona qualità e dimensionato in modo adeguato alle esigenze energetiche della propria abitazione. Un sistema fotovoltaico efficiente e ben dimensionato produrrà più energia di quanto effettivamente consumato, permettendo di immagazzinare l’energia in eccesso in batterie di accumulo.

Le batterie di accumulo sono dispositivi che immagazzinano l’energia elettrica prodotta dal sistema fotovoltaico per utilizzarla in un momento successivo. Questo significa che l’energia prodotta durante il giorno può essere utilizzata di notte o in momenti in cui la produzione di energia del sistema fotovoltaico è inferiore alla domanda.

In sintesi, effettuare un’analisi dei consumi di elettricità della tua abitazione in maniera corretta ti permetterà di ottenere delle preziose informazioni nella scelta e nel dimensionamento del tuo impianto fotovoltaico. Presupponendo che non ci siano problemi in termini di superficie disponibile dove installarlo, potresti dimensionare il tuo impianto in modo che possa produrre un quantità dio energia più vicina possibile ai tuoi consumi annuali. In questo modo riuscirai ad ottenere un ottimo livello di autonomia energetica, specie se deciderai di ricorrere anche ai sistemi di accumulo dell’energia.

Ottierni ancora più autonomia energetica con fotovoltaico e comunità energetiche

Ottenere l’autonomia energetica per la propria abitazione è un obiettivo che può essere ancora più raggiungibile grazie alla creazione di comunità energetiche. Una comunità energetica è un gruppo di persone che decidono di collaborare per produrre e utilizzare energia rinnovabile.

Le comunità energetiche possono essere costituite da un gruppo di vicini che decidono di installare sistemi fotovoltaici e di condividere l’energia prodotta. In questo modo, ogni membro della comunità può godere dei vantaggi dell’energia rinnovabile senza dover investire in un sistema fotovoltaico di grandi dimensioni. Un fattore da non sottovalutare visto che non tutti hanno dei tetti abbastanza grandi da permettere l’installazione di impianti fotovoltaici.

Inoltre, le comunità energetiche possono condividere le batterie di accumulo, permettendo ai membri di utilizzare l’energia immagazzinata in momenti in cui la produzione di energia del proprio sistema fotovoltaico è inferiore alla domanda. Questo significa che i membri della comunità avranno sempre accesso all’energia di cui hanno bisogno, anche in momenti in cui la produzione di energia del sistema fotovoltaico è inferiore alla domanda.

In sintesi, ottenere l’autonomia energetica per la propria abitazione con l’aiuto di fotovoltaico e comunità energetiche è un’ottima soluzione per chi desidera ridurre i costi dell’energia e l’impatto ambientale.

Analisi dei costi e dei risparmi con e senza fotovoltaico e comunità energetiche

Per decidere se installare un sistema fotovoltaico e aderire a una comunità energetica è la scelta giusta per ottenere l’autonomia energetica della propria abitazione, è importante valutare i costi e i risparmi a lungo termine.

Senza un sistema fotovoltaico e una comunità energetica, i costi per l’energia elettrica continueranno ad essere quelli previsti dalla tariffa del fornitore di energia elettrica scelto. Questi costi potrebbero essere elevati, specialmente se si considera il recente aumento dei prezzi dell’energia elettrica.

Con l’installazione di un sistema fotovoltaico e l’adesione a una comunità energetica, i costi per l’energia elettrica possono essere significativamente ridotti. Il sistema fotovoltaico produrrà energia elettrica in modo autonomo, permettendo di ridurre o addirittura eliminare la dipendenza dai fornitori di energia elettrica. Inoltre, grazie alla condivisione dell’energia prodotta dai membri della comunità, sarà possibile ridurre ulteriormente la quantità di energia prelevata a pagamento. C’è anche da tenere in considerazione che comunque, l’energia prelevata dalla rete sarà sottoposta a delle tariffe incentivanti e pertanto costerà sicuramente di meno rispetto a quella prelevata da chi non fa parte di una C.E.R.

È importante tenere presente che l‘installazione di un sistema fotovoltaico comporta un investimento iniziale, ma i risparmi a lungo termine sono significativi. I costi dell’energia elettrica saranno ridotti e, con il tempo, l’investimento iniziale sarà recuperato. Risparmi che si sommeranno agli incentivi previsti per le comunità energetiche e che quindi possono rendere l’investimento ancora più conveniente.

 

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Qual è il ruolo delle comunità energetiche nel percorso verso l’indipendenza energetica?

Come le comunità energetiche stanno contribuendo alla transizione verso fonti di energia sostenibile e all’indipendenza energetica

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Le comunità energetiche sono un’opportunità per i cittadini di diventare attori attivi nella produzione e nella gestione dell’energia. Queste comunità promuovono un’economia più sostenibile, più resiliente e più democratica, contribuendo a raggiungere un maggiore livello di indipendenza energetica.

Per indipendenza energetica ci riferiamo alla capacità di un paese, di una regione o di un individuo, di produrre la propria energia senza dipendere dalle fonti esterne. Questa indipendenza può essere ottenuta producendo energia attraverso una combinazione di fonti di energia rinnovabile, e tradizionali, come il carbone e il gas.

Tuttavia, nel contesto delle comunità energetiche, raggiungere l’obiettivo dell’indipendenza energetica significa ridurre la dipendenza dalle fonti energetiche tradizionali ed altamente inquinanti. Solo in questo modo è possibile promuovere un futuro più sostenibile e a basso contenuto di carbonio grazie all’energia prodotta da impianti con fonti rinnovabili. L’aggettivo “rinnovabili” dopo la parola comunità energetica sta infatti ad indicare che l’energia prodotta e condivisa al loro interno è ottenuta da impianti F.E.R..

L’obiettivo di questo articolo è esplorare il ruolo delle comunità energetiche in questo percorso e discutere come possono contribuire a un futuro più sostenibile e indipendente dalle fonti di energia tradizionali.

Cos’è una comunità energetica e come funziona.

Una comunità energetica è un gruppo di persone che collaborano per produrre, distribuire e gestire la propria energia. Queste comunità solitamente sono composte da soggetti privati o imprese di una zona specifica, come un quartiere o un villaggio. Costoro lavorano insieme per creare un sistema energetico sostenibile e locale.

Le comunità energetiche possono funzionare in molti modi diversi. Tuttavia possiamo affermare che in generale si basano sulla produzione di energia rinnovabile, come l’energia solare o eolica, e la distribuzione di questa energia attraverso una rete locale. I membri della comunità possono investire in queste fonti di energia e condividere i costi così come di fatto condividono i vantaggi come quelli economici derivanti da una maggiore indipendenza energetica. Puoi leggere questo articolo per capire quali sono i vantaggi di un prosumer e quest’altro per capire quali sono i vantaggi di un consumer.

In molte comunità energetiche, i membri possono anche avere la possibilità di controllare il modo in cui viene utilizzata l’energia. Ad esempio stabilendo le priorità per l’utilizzo dell’energia prodotta localmente o decidere come gestire eventuali surplus di energia.

L’obiettivo finale delle comunità energetiche è creare un sistema energetico più sostenibile, democratico e resiliente, che offra vantaggi economici e ambientali ai suoi membri. In altre parole, le comunità energetiche sono uno strumento attraverso il quale è possibile promuovere l’indipendenza energetica.

