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Dm Comunità energetiche rinnovabili, ci siamo quasi

Dm Comunità energetiche rinnovabili, il ministro Picchetto annuncia che le Interlocuzioni con la Commissione Ue sono giunte alla fase finale

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In un momento di significativa attenzione verso le energie rinnovabili e il desiderio di molti imprenditori di entrare a far parte delle Comunità Energetiche Rinnovabili, emergono novità importanti. La regolamentazione relativa al Dm Comunità energetiche sta finalmente vedendo progressi tangibili.

Come affermato di recente dal Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica nel corso del question time al Senato:

“Sul decreto di incentivazione delle Comunità energetiche rinnovabili «siamo nella fase finale delle interlocuzioni con la Commissione Europea»

«l’incontro dello scorso 15 settembre ha consentito di fugare ogni dubbio sulla piena compatibilità della prevista misura con la disciplina in materia di aiuti di Stato»”.

In questo modo il ministro ha risposto puntualmente a un’interrogazione esposta dal senatore Marco Lombardo.

Questi aggiornamenti riguardo al Decreto Ministeriale Comunità Energetiche sono cruciali per tutti coloro che sono attivamente coinvolti nel settore delle energie rinnovabili. Il ministro, evidenziando la positività dei confronti con la Commissione Europea, ha dichiarato che le interlocuzioni sono state sempre

«costanti e proficui sin dalla necessaria fase di prenotifica, avviata lo scorso febbraio e dettata dalla particolare complessità dello schema di decreto».

«Le opportune revisioni al testo, una volta avallate da Bruxelles permetteranno di attivare questa rilevante misura nel percorso di decarbonizzazione del nostro Paese».

In questo quadro di progresso e trasparenza, chi è al crocevia tra decisione e attesa riguardo all’adesione ad una C.E.R. ha ora una visione chiara del percorso normativo italiano in materia di Dm Comunità energetiche rinnovabili.

Ti invitiamo a proseguire nella lettura per approfondire ulteriormente le evoluzioni di questo argomento cruciale per il futuro energetico del nostro Paese.

Clicca qui e scopri il quadro completo della normativa sulle comunità energetiche rinnovabili al  2023!

DM Comunità Energetiche: La Strada per un Futuro Rinnovabile

Le trasformazioni nel mercato fotovoltaico italiano stanno acquisendo una velocità senza precedenti, guidate in larga misura da decisioni strategiche a livello nazionale. Tra le evoluzioni più attese figura quella legata al Dm Comunità energetiche, un passo cruciale per l’evoluzione del concetto di sostenibilità energetica in Italia.

Il recente dibattito parlamentare ha posto l’accento su un provvedimento che potrebbe determinare il futuro delle energie rinnovabili nel nostro Paese. Stiamo parlando di un decreto emanato dal ministero dell’Ambiente, che si focalizza sulla definizione delle norme per la creazione di comunità energetiche e gruppi di autoconsumo collettivo. Queste regolamentazioni sono destinate a rimpiazzare le direttive provvisorie messe in atto con il Milleproroghe del 2020.

Queste nuove regole, derivate dalla direttiva Red II e successivamente recepite in Italia con il Dlgs 199 del 2021, delineano in modo chiaro il modello regolatorio, stabilendo tariffe e incentivi. L’obiettivo è promuovere associazioni tra condòmini, enti locali, cittadini, Pmi e il terzo settore, facilitando così la produzione e lo scambio di energia da fonti rinnovabili.

È da evidenziare che, a febbraio di quest’anno, questo testo è stato presentato alla Commissione europea (Ne avevamo parlato qui). L’obiettivo era verificare la sua conformità con le normative europee, in particolare riguardo agli Aiuti di Stato in ambito energetico ed ambientale.

I Cardini del Dm

Il Decreto Ministeriale Comunità Energetiche rappresenta uno dei pilastri della strategia energetica rinnovabile italiana, guidando la transizione verso uno scenario più sostenibile e condiviso. Questo documento cruciale, come già sottolineato dal Ministero dell’Ambiente a febbraio, si focalizza su misure concrete destinate a trasformare l’approccio alla produzione e al consumo energetico nel nostro Paese.