I vantaggi delle comunità energetiche

I vantaggi delle comunità energetiche sono molteplici e includono:

  1. Risparmi economici. Producendo la propria energia, le comunità energetiche possono ridurre i costi dell’energia e migliorare l’efficienza e quindi l’indipendenza energetica dei loro membri. Inoltre, poiché l’energia viene prodotta e distribuita localmente, i membri della comunità possono evitare le perdite che si verificano durante la trasmissione di energia su lunghe distanze.
  2. Riduzione delle emissioni di carbonio. Le comunità energetiche sono spesso basate su fonti di energia rinnovabile, come l’energia solare o eolica, che non producono emissioni di carbonio. Questo significa che le comunità energetiche possono contribuire a ridurre le emissioni di gas serra e a mitigare i cambiamenti climatici.
  3. Maggiore partecipazione dei cittadini. Le comunità energetiche incoraggiano la partecipazione attiva dei cittadini nella produzione e nella gestione dell’energia. Ciò significa che i membri della comunità hanno maggiore controllo sulle scelte energetiche e sulla direzione delle loro comunità. Questo può anche creare un senso di comunità e di proprietà condivisa.
  4. Indipendenza energetica. Le comunità energetiche possono aumentare la resilienza energetica a livello locale, fornendo una fonte di energia affidabile e sostenibile in caso di interruzioni delle forniture energetiche tradizionali.

In sintesi, le comunità energetiche sono un modo per le persone di diventare attori attivi nella produzione e nella gestione dell’energia. Inoltre permettono di ottenere vantaggi economici, ambientali e sociali dalla loro partecipazione.

Come le comunità energetiche possono supportare la transizione verso un sistema energetico più sostenibile.

Le comunità energetiche sono un elemento importante nella transizione verso un sistema energetico più sostenibile in quanto possono supportare la transizione in diversi modi:

  1. Promozione dell’energia rinnovabile. Le comunità energetiche sono spesso basate su fonti di energia rinnovabile, come l’energia solare o eolica, che sono pulite e sostenibili. La produzione di energia rinnovabile a livello locale può contribuire a ridurre la dipendenza dalle fonti di energia non rinnovabili e a ridurre le emissioni di gas serra. In altre parole contribuiscono ad aumentare il livello di indipendenza energetica.
  2. Decentralizzazione della produzione energetica. Le comunità energetiche decentralizzano la produzione energetica, rendendola più vicina alle fonti di consumo. Ciò significa che l’energia viene prodotta e utilizzata localmente, riducendo la necessità di trasmettere l’energia su lunghe distanze e riducendo le perdite di energia.
  3. Partecipazione dei cittadini.: Le comunità energetiche incoraggiano la partecipazione attiva dei cittadini nella produzione e nella gestione dell’energia. Ciò significa che i membri della comunità hanno un maggiore controllo sulle scelte energetiche e sulla direzione delle loro comunità. Questo può anche creare un senso di comunità e di proprietà condivisa.
  4. Sviluppo di soluzioni innovative. Le comunità energetiche possono essere un terreno fertile per lo sviluppo di soluzioni innovative e sostenibili per la produzione e l’utilizzo dell’energia. Ad esempio, le comunità energetiche possono sperimentare con tecnologie innovative, come l’energia da fonti ibride o la gestione intelligente dell’energia, e diffondere queste soluzioni a livello più ampio.
  5. Creazione di economie locali. Le comunità energetiche possono contribuire a creare economie locali, promuovendo l’occupazione e la crescita economica a livello locale. Ad esempio, la produzione di energia rinnovabile a livello locale può creare opportunità di lavoro nell’installazione, nella manutenzione e nella gestione delle fonti di energia rinnovabile.

Gli ostacoli e le sfide che le comunità energetiche devono affrontare per diventare una realtà diffusa.

Nonostante i molti vantaggi delle comunità energetiche, ci sono anche alcune sfide e ostacoli che devono essere superati per diventare una realtà diffusa:

  • Investimenti iniziali elevati. La costruzione e l’installazione di impianti di produzione energetica a livello comunitario possono richiedere investimenti iniziali significativi, che possono essere un ostacolo per le comunità che cercano di costruire una comunità energetica.
  • Regolamentazione e politiche. La regolamentazione e le politiche energetiche a livello nazionale e locale possono rappresentare un ostacolo per lo sviluppo delle comunità energetiche. Nella situazione attuale, sarebbe più corretto mancare di incompletezza delle normative dato che sono oramai due anni che stiamo attendendo i decreti attuativi delle C.E.R.
  • Integrazione nel sistema energetico nazionale. Le comunità energetiche devono essere integrate nel sistema energetico nazionale per essere effettive. Ciò significa che devono essere in grado di vendere o scambiare energia con il sistema energetico nazionale, e di utilizzare le infrastrutture esistenti per la trasmissione e la distribuzione dell’energia.
  • Finanziamento. Trovare finanziamenti per lo sviluppo delle comunità energetiche può essere una sfida, soprattutto per le comunità più piccole o meno sviluppate.
  • Adozione. L’adozione delle comunità energetiche da parte dei cittadini e delle imprese può essere una sfida, soprattutto se le comunità sono poco informate sui loro vantaggi o se ci sono preoccupazioni sulla sicurezza e la affidabilità dell’energia prodotta a livello comunitario.
  • Manutenzione e gestione. La manutenzione e la gestione a lungo termine dei sistemi di produzione energetica a livello comunitario possono essere una sfida, in particolare se le comunità sono piccole o hanno risorse limitate.

In sintesi, per diventare una realtà diffusa e per favorire in maniera efficace una maggiore indipendenza energetica, le comunità energetiche devono superare una serie di sfide e ostacoli, tra cui investimenti iniziali elevati, regolamentazione e politiche poco favorevoli, integrazione nel sistema energetico nazionale, finanziamento, adozione e manutenzione e gestione a lungo termine.

Qual’è il ruolo delle istituzioni e dei governi nella promozione e nell’adozione delle comunità energetiche per una maggiore indipendenza energetica?

Il ruolo delle istituzioni e dei governi nella promozione e nell’adozione delle comunità energetiche è fondamentale. Ecco alcuni dei modi in cui le istituzioni e i governi possono supportare lo sviluppo delle comunità energetiche:

  • Regolamentazione e politiche favorevoli. Le istituzioni e i governi possono promuovere le comunità energetiche attraverso la creazione di regolamentazioni e politiche che ne favoriscano lo sviluppo. Questo può includere incentivi fiscali per gli investimenti nelle comunità energetiche, leggi che ne supportino lo sviluppo e la diffusione, e regole che ne facilitino l’integrazione nel sistema energetico nazionale.
  • Finanziamento e sostegno. Le istituzioni e i governi possono fornire finanziamenti e sostegno alle comunità energetiche attraverso programmi di finanziamento per lo sviluppo delle tecnologie rinnovabili, e programmi di supporto per la creazione di nuove comunità energetiche.
  • Educazione e sensibilizzazione. Le istituzioni e i governi possono svolgere un ruolo importante nell’educare la popolazione sui vantaggi delle comunità energetiche e nell’aumentare la consapevolezza della necessità di una transizione verso fonti di energia sostenibili in modo da aumentare l’indipendenza energetica.
  • Sviluppo di infrastrutture. Le istituzioni e i governi possono supportare lo sviluppo di infrastrutture, come reti di trasmissione e distribuzione dell’energia, che sono necessarie per il funzionamento delle comunità energetiche.

In sintesi, le istituzioni e i governi hanno un ruolo chiave nella promozione e nell’adozione delle comunità energetiche, attraverso la creazione di regolamentazioni e politiche favorevoli, il finanziamento e il sostegno, l’educazione e la sensibilizzazione della popolazione, e lo sviluppo di infrastrutture necessarie.

Vuoi essere sempre informato su come le comunità energetiche stanno cambiando il nostro modo di produzione e consumare energia? Allora compila il modulo contatti che trovi in questa pagina con i tuoi dati!

Come affrontare la povertà energetica: le comunità energetiche sono soluzioni efficaci per un futuro sostenibile

Le comunità energetiche sono una soluzione concreta per contrastare il caro bollette, l’emergenza climatica e la povertà energetica. Scopriamo insieme perché

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Una delle strategie più efficaci per contrastare la povertà energetica potrebbe essere proprio quella di puntare sulle comunità energetiche rinnovabili. Una scelta che porterebbe anche degli enormi vantaggi dal punto di vista della lotta al caro bollette ed ai cambiamenti climatici che purtroppo sono sempre più sotto gli occhi di tutti.

Questo è quanto emerge dal report “Le comunità energetiche contro la crisi. Empatia, tecnologie e territori per un’economia a misura d’uomo“. Un rapporto che, capita proprio a fagiolo, visto che la diffusione delle C.E.R. è in aumento anche in Italia. A testimoniarlo sono i sempre più frequenti annunci da parte del MASE dell’arrivo del Decreto Comunità Energetiche oltre che il numero delle ricerche su questo tema su Google che sono quadruplicate nell’ultimo anno.

Insomma, è sempre più evidente che le comunità energetiche rappresentano una componente essenziale per una transizione energetica di successo. Inoltre contemporaneamente possono dare un grosso contributo alla lotta alla povertà energetica, una situazione che affligge molte famiglie. Le C.E.R., inoltre, promuovono la ricostruzione delle relazioni sociali. Soprattutto dopo la pandemia, che ha lasciato un forte bisogno di ricostruire una dimensione sociale e di trovare soluzioni ai problemi energetici e ambientali.

La povertà energetica

La povertà energetica è la mancanza di accesso sicuro, affidabile e sufficiente a forme di energia necessarie per soddisfare le esigenze di base, come la luce, il riscaldamento e la cottura del cibo. Questo può influire negativamente sulla salute, l’educazione e il benessere della popolazione interessata.

Le cause della povertà energetica sono molteplici e possono includere:

  1. Bassi redditi: molte persone che vivono in povertà non possono permettersi di pagare le bollette energetiche e di acquistare apparecchiature efficienti dal punto di vista energetico.
  2. Costi elevati dell’energia: i prezzi dell’energia possono essere troppo alti per le famiglie a basso reddito.
  3. Insufficiente accesso all’energia: molte aree rurali o svantaggiate possono non avere accesso all’energia elettrica o a fonti di energia pulita.
  4. Tecnologie inadeguate: le vecchie tecnologie utilizzate per la produzione e la distribuzione di energia possono essere inefficienti e costose.
  5. Disuguaglianze sociali: le disuguaglianze sociali possono portare a gruppi vulnerabili, come gli anziani e i disabili, ad essere più colpiti dalla povertà energetica.
  6. Cambiamenti climatici: i cambiamenti climatici possono rendere più difficile e costoso produrre e distribuire energia, aggravando la povertà energetica in alcune aree.

E’ quindi evidente come questi ultimi tre anni, tra pandemia, guerra tra Russia ed Ucraina, speculazioni, abbiano contribuito al dilagare del fenomeno.

Cosa dice il report in poche parole?

Il report analizza il livello di conoscenza e diffusione delle comunità energetiche nel Paese, nelle imprese, nel mondo ecclesiale e nella società civile. Ad emergere è il fatto che tutti e tre i target abbiano un ottimo livello di conoscenza delle comunità energetiche, soprattutto il mondo delle diocesi.

Per realizzare il report sono state realizzate 200 interviste a imprese di piccole e medie dimensioni, raccogliendo le opinioni degli imprenditori o di figure con potere decisionale. Sono infatti queste le figure che hanno piena visibilità sulle strategie aziendali in materia di approvvigionamento energetico.

Il report non ha solo evidenziato come le opinioni dei campioni raccolti concordino sul fatto che le comunità energetiche siano un strumento efficace nella lotta alla povertà energetica ma punta ad essere uno spaccato sul punto di vista della popolazione italiana. Per questo alcune delle domande usate nel report sono state inserite anche nel barometro settimanale di Ipsos Public Affairs che coinvolge settimanalmente un campione di 800 italiani maggiorenni. Tale campione è infatti considerato come rappresentativo della popolazione per area geografica, genere, età, titolo di studio, condizione occupazionale.

Dal report, emerge inoltre tutta la preoccupazione delle comunità locali visto il crescente aumentare del livello di povertà energetica. Per questo, vista l’attuale crisi, le aspettative sulle CER sono alte.

Comunità energetiche e povertà energetica

A parlare di povertà energetica e di crisi energetica più in generale sono stati in molti in questi ultimi anni.

Il Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha descritto la crisi climatica, energetica e sociale in cui siamo immersi come un viaggio verso un destino disastroso. Ed il viaggio sta velocemente arrivando alla sua conclusione dato che i problemi che emergono sono sempre più chiari ma soprattutto gravi.

Tuttavia, sempre secondo Antonio Guterres, é possibile trovare una soluzione alla povertà energetica ed ai cambiamenti climatici grazie alle comunità energetiche. In particolare, queste ultime sono state introdotte in Europa nel 2019 con il Clean Energy Package e stanno pian piano diventando sempre più popolari.

Anche secondo Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola, le comunità energetiche rinnovabili sono una grande soluzione per affrontare la crisi climatica, abbattere le bollette energetiche e renderci indipendenti da eventuali ricatti energetici. La strada da seguire è quella quella indicata dall’Europa con il Next Generation EU e dai suoi punti fermi: transizione energetica, coerenza ed investimenti sul digitale. Basterebbe poco a rendere efficace questa scelta, dal momento che riscontra il supporto della comunità, anche se c’è ancora molto da fare.

Ad esempio mancano ancora i decreti attuativi necessari per rendere concrete le CER e quindi la lotta alla povertà energetica. A questo proposito va comunque registrato che il ministro Gilberto Pichetto Fratin ha dichiarato di voler procedere all’approvazione di tali decreti attuativi.

Lavoro di squadra per l’ambiente

La crisi attuale ed il dilagare della povertà energetica può essere combattuta solamente tramite il gioco di squadra.

Con questo ci riferiamo al fatto che per i Comuni sarà difficile fornire servizi ai cittadini senza aiuti dello Stato. E’ quindi necessario ricostruire l’alleanza tra Stato e cittadini in maniera ancora più forte. Allo stesso tempo è anche necessario utilizzare al massimo tutte le energie rinnovabili. Per questo la lotta alla povertà energetica passa anche attraverso nuove scelte per lo sviluppo del territorio e con attenzione alla tutela ambientale.  In sostanza, serve un lavoro di squadra, sia a livello Italiano che europeo.

La guerra tra Russia ed Ucraina, oltre a far aumentare il livello di povertà energetica ha stimolato l’esplorazione di nuove sorgenti energetiche. Saranno queste nuove fonti energetiche a sostituire quelle non rinnovabili. Ciò che è importante è prendere decisioni a lungo termine. La politica energetica è una questione di vitale importanza, per cui semplificare le autorizzazioni è d’obbligo.

Vuoto normativo da colmare

Massimiliano Ghizzi, presidente di Gruppo Tea, ha sottolineato come, nel mezzo di una crisi energetica,

“sussiste un vuoto normativo ingiustificabile, che speriamo si colmi entro il mese, questo perché rallenta i tanti progetti in essere nel nostro Paese”.

Un fatto ancor più ingiustificabile dal momento che il processo verso la transizione energetica è oramai ben avviato, oltre ad essere sempre più urgente. D’altronde stiamo parlando di un processo che vede molti attori coinvolti con un ruolo fondamentale da parte multiutility coinvolte che non sono chiamati solo a fare profitti ma anche a supportare gli Enti locali nell’abbracciare al meglio queste opportunità di sviluppo ambientale, economico e sociale.