Le direttive chiave del Dm Comunità energetiche rinnovabili possono essere sintetizzate nelle seguenti misure:

  1. Incentivo in Tariffa: Questa misura offre un premio in termini di tariffa sull’energia prodotta e condivisa da impianti rinnovabili tra i membri della comunità. In particolare: “Chi vorrà associarsi in una configurazione di autoconsumo potrà ottenere una tariffa incentivante sulla quota di energia condivisa da impianti a fonti rinnovabili. La potenza finanziabile è pari a complessivi cinque giga watt, con un limite temporale fissato a fine 2027“.
  2. Contributo a Fondo Perduto: Mirato specificamente alle comunità energetiche situate in comuni con meno di cinquemila abitanti, questo incentivo consente di ricevere un contributo che copre fino al 40% dell’investimento effettuato. In particolare: “L’intervento può riguardare sia la realizzazione di nuovi impianti che il potenziamento di impianti già esistenti. Con un finanziamento di 2,2 miliardi di euro del Pnrr, si punta a realizzare una potenza complessiva di almeno due giga watt e una produzione indicativa di almeno 2.500 giga watt l’ora ogni anno. Chi otterrà il contributo a fondo perduto potrà chiedere di cumularlo con l’incentivo in tariffa“.

Gli altri temi discussi in aula

Oltre al fulcro della discussione sul Dm Comunità energetiche, l’aula di Palazzo Madama ha ospitato il Ministro Pichetto per approfondire altri aspetti centrali della transizione energetica italiana. Nello specifico, sono stati toccati punti chiave come:

  1. Il passaggio al mercato libero: un’evoluzione fondamentale per garantire una maggiore competitività nel settore energetico, dando spazio a soluzioni innovative e favorendo l’ingresso di nuovi attori nel panorama del Decreto Ministeriale Comunità Energetiche.
  2. Il nucleare di nuova generazione: Nell’aula di Palazzo Madama il Ministro Pichetto ha affrontato questo tema cruciale, delineando le prospettive future e l’importanza di queste tecnologie nel mix energetico del Paese.

Passaggio al mercato libero

Nell’ambito delle evoluzioni del Dm Comunità energetiche, l’argomento del passaggio al mercato libero riveste un’importanza cruciale. Il Ministro Pichetto, rispondendo in aula al senatore Antonio De Poli, ha sottolineato:

“Sull’ultimo step della cessazione del regime di maggior tutela, il governo è conscio della rilevanza di questo passaggio e di accompagnarlo con un’adeguata attività di informazione”.

Questo implica che:

  1. Verranno lanciate “campagne di comunicazione su larga scala” per assicurare che tutti siano informati sulle prossime fasi e sugli impatti del Decreto Ministeriale Comunità Energetiche.
  2. Si sta dando grande attenzione al passaggio dei clienti, specialmente quelli più vulnerabili, al di fuori del mercato tutelato. Sono in corso valutazioni, come ha ribadito Pichetto, sul meccanismo di traghettamento al di fuori del mercato tutelato dei clienti domestici, e in particolar modo dei vulnerabili, tenendo conto dell’instabilità dei prezzi dell’energia in questa fase storica.

Nucleare sostenibile

Il Ministro ha anche ricordato che, proprio durante la prima riunione del Piattaforma nazionale per un Nucleare Sostenibile, che:

“Il PNIEC già indica che le tecnologie nucleari di nuova generazione occuperanno un ruolo importante nella transizione energetica verso un’economia a basse emissioni di gas serra”.

Le prossime azioni in questo ambito saranno:

  1. Lavoro approfondito della Piattaforma: Verranno analizzate e valutate le tecnologie nucleari emergenti e la loro compatibilità con gli obiettivi del Dm Comunità energetiche rinnovabili.
  2. Elaborazione di una Strategia nazionale: I risultati del lavoro della Piattaforma saranno la base per valutare l’elaborazione e l’adozione da parte dell’Italia di una Strategia nazionale per il nucleare sostenibile.