Opportunità per le imprese

Secondo il rapporto sulla povertà energetica, anche le imprese, possono trarre vantaggi dalle C.E.R. In particolare, secondo il campione intervistato i vantaggi delle attività sono i seguenti:

  • la riduzione delle bollette energetiche (62%),
  • un aumento di immagine (25%),
  • maggiore saldatura con la comunità e il territorio (20%).

Al momento tuttavia vi è una scarsa conoscenza riguardo le modalità e i tempi per realizzarle, nonché della quantità di investimenti necessari. Inoltre, vi è la difficoltà nel cambiare mentalità, insieme all’incertezza del quadro di norme e adempimenti burocratici. Questo denota l’esigenza di fornire maggiore informazione in merito.

Secondo i cittadini, le CER possono essere uno strumento utile per risolvere la crisi e la conseguente povertà energetica (65%). Invece è il 70% delle imprese a ritenere che sempre le stesse CER possano contribuire a superare la crisi energetica e aumentare la loro competitività.

Perché diventare un prosumer? Ecco 9 buoni motivi!

Abbiamo elencato almeno 9 buoni motivi per cui diventare un prosumer di energia all’interno di una comunità energetica è una scelta che conviene

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La struttura attuale della rete elettrica può essere definita come una struttura “uno a molti”. Questo perché la sua architettura è basata su pochi grandi produttori di energia che la distribuiscono alle singole utenze che sono appunto tante. In questo schema quindi l’energia viaggia in una sola direzione: dal centro di produzione alla periferia, ovvero alle singole utenze.

L’attuazione delle comunità energetiche però cambierà in maniera sostanziale questo schema. I possessori degli impianti di produzione dell’energia da fonti rinnovabili (come quelli fotovoltaici) possono infatti essere considerati come il tassello fondamentale per la rivoluzione apportata dalle comunità energetiche. Costoro infatti non più dei semplici clienti finali, ma sono dei veri e propri prosumer di energia, ovvero produttori e consumatori al tempo stesso.

Con le comunità energetiche quindi, molti prosumer potrebbero condividere l’energia che producono i loro impianti fra di loro ma anche con chi ne è sprovvisto. In questo modo, l’attuale architettura della rete di distribuzione dell’energia verrà sconvolta rendendo sempre più inutili i grandi produttori di energia andando quindi verso una generazione dell’energia distribuita. Da una rete da “uno a molti” si passerebbe quindi ad una rete “molti a molti”, con evidenti vantaggi economici per coloro che fanno parte delle C.E.R., in particolare per i prosumer (ne parliamo anche qui).

Il passaggio che abbiamo descritto è graduale ma necessario. Non solo da un punto di vista economico ma anche e soprattutto per l’ambiente che ci circonda. Abbiamo deciso di spiegartelo in maniera più approfondita cercando di elencare i 10 motivi per cui diventare un prosumer è conveniente.

9 motivi per cui dovresti diventare prosumer di energia e far parte di una Comunità Energetica Rinnovabile9 motivi per cui dovresti diventare prosumer

Diventare un prosumer fa bene all’ambiente

Diventare un prosumer significa di fatto produrre da soli, da fonti rinnovabili, l’energia elettrica di cui si ha bisogno, o quantomeno parte di essa. Ciò inevitabilmente contribuisce a ridurre le emissioni di gas serra come l’anidride carbonica responsabili dei cambiamenti climatici in atto. Un’obiettivo, quello della riduzione delle emissioni di gas serra che è fondamentale per tutti i paesi del mondo

A nostro avviso però, prodursi da soli e fonti rinnovabili l’energia di cui si ha bisogno non è sufficiente. Accanto a questa pratica si dovrebbero anche ottimizzare i propri consumi migliorando l’efficienza energetica degli edifici e ricorrendo a programmazioni smart. Diventare prosumer, secondo noi, significa intraprendere azioni in entrambi le direzioni che abbiamo descritti.

 

Far parte di una comunità è bello

Il prosumer può anche essere considerato un nodo di una rete più ampia dove tutti ricevono e cedono energia. Ma non solo, essere un prosumer significa anche prendere parte attivamente alla realizzazione di una nuova società oltre che ad essere un nuovo modo di gestire le risorse.

I prosumer che fanno parte di una comunità energetica condividono vantaggi e benefici dell’energia ottenuta da fonti rinnovabili. Inoltre imparano anche a gestire in maniera migliore questa risorsa. Grazie alle comunità energetiche il concetto di prosumer può trovare la sua massima espressione dal momento che l’autoconsumo è esaltato al massimo e di conseguenza tutti i suoi vantaggi ricadono sui membri della C.E.R.

Prosumer è sinonimo di efficienza

Risparmiare sulle bollette non significa solamente tagliare i consumi, significa ottimizzarli. In altre parole una maggiore efficienza energetica si può ottenere innanzitutto evitandone gli sprechi ma anche gestendo al meglio il proprio impianto e quindi:

  • accumulando e cedendo energia quando è in sovrapproduzione rispetto al fabbisogno
  • oppure acquisendone solo quando è necessario.

In tutto ciò ovviamente gioca un ruolo decisivo il coretto bilanciamento dei carichi.

Garanzie

Essere un prosumer significa dotarsi di un proprio impianto di produzione dell’energia da fonti rinnovabili (fotovoltaico). Pertanto una delle garanzie di cui potresti beneficiare è proprio quella degli impianti F.E.R. che installerai. Ma non solo.

La garanzia a cui ci riferiamo è sulla produzione futura di energia che tali impianti ti forniranno a patto di esercitarvi una regolare manutenzione.

Vantaggi economici dei prosumer

Grazie agli impianti fotovoltaici, i prosumer come te, possono arrivare a coprire una parte importante del loro fabbisogno quotidiano. Tale parte sarà ancora maggiore nel caso in cui vengano utilizzati dei sistemi di accumulo ovvero dei dispositivi in grado di immagazzinare energia nei momenti di massima produzione e utilizzarla quando l’impianto non produce, ad esempio di notte.

A questo punto è necessario fare delle semplici considerazioni:

  • l’energia autoconsumata è quella più conveniente dal momento che nonostante i contributi erogati attraverso la formula dello Scambio sul posto (di cui parliamo qui), i kilowattora immessi in rete non valgono quanto quelli prelevati dalla rete. In altre parole, più cresce il costo dell’elettricità, come è avvenuto nel 2022, maggiore sarà il risparmio ottenuto dall’energia autoprodotta.
  • le normative sulle comunità energetiche prevedono inoltre delle tariffe incentivanti per la quota di energia prelevata dalla rete elettrica nel caso in cui i prosumer ed i consumer ne avessero bisogno. E’ evidente che essere un prosumer ti permetterà di ottenere una tariffa migliore rispetto a quella dei consumer (scopri di più a questo proposito cliccando qui).
  • inoltre, installare un impianto fotovoltaico ti permetterà di ottenere l’Ecobonus ovvero una una detrazione fiscale in 10 anni pari al 50% del prezzo dell’impianto. Tale detrazione può anche essere fruita sotto forma di contributo anticipato tramite lo sconto in fattura in cambio della cessione del credito d’imposta. Se vuoi approfondire questo argomento ti consigliamo di leggere questo articolo.

Installare un impianto fotovoltaico è semplice grazie a Valore Comunity!

Per diventare un prosumer di energia è necessario installare un impianto fotovoltaico. Ma cosa significa installarne uno di preciso? Ci sono delle pratiche burocratiche da gestire? Quali? Quanto costa installarne uno?

Se vuoi installare un impianto fotovoltaico, il nostro consiglio è quello di rivolgerti a degli esperti del settore come noi di Valore Comunity. Grazie alla nostra esperienza infatti siamo in grado di installartene uno ottimizzando i tuoi costi e vantaggi nel minor tempo possibile!

Essere un prosumer è il primo passo per avere una casa sempre più intelligente

Essere un prosumer, l’abbiamo detto, implica anche ottimizzare i propri consumi. E quale maniera migliore per farlo se non affidarsi ad una smart home che sa ottimizzare da sola i consumi ed evitare gli sprechi di energia?

Utilizza i sistemi avanzati di monitoraggio dell’energia per fare in modo di attivare i tuoi elettrodomestici quando il tuo impianto produce energia e per spegnerli quando invece non ne produce in modo da autoconsumarne il più possibile. Inoltre, questi sistemi, possono anche regalarti una sicurezza in più dal momento che possono avvertirti in tempo reale sugli eventuali malfunzionamenti dell’impianto

Essere un producer fa aumentare il valore di casa tua!

La casa casa è il bene più importante per gli italiani. Decidere di investire nell’installazione di un impianto fotovoltaico ed abbinarvi anche un intervento di riqualificazione energetica e magari renderla una smart home è una saggia decisione. Potresti ad esempio decidere di utilizzare una serie di dispositivi come la pompa di calore che in modo da sfruttare l’elettricità anche in ottica climatizzazione così da moltiplicare le occasioni di autoconsumo ed i vantaggi dell’essere un prosumer.

Tutto ciò ti permetterò non solo di ridurre le spese per il consumo di energia ma anche di aumentare il valore di mercato della tua abitazione. E’ logico: una casa con una classe energetica elevata vale di più di una con una bassa classe energetica.

Smart grid

La smart grid è la rete elettrica intelligente che affiancherà per poi sostituire quella a cui siamo abituati adesso. In particolare, la smart grid prevede una vera e propria maglia di “mini-reti”, dove chiunque può produrre localmente energia e utilizzarla per le proprie esigenze in maniera dinamica, scambiando le eccedenze con la rete. Il tutto in maniera automatica e senza picchi o buchi di tensione e favorendo la maggiore efficienza possibile. Il futuro è qui!

 

Se vuoi più informazioni sugli impianti fotovoltaici o sulle comunità energetiche compila il modulo che trovi in questa pagina con i tuoi dati ed aspetta la chiamata del nostro operatore.

Arera definisce le modalità dell’autoconsumo. Il Decreto C.E.R. si avvicina sempre più!

Sono da poco giunte due notizie importanti da parte di Arera che ha definito le modalità di Autoconsumo e dal ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica che afferma che i miliardi del PNRR saranno a fondo perduto. A tutti gli effetti si tratta del preludio al Decreto sulle Comunità energetiche

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Sono passati oramai 5 anni dalla direttiva RED II dell’Unione europea, che nel 2018 introduceva le definizioni di “autoconsumo” e “comunità energetiche”. Da quel momento in poi l’Italia ha iniziato il suo lento adeguamento normativo atto ad accogliere il nuovo modello energetico decentralizzato e basato sulle energie rinnovabili.

In effetti le comunità energetiche sono soggetti giuridici che possono produrre, consumare, condividere, accumulare e vendere energia rinnovabile tra i loro membri. Possono riunire cittadini, PMI, associazioni e enti locali ma non possono essere finalizzate al profitto. Il loro scopo è infatti quello di produrre benefici economici, sociali e ambientali per i membri e per i territori. Pertanto è facile capire l’importanza del sostegno a tali misure normative.

Il 2022 in Italia è terminato con la consultazione pubblica sullo schema di decreto per le comunità energetiche per gli impianti fino a 1 megawatt (di cui abbiamo parlato qui). A quella consultazione è seguita poi la delibera Arera (l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) del 27 dicembre.

Questi passaggi sono fondamentali per fare in modo che il decreto sulle Comunità energetiche e sull’autoconsumo possa essere finalmente emanato. Tale decreto è intatti stato anticipato dal Decreto Milleproroghe 162/2019, diventato poi legge a febbraio 2020. Il decreto in oggetto, secondo il governo Meloni, dovrebbe arrivare nei primi mesi nel 2023. E’ quindi molto probabile che il Parlamento discuterà la sua ratifica entro questa primavera.

Ma cosa contengono di preciso le misure prese dal legislatore nei passaggi che abbiamo citato poco fa? Continua a leggere per scoprilo!

Clicca qui per farti un’idea sul quadro completo della normativa CER al 2023!

La delibera Arera sulle comunità energetiche e sull’autoconsumo diffuso

Lo scorso 27 dicembre Arera ha approvato il testo unico che regola le modalità per valorizzare l’autoconsumo diffuso. Secondo le intenzioni di Arera il testo dovrebbe fornire indicazioni chiare e semplificazioni procedurali rispetto alla disciplina transitoria vigente dal 2020. Tramite questo testo unico di fatto si attuerebbero le misure dei decreti legislativi 199/21 e 210/21.

Tale testo, da ora in poi indicato come TIAD (Testo integrato autoconsumo diffuso), definisce tutti le varie configurazioni per l’autoconsumo diffuso. Elenchiamole qui di seguito:

  • gruppi di autoconsumo che agiscono collettivamente in edifici e condomini,
  • comunità energetiche
  • autoconsumatori individuali su rete pubblica.

Per quanto riguarda le prime due configurazioni, alcuni parametri sono in realtà già definiti da tempo. Tra questi figura il limite di potenza dei 200 kw e l’obbligo di allacciamento alla medesima cabina secondaria a cui sono collegati i clienti finali della configurazione.

Le novità di Arera sull’autoconsumo

Tra le novità più importanti sull’autoconsumo che emergono dalla delibera di dicembre scorso di Arera vi sono le definizioni univoche per tutte le varie configurazioni di autoconsumo diffuso e la distinzione di due perimetri geografici. In particolare:

  1. la zona di mercato che rileva per individuare l’energia elettrica condivisa;
  2. l’area sottesa alla medesima cabina primaria che rileva per individuare la vera e propria energia elettrica autoconsumata.

Arera precisa inoltre che proprio per valorizzare l’autoconsumo, l’energia autoconsumata dovrà essere valorizzata di più. Si dovrà quindi tenere conto dei costi di esercizio delle reti elettriche mediamente evitati proprio per effetto dell’avvicinamento geografico di produzione e consumo nella medesima ora. Inoltre, siccome tale valorizzazione si riferisce all’area sottesa alla cabina primaria vengono delineati i criteri sulla base dei quali i gestori di rete individuano, in modo convenzionale, le aree sottese a ciascuna cabina primaria a partire dalla reale configurazione delle reti elettriche e introducendo correttivi di carattere geografico.

Dopo queste precisazioni di Arera, la palla passa in mano al il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Sarà infatti quest’ultimo a dover definire gli incentivi per l’autoconsumo e le comunità energetiche. L’applicazione del TIAD invece è prevista dal 1° marzo 2023 a meno che nel frattempo non arrivi il tanto attesto decreto MASE.

Comunità energetiche a fondo perduto coi soldi del Pnrr

A questo punto ci pare doveroso ricordare come il PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, prevede per le comunità energetiche ben 2,2 miliardi di euro. Tali fondi, almeno fino ad ora, sono rimasti inutilizzati. Tuttavia, il MASE ha ottenuto un grande risultato in questi giorni dal momento che è riuscito a farsi approvare dalla Commissione Europea il via libera all’utilizzo della misura nella modalità a fondo perduto anziché del prestito.

In altre parole quindi, i fondi utilizzati per le comunità energetiche e l’autoconsumo non dovranno essere restituiti all’Europa. Un tassello quest’ultimo, di fondamentale importanza per quanto riguarda lo sblocco dei lavori per la definizione del tanto atteso Decreto Comunità Energetiche. Una volta approvata questa misura infatti si potrebbe facilmente e sbloccare lo stallo delle comunità energetiche e attivarne a centinaia (se non migliaia) lungo tutto il territorio italiano.