Se sei un imprenditore o un privato interessato alle novità del Dm Comunità energetiche, ti invitiamo a compilare il modulo contatti con i tuoi dati per rimanere sempre aggiornato sulle ultime evoluzioni normative e opportunità del settore.

Il mercato del fotovoltaico oggi: perché c’è un crollo dei prezzi?

Analizziamo le ragioni dietro al crollo dei prezzi nel mercato del fotovoltaico residenziale

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Nel dinamico mercato fotovoltaico d’oggi, si osserva una marcata tendenza al ribasso quando si parla di prezzi fotovoltaico. Questa situazione è frutto di una combinazione di fattori, che rende l’adozione di questa soluzione energetica ancor più allettante per chi mira a un futuro sostenibile.

Il calo prezzi fotovoltaico riscontrato ultimamente ha radici in diverse circostanze. In primis, l’ampia adozione e diffusione della tecnologia fotovoltaica a livello globale ha portato a economie di scala nella produzione di pannelli e componenti, facilitando una riduzione del costo fotovoltaico oggi. La crescente concorrenza tra i produttori ha ulteriormente accentuato questa tendenza, spingendo verso offerte sempre più competitive.

Tuttavia, un elemento chiave che ha accelerato questo trend riguarda l’ambito legislativo e fiscale. Come evidenziato, l’eliminazione dello sconto in fattura del 50% ha svolto un ruolo cruciale. Gli operatori del settore, attenti alle esigenze dei consumatori e volendo mantenere una posizione competitiva, hanno risposto con decisione, abbassando i costi per i sistemi fotovoltaici, soprattutto quelli destinati all’ambito domestico.

In conclusione, per imprenditori e cittadini che guardano al fotovoltaico come una via maestra verso l’indipendenza energetica, questi trend rappresentano un’opportunità imperdibile. Adottare soluzioni fotovoltaiche non solo garantisce un contributo alla sostenibilità ambientale, ma si profila anche come una scelta economica sensata e vantaggiosa. Se ti interroghi sulle potenzialità del mercato fotovoltaico e sulle sue implicazioni per il tuo futuro energetico, ti invitiamo a proseguire nella lettura per approfondire ulteriormente l’argomento.

Il crollo dei prezzi nel mercato del fotovoltaico

Rispetto al recente passato, come anticipato, nel mercato del fotovoltaico si assiste a un fenomeno che ha sorpreso non pochi: una netta diminuzione dei prezzi fotovoltaico. Questo calo, attestato intorno al 40% rispetto ai primi mesi del 2023 per un impianto chiavi in mano e già connesso alla rete, rivela una dinamica interessante del settore.

Una causa fondamentale di questa diminuzione risiede nella modifiche normative. Sebbene lo sconto in fattura, che garantiva una riduzione del prezzo del 50%, sembrasse inizialmente un’opzione vantaggiosa, in realtà aveva comportato un’impennata nel costo fotovoltaico medio. La sua struttura, infatti, aveva influenzato indirettamente l’economia del mercato fotovoltaico, portando a un aumento dei costi per l’utente finale.

Con la cessazione dello sconto in fattura, il calo prezzi fotovoltaico è stato tangibile e significativo. E la buona notizia per chi intende avvicinarsi al mondo del fotovoltaico non finisce qui. attualmente, chi decide di investire in questo settore può ancora beneficiare di incentivi come la detrazione fiscale, che copre il 50% delle spese sostenute per l’installazione di un impianto tramite il Bonus ristrutturazioni o Bonus Casa.

Ora, più che mai, per imprenditori e privati cittadini che guardano alle energie rinnovabili come un modo per ridurre i costi energetici, il contesto si presenta propizio. Entrare nel fotovoltaico oggi non significa solo fare una scelta green, ma anche economica. Considerando le opportunità attuali, valutare l’ingresso in una Comunità Energetica Rinnovabile come Valore Comunity potrebbe essere la mossa strategica da non sottovalutare.