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PNRR e comunità energetiche: i nuovi modelli di crescita

Gli obiettivi di Agenda 2030 si legano ancora di più a quelli del Piano Nazionale di Resistenza e Resilienza grazie a strumenti che favoriscono il ricorso alle rinnovabili. PNRR e comunità energetiche sono sempre più due facce della stessa medaglia.

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PNRR e comunità energetiche sono due aspetti che si stanno legando sempre di più tra loro. Questo anche grazie agli obiettivi stabiliti nell’Agenda 2030 per raggiungere i quali è necessario favorire il maggior ricorso alle fonti rinnovabili. In questo contesto è quindi logico che il ruolo giocato dalle C.E.R. sia sempre più centrale.

Le comunità energetiche non sono una novità degli ultimi anni. A ben vedere infatti questa realtà è normata da diversi anni, a partire dalla direttiva (UE) 2018/2001 – RED2. E’ proprio questa direttiva infatti a richiedere agli stati membri dell’UE il sostegno a comunità organizzate di utenti che collaborano tra loro per produrre, consumare e gestire energia pulita attraverso uno o più impianti locali. Ma questo è solo un esempio della normativa che investe le C.E.R.

Il Decreto Milleproroghe 162/2019 infatti aveva provato a suo tempo ad introdurre nel nostro Paese le CER, con scarsi risultati nella attuazione. Basti pensare che Legambiente ha finora mappato 100 comunità rinnovabili sul territorio italiano, di cui circa un terzo attive.

Mentre il legislatore è ancora al lavoro su nuove norme più definite e precise, intanto emerge il ruolo del PNRR a sostegno delle comunità energetiche. In questo approfondimento appunto ci concentriamo sul rapporto tra PNRR e comunità energetiche e sui fondi che il primo stanzia per le seconde. Fondi che se adoperati nella maniera adeguata possono rappresentare un volano non indifferente per la nostra economia.

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PNRR e Comunità energetiche: come favorire la loro diffusione?

Il PNRR prevede di intervenire:

“accelerando lo sviluppo di comunità energetiche e sistemi distribuiti di piccola taglia, particolarmente rilevanti in un Paese che sconta molte limitazioni nella disponibilità e utilizzo di grandi terreni ai fini energetici”.

In particolare, il PNRR cerca di favorire la diffusione delle Comunità Energetiche tramite la sua componente M2C2.1 e l’investimento 1.2. All’interno del provvedimento emerge come il PNRR stanzi 2,2 miliardi di euro per finanziamenti al 100% per impianti fotovoltaici e configurazioni di autoconsumo collettivo e comunità energetiche.

Questi fondi sono così suddivisi:

  • 1.600 milioni alle comunità di energia rinnovabile;
  • 600 milioni per l’autoconsumo collettivo.

Proprio a fine dicembre, il MASE, Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, ha reso noto come, di concerto con la Commissione Europea, tali risorse saranno erogate a fondo perduto (come abbiamo spiegato meglio qui). Un risultato eccezionale che il ministro Pichetto Fratin ha celebrato così:

“Si tratta di un grande risultato reso possibile dal dialogo e dal confronto, che ha consentito al ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica di recepire gli input arrivati in questo senso dalle numerose parti interessate alle comunità energetiche pronte a essere attivate su tutto il territorio nazionale.”

Tuttavia il rapporto tra PNRR e comunità energetiche che abbiamo spiegato qui sopra non basta alla loro diffusione. Manca ad oggi un decreto, sempre da parte del MASE, che possa sbloccare una serie di ostacoli tecnici e burocratici.

Tempistiche e iniziative regionali

Per quanto riguarda le comunità energetiche quindi non basta solo stanziare fondi  (anche se a fondo perduto) tramite il PNRR. Come abbiamo avuto modo di spiegare è anche necessario approvare un decreto ad hoc per il quale pesano i ritardi accumulati. Inoltre, proprio in tema di PNRR e comunità energetiche, c’è da tenere in forte considerazione le scadenze previste proprio dal PNRR.

In particolare segnaliamo le seguenti scadenze: 

  • 31 dicembre 2025 per la stipula dei contratti per realizzare gli interventi;
  • 2026 per il raggiungimento di un target di 2500 GWh di capacità installata nei comuni con meno di 5.000 abitanti.

Ed è proprio per sfruttare il PNRR e favorire le comunità energetiche che diverse Regioni, come Lombardia ed Emilia-Romagna, si stanno già muovendo. Come? Anticipando la pianificazione per fornire contributi attraverso risorse esterne al PNRR.

Un nuovo modello di sviluppo: le Comunità Energetiche

Le CER, insieme alle green communities, rappresentano un nuovo paradigma di sostenibilità e di rapporto tra comunità. Il PNRR in questo caso può davvero rappresentare quell’acceleratore che finora è mancato per il raggiungimento degli obiettivi.

Sarà tuttavia necessario, calibrare con velocità ed efficacia eventuali aggiustamenti, per non correre il rischio di perdere risorse preziose. All’orizzonte infatti ci sono già diverse rimodulazioni di fondi, tempistiche governance.

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Fondi PNRR comunità energetiche: previsti 2,2 miliardi di € a fondo perduto

Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica annuncia che i fondi PNRR per le comunità energetiche potranno essere concessi a fondo perduto

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Tra i fondi del PNRR sono previsti anche dei soldi destinati alla promozione ed all’incentivo delle Comunità Energetiche. D’altronde se il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza si chiama così c’è un motivo. I fondi concessi per questo scopo dall’Unione Europea devono in qualche modo servire a finanziare opere ed iniziative in grado di rilanciare l’economia dei paesi che li utilizzano. Quale migliore idea quindi di utilizzare parte di questi fondi PNRR per le Comunità Energetiche?

Semplice, un’idea ancora migliore è quella di concedere questi fondi PNRR comunità energetiche non più in prestito ma direttamente a fondo perduto. Ad annunciarlo è stato il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), un annuncio che infonde ancora più speranza e coraggio alla diffusione delle C.E.R.. Grazie ad esse infatti, i partecipanti ad esse, imprese, famiglie e pubbliche amministrazioni possono ottenere dei notevoli risparmi sulle bollette dell’elettricità e liberare così risorse utili all’economia italiana ed uscire così dalla crisi.

Ma quali sono i dettagli di questo annuncio sui contributi PNRR per le comunità energetiche a fondo perduto? Ne parliamo in questo approfondimento qui di seguito.

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Cos’è una comunità energetica rinnovabile?

Prima di analizzare meglio in cosa consistono questi fondi PNRR per le Comunità Energetiche proviamo a spiegare sinteticamente in cosa consistono le C.E.R.

Come spiega il GSE, una CER è un’associazione di clienti finali, consumatori di energia elettrica, che possono oggi associarsi per produrre localmente, tramite fonti rinnovabili, l’energia elettrica necessaria al proprio fabbisogno, “condividendola”. In altre parole, diversi soggetti che possono essere privati cittadini, imprese, o amministrazioni pubbliche, alcuni dei quali o tutti, sono in possesso di impianti fotovoltaici si associano fra di loro. L’associazione permette la condivisione fra i membri della comunità dell’energia prodotta da questi impianti fotovoltaici (o a fonti rinnovabili). In questo modo i membri della comunità preleveranno meno energia dalla rete elettrica nazionale, a pagamento, e potranno ridurre i costi delle bollette.

Le C.E.R. sono quindi riconosciute oramai come una via eccellente per uscire dalla crisi energetica e ambientale. L’ultimo studio Elemens-Legambiente dimostra come le CER possono portare riduzioni dei costi in bolletta fino al 25% per le utenze domestiche e condominiali e fino al 20% della spesa energetica di piccole e medie imprese, scuole, distretti artigiani e altri settori ancora.

Fondi PNRR Comunità Energetiche ed altre iniziative per il loro sostegno

La soluzione per il risparmio sulle bollette energetiche degli italiani è, come troppo spesso accade nel Belpaese, ostacolata dalla burocrazia o da procedure ingessate. Per fortuna però, nel caso delle C.E.R sembra che le cose si stiano muovendo più rapidamente.

Lo scorso 12 dicembre infatti si è chiusa la consultazione pubblica per i tanto attesi decreti attuativi per lo sblocco degli incentivi promessi (ne avevamo parlato anche qui). Proprio questi decreti attuativi sono attesi in questi primi giorni dell’anno 2023 anche se ad oggi è disponibile solo una bozza del Decreto CER (ne parliamo qui).

Accanto a ciò si colloca l’annuncio dei fondi PNRR comunità energetiche a fondo perduto. Un goal importante celebrato così dal ministro Pichetto Fratin: 

“Si tratta di un grande risultato reso possibile dal dialogo e dal confronto, che ha consentito al ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica di recepire gli input arrivati in questo senso dalle numerose parti interessate alle comunità energetiche pronte a essere attivate su tutto il territorio nazionale.”

Il ministro ha poi sottolineato come la misura abbia avuto il pieno sostegno dall’Europa, rivendicando come abbia apprezzato la linea interpretativa portata avanti con determinazione dal Mase. Una linea interpretativa fondamentale vista l’importanza sempre maggiore di accelerare la produzione di energia da fonti rinnovabili, per ridurre la dipendenza dal gas naturale, secondo gli obiettivi del RepoweEu.

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Quali sono i vantaggi per i consumer di energia che fanno parte di una C.E.R.?

Ai consumer di energia conviene entrare a far parte di una C.E.R.? Quali vantaggi possono ottenere?

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In Italia, come del resto in tutto il mondo, le fonti energetiche rinnovabili stanno facendosi sempre più spazio. Tutto questo a prescindere dalla lentissima macchina burocratica che deve essere messa in moto ogniqualvolta si cerca di installare un impianto di questo tipo e dalle vecchie abitudini di utilizzare i sistemi tradizionali di energia.

Ad onor del vero, molto è stato fatto per velocizzare la macchina, e le vecchie abitudini, complici anche i recenti rincari dell’energia stanno finalmente lasciando spazio a quelle nuove. Tra le soluzioni più concrete, almeno in Italia, figura sicuramente il fotovoltaico, fonte di energia pulita facilmente accumulabile grazie ai pannelli solari ed alle batterie di accumulo.

In particolare, quest’ultima soluzione può essere ancora più conveniente se inserita nel contesto delle comunità energetiche. In questo modo infatti, non solo i possessori degli impianti fotovoltaici o producer di energia possono ottenere diversi vantaggi ma anche coloro che non li possiedono, ovvero i consumer di energia. Non si tratta solo di un discorso economico, certo molto importante per i consumer, ma anche di un discorso di sostenibilità ambientale.

Ed è proprio dei vantaggi che i consumer di energia possono ottenere partecipando ad una comunità energetica rinnovabile di cui parleremo all’interno di questo approfondimento.

Quali sono i vantaggi per i consumer di energia che fanno parte di una C.E.R.?

Quali sono i vantaggi per i consumer di energia che fanno parte di una C.E.R.?

Cos’è una comunità energetica come Valore Comunity?

Le comunità energetiche, come del resto Valore Comunity, non sono altro che delle associazioni di soggetti come persone fisiche, imprese, o enti amministrative che producono, condividono, e distribuiscono energia ottenuta da impianti a fonti rinnovabili come quelli fotovoltaici. Le comunità energetiche quindi hanno la possibilità di gestire diversi impianti fotovoltaici su tutto il territorio italiano suddividendoli in diverse C.E.R.

L’associazione di fatto ha l’obiettivo di migliorare notevolmente l’iter burocratico e l’amministrazione energetica, ponendosi come punto di riferimento tra gli utenti e la produzione di energia. Lo scopo è quello di ridurre al minimo gli sprechi di energia e di favorire in tutti modi l’autoconsumo.

Per far parte di una C.E.R. non è necessario possedere un impianto, anche chi non ne possiede uno, come i consumer, possono entrarvi a far parte. In questo caso, preleveranno direttamente l’energia prodotta dagli impianti che fanno parte della C.E.R. con conseguenti vantaggi economici.

L’autoconsumo di energia

Le comunità energetiche si inseriscono quindi in un concetto molto più ampio, quello di autoconsumo. Con questo termine si indica la situazione in cui, data una certa quantità di energia prodotta da un impianto a fonti rinnovabili come quello fotovoltaico, tale energia viene interamente consumata da chi la produce. In sostanza con autoconsumo di energia ci si riferisce al fatto di consumare l’energia che produce il proprio impianto fotovoltaico.

In un contesto di comunità energetica però, l’energia prodotta dagli impianti fotovoltaici che ne fanno parte, viene autoconsumata anche dai membri della comunità e quindi anche dai consumer di energia.

E’ evidente quindi che questo modo di operare salvaguarda ancora di più l’ambiente. In questo modo infatti, ogni privato, azienda o ente amministrativo, anche senza impianto fotovoltaico (consumer) può contare sull’energia prodotta da fonti rinnovabili. Contando su questa energia di fatto, fa in modo di far diminuire la domanda di energia prodotta da fonti rinnovabili e quindi la sua produzione. Il risultato è una minore emissione di gas serra e, l’ambiente che ci circonda, sicuramente ne trarrà i maggiori effetti positivi.

Le Smart Grid

Una Energy Community però non è frutto di un’idea astratta, anzi. Solo dopo anni di sviluppi tecnologici è stato possibile creare una rete di distribuzione dell’energia che sia bidirezionale e che sappia gestire in maniera automatica i flussi di energia ovvero la Smart Grid (ne parliamo meglio qui).

In questo modo è stato possibile passare da un sistema di distribuzione dell’energia “da uno a molti” ad uno “da molti a molti”. La rete non sarà più centralizzata ma sarà quindi basata su di un sistema peer to peer in cui anche i consumer avranno un ruolo importante.

I vantaggi delle comunità energetiche

Arrivato a questo punto dovrebbe essere evidente come far parte di una Comunità Energetica sia una soluzione intelligente non solo per limitare le emissioni di gas serra nell’ambiente ma anche per un concreto risparmio economico. Ma i benefici non finiscono certo qui. Abbiamo riassunto i principali vantaggi qui di seguito:

  • Riduzione delle emissioni di gas serra o inquinanti: attraverso un maggior utilizzo di impianti di energia rinnovabile è possibile ridurre concretamente le emissioni nell’ambiente.
  • Educativi: uno dei benefici più importanti nell’affidarsi a una Comunità energetica è il messaggio che questa propone ai cittadini. Attraverso un’opera di sensibilizzazione è possibile incentivare gli utenti più scettici a provare le fonti di energia pulita.
  • Costi: condividere con tanti utenti l’energia consente di abbassare i costi in modo significativo, sia questo autoprodotto oppure come parte terza.

Prosumer o consumer: i due soggetti su cui si basano le comunità energetiche

I vantaggi delle comunità energetiche però non si fermano di certo a quelli che abbiamo analizzato poco fa. In effetti la situazione dovrebbe essere analizzata in maniera un po’ più approfondita.