Il perché del crollo dei prezzi

Nel dinamico mercato fotovoltaico, recenti mutamenti hanno impresso un cambiamento radicale ai prezzi fotovoltaico. Al centro di questa trasformazione si trova una decisione normativa: l’eliminazione della possibilità di usufruire dello sconto in fattura, sancita dal decreto-legge n. 11 del 16 febbraio 2023. Questo provvedimento ha generato un notevole calo della domanda, spingendo i consumatori a guardare con occhi diversi al costo fotovoltaico oggi. Privi dell’attrattiva principale legata allo sconto in fattura, molti si sono allontanati da questa opzione energetica.

Con una domanda in netto calo, gli operatori del settore si sono visti obbligati a rivedere le loro strategie, instaurando una competizione ancor più accesa. Questa corsa ha determinato un vistoso calo prezzi fotovoltaico. Traducendo in cifre, le aziende specializzate nell’installazione propongono oggi sistemi da 6 kW con accumulo a un costo intorno ai 16-17 mila euro. In passato, con lo sconto in fattura vigente, il prezzo oscillava intorno ai 30 mila euro. Emergono chiaramente, dunque, le distorsioni causate dal precedente meccanismo incentivo, che aveva gonfiato i prezzi di mercato.

Il panorama attuale, però, non riserva solo sorprese legate ai costi. Offre infatti ai consumatori l’opportunità di accedere a significativi vantaggi fiscali. Uno su tutti, la detrazione del 50% delle spese sostenute. Dettagliando ulteriormente, per l’installazione di un impianto fotovoltaico, l’ammontare speso può essere detratto in 10 rate annuali di pari importo. Seguendo l’esempio fornito, un impianto dal costo complessivo di 17 mila euro permetterebbe un recupero di circa 8 mila euro in un decennio, con rate da 800 euro l’anno.

Se siete imprenditori o privati cittadini che stanno valutando l’ingresso nel fotovoltaico, osservare attentamente il contesto attuale potrebbe riservare opportunità inaspettate. E per chi pondera l’idea di unirsi a una Comunità Energetica Rinnovabile, il momento potrebbe essere propizio.

I nuovi vantaggi del fotovoltaico

Il panorama energetico sta vivendo una trasformazione radicale, spinto dalla crescente consapevolezza ecologica e dai recenti sviluppi nel mercato fotovoltaico. Chi si avvicina a questa tecnologia troverà un ampio elenco di vantaggi, non solo in termini di sostenibilità, ma anche sotto il profilo economico.

  • Riduzione dei costi: L’installazione di un impianto fotovoltaico residenziale offre notevoli benefici. Nonostante l’investimento iniziale, i benefici a lungo termine si traducono in significative riduzioni sulla bolletta energetica.
  • Maggiore convenienza: Oggi, con il calo prezzi fotovoltaico, si nota una diminuzione del costo di partenza. Mentre in passato un impianto da 6 kW richiedeva una spesa di 30 mila euro, oggi tale cifra si aggira intorno ai 17 mila euro, di cui 8 mila possono essere recuperati attraverso detrazioni.
  • Vantaggi temporali: Con una prospettiva di ammortamento diluita in 10 anni, l’investimento effettivo per un impianto da 6 kW scende a 9 mila euro, a differenza dei 15 mila euro necessari con lo sconto in fattura.
  • Detrazione al 50%: Sebbene rappresenti un’incentivo temporaneo, è uno strumento che rende l’installazione ancor più vantaggiosa. È tuttavia prudente agire ora, considerando la natura momentanea di questa detrazione.
  • Tempi di installazione ridotti: Con la riduzione della domanda dovuta alla fine dello sconto in fattura, i tempi per scegliere e installare un impianto si sono notevolmente accorciati. Gli specialisti del settore, avendo meno impegni, sono ora in grado di procedere con l’installazione in un massimo di 60 giorni.
  • Attenzione personalizzata: Con una domanda meno pressante, gli operatori del mercato fotovoltaico possono dedicarsi ai clienti con maggiore attenzione, garantendo soluzioni su misura e un servizio ottimizzato.