I membri di una comunità energetica infatti non sono tutti uguali. Possiamo infatti distinguere tra:

  • prosumer di energia: la parola prosumer deriva dalla fusione dei termini inglesi producer e consumer. In sostanza questi soggetti sono dei veri e propri produttori e consumatori di energia al tempo stesso. In altre parole i prosumer di energia sono i possessori degli impianti fotovoltaici che fanno parte di una C.E.R.
  • consumer di energia: i consumatori di energia sono invece i soggetti che pur facendo parte di una C.E.R. non hanno impianti di produzione dell’energia. In sostanza sono coloro che non hanno impianti fotovoltaici.

E’ evidente come, per i prosumer di energia, il far parte di una comunità energetica comporti dei maggiori vantaggi, soprattutto in termini economici. Tuttavia i prosumer sono anche coloro che effettuano un investimento non indifferente, seppur mitigato dai vari bonus per il fotovoltaico, per installare un impianto di produzione di energia come quello a moduli fotovoltaici. Non tutti quindi potrebbero essere in grado di sostenere questi costi. Ecco che quindi anche far parte di una C.E.R. in qualità di consumer potrebbe essere conveniente. Ne parliamo meglio qui di seguito.

Consumer: i vantaggi concreti del fare parte di una Comunità energetica senza fotovoltaico

Anche i consumer quindi possono trarre dei vantaggi non indifferenti dal far parte di una Comunità Energetica.

Chi non è in possesso di un impianto fotovoltaico può utilizzare senza problemi l’energia prodotta dagli impianti fotovoltaici della comunità. ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) ha definito i termini secondo cui si possono ottenere risparmi cospicui in bolletta. Termini che con tutta probabilità saranno anche inclusi nel prossimo Decreto sulle Comunità Energetiche.

Ma a quanto ammontano questi termini?

I consumer di energia avranno accesso ad una tariffa incentivante per il consumo di quella parte di energia che dovranno comunque prelevare dalla rete elettrica nazionale. I consumer quindi potranno avere accesso ad una tariffa incentivante di circa 0,10 € per ogni kWh consumato.

Perché fare parte di una C.E.R. se non ho un impianto fotovoltaico?

Oltre alla tariffa incentivante riservata ai consumer, costoro possono anche contare su tutta un’altra serie di vantaggi. Li abbiamo elencati qui di seguito:

  • Investimento iniziale pari a zero: entrare a far parte di una Comunità energetica senza impianto fotovoltaico significa non dover affrontare un ingente investimento iniziale.
  • Tetto di casa o terreno libero: chi è molto attento alla salvaguardia dell’ambiente ma non ha materialmente spazio per installare un impianto dedicato, deve virare verso una soluzione consumer.
  • Niente smaltimento dell’impianto in caso di danni o sostituzione: è possibile che si verifichi l’esigenza, dopo tanti anni, di smaltire o sostituire i pannelli fotovoltaici. Benché un producer non debba preoccuparsi più di tanto, deve necessariamente disporre di tempo per consentire gli interventi. Un consumer di una Comunità energetica senza fotovoltaico non ha questo disagio.
  • Attivazione in tempi ridotti: i tempi per la documentazione necessaria, l’installazione e la manutenzione di un impianto fotovoltaico sebbene rapidi sono vincolati da un iter prestabilito. Un consumer di energia pulita condivisa può ridurre le tempistiche di attivazione e usufruire dei servizi in un tempo nettamente inferiore.

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Nuovo TICA per gli impianti fotovoltaici fino a 200 kW

Sono state modificate e integrate le e disposizioni del Testo Integrato delle Connessioni attive (TICA). Adesso è possibile utilizzare il modello semplificato per la connessione di impianti fotovoltaici di potenza fino a 200 kW

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Le disposizioni relative alle connessioni degli impianti di produzione di energia elettrica disciplinate dal TICA (Testo Integrato Connessioni Attive) sono state recentemente modificate ed integrate. ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) infatti ha recentemente approvato la delibera del 6 dicembre 2022, n. 674. E’ proprio in questa delibera che è stata prevista la possibilità di utilizzare il Modello Unico per la connessione di impianti fotovoltaici di potenza fino a 200 kW.

La delibera di modifica al TICA si colloca quindi in un contesto di semplificazione delle procedure per l’installazione degli impianti fotovoltaici. Il legislatore ed ARERA sono infatti convinti, a ragione aggiungiamo noi, che la semplificazione dell’Iter burocratico per l’installazione di impianti F.E.R. come quelli fotovoltaici possa essere fondamentale per la loro diffusione. Diffusione di cui senza dubbio potrebbero beneficiare anche le comunità energetiche visto che si basano sostanzialmente sugli impianti fotovoltaici.

Data la potenza degli impianti indicati dalla modifica contenuta nella delibera possiamo concludere che il provvedimento non riguardi solo gli impianti residenziali ma anche quelli delle imprese. In questo modo sarà più semplice per tutti, anche per le imprese, produrre energia elettrica sfruttando l’energia del sole e risparmiare sulle bollette elettriche.

Ma in cosa consiste di preciso questa delibera dell’Arera che modifica in maniera sostanziale il TICA?

Abbiamo cercato di ricapitolare i punti principali qui di seguito.

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Impianti fotovoltaici fino a 200 kW: la delibera ARERA che modifica il TICA

La delibera ARERA che modifica il TICA recepisce quanto previsto dal Decreto del Ministero della Transizione Ecologica del 2 agosto 2022, n. 297. In sostanza la delibera stabilisce le

“Condizioni e modalità per l’applicazione del modello unico semplificato di cui al decreto del Ministro dello sviluppo economico 19 maggio 2015 agli impianti solari fotovoltaici su edifici o su strutture e manufatti fuori terra diversi dagli edifici, nonché nelle relative pertinenze, di potenza nominale complessiva fino a 200 kW, realizzati ai sensi dell’articolo 7-bis, comma 5, del decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28”.

Originariamente infatti era stato il Decreto del Mite del 2 agosto 2022 ad estendere il modello unico per la realizzazione, la connessione e l’esercizio a impianti solari fotovoltaici di potenza fino a 200 kW.

Tale decreto aveva recepito quanto disposto dall’art. 10 del D.L. n. 17/2022 (cd. “Decreto Bollette” o “Decreto Energia”), convertito con legge n. 34/2022. Originariamente infatti, l’adozione di una procedura semplificata per l’installazione di impianti fotovoltaici di potenza nominale fino a 200 kW, erano state previste da questo decreto.

In conclusioni quindi, possiamo affermare che gli interventi di installazione degli impianti fotovoltaici rientrano tra gli interventi di edilizia libera. Questi interventi quindi possono godere delle semplificazioni burocratiche ed autorizzative che tutto ciò comporta.

Il Modello Unico Semplificato

L’allegato 1 del Decreto è costituito da due parti:

  • la parte I recante i dati da fornire prima dell’inizio dei lavori;
  • la parte II con i dati da fornire alla fine dei lavori.

Il modello unico semplificato va utilizzato per la realizzazione, la modifica, il potenziamento, la connessione e l’esercizio degli impianti di produzione. Inoltre va compilato e trasmesso telematicamente al gestore di rete che verifica che:

  • la domanda sia compatibile con le condizioni previste, dandone comunicazione al soggetto richiedente;
  • per l’impianto siano previsti lavori semplici per la connessione, come definiti nel TICA stesso.

Le modifiche al TICA

Il Testo Integrato Connessioni Attive rimane disponibile sul sito di ARERA. Ovviamente però le modifiche al TICA con cui si recepisce il Decreto Interministeriale del 2 agosto 2022 non sono inserite nel testo presente sul sito. Le modifiche oggetto di questo articolo sono indicate, punto per punto, nella delibera del 6 dicembre 2022.

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