Concludendo, l’attuale costo fotovoltaico oggi rappresenta un’opportunità imperdibile per chi desidera fare un passo verso l’energia rinnovabile. La coniugazione di vantaggi economici, tempi ridotti e assistenza specializzata rende l’ingresso nel mondo del fotovoltaico una scelta oculata e proficua. Considerando poi l’opportunità di entrare a far parte di una Comunità Energetica Rinnovabile come Valore Community, le prospettive di benefici si moltiplicano ulteriormente.

Perché acquistare ora un impianto fotovoltaico residenziale

Nell’attuale panorama energetico, mercato fotovoltaico sta guadagnando terreno rapidamente, grazie alle sue numerose vantaggi economici ed ecologici. E quando si parla di un investimento nel fotovoltaico, il momento sembra essere propizio.

In conclusione di tutti i discorsi fin qui affrontati, è possibile dire che se qualcuno pensa all’installazione di un impianto fotovoltaico residenziale è questo il momento giusto per farlo. Questo non solo per il notevole calo prezzi fotovoltaico, ma anche per una serie di fattori chiave che rendono l’investimento particolarmente conveniente:

  • Prezzi più bassi: L’attuale costo fotovoltaico oggi è significativamente ridotto, rendendo l’installazione più accessibile rispetto al passato.
  • Mercato meno drogato: Con una concorrenza più equilibrata, si ha la certezza di ottenere un servizio di qualità a condizioni ottimali.
  • Detrazione del 50% delle spese: Una misura temporanea, ma altamente incentivante, che permette un notevole risparmio.
  • Maggiore velocità nell’installazione: Senza l’inflazione della domanda, gli installatori possono offrire tempi di realizzazione rapidi.
  • Maggiore attenzione alle necessità di ogni singolo cliente: Con un flusso di clienti più gestibile, ogni progetto riceve l’attenzione personalizzata che merita.

Ora, più che mai, si presenta l’opportunità di entrare a far parte di una Comunità Energetica Rinnovabile come Valore Community, e approfittare di tutti questi vantaggi.

Se desideri saperne di più e valutare un impianto su misura per le tue esigenze, ti invitiamo a compilare il modulo contatti in fondo alla pagina. Gli esperti di Valore Community saranno lieti di assisterti e guidarti nel tuo percorso verso l’energia rinnovabile.

Fotovoltaico on-grid e off-grid: qual è la differenza?

Qual è la differenza tra fotovoltaico on-grid e off-grid? Quale tiplogia può entrare a far parte delle C.E.R.?

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Nel panorama delle energie rinnovabili, il fotovoltaico on-grid e off-grid rappresenta una tematica centrale, soprattutto per gli imprenditori desiderosi di diversificare le fonti energetiche e ridurre i costi. Approfondire la comprensione delle differenze tra queste due tipologie è fondamentale per prendere decisioni informate e strategicamente vantaggiose.

Il fotovoltaico on grid fa riferimento agli impianti collegati alla rete elettrica nazionale. Questi sistemi, quando producono un’eccesso di energia, la riversano nella rete, e quando ne hanno bisogno, la prelevano, garantendo una continuità di approvvigionamento. D’altra parte, il fotovoltaico off grid non ha alcun collegamento con la rete elettrica: si basa su batterie per immagazzinare l’energia prodotta e utilizzarla in momenti di non produzione, garantendo autonomia energetica completa.

Le differenze fotovoltaico on-grid e off-grid non si limitano solo al collegamento alla rete. Mentre gli impianti on grid permettono una maggiore facilità di gestione e possono beneficiare di incentivi per l’energia immessa in rete, gli impianti off grid richiedono un maggiore investimento iniziale, specialmente per le batterie, ma offrono indipendenza totale dalla rete e dai suoi costi.

Ma quale di queste soluzioni può realmente integrarsi all’interno delle C.E.R.? Le Comunità Energetiche Rinnovabili puntano su una gestione condivisa e ottimizzata dell’energia, il che rende gli impianti on grid più idonei a questo tipo di collaborazione, grazie alla loro capacità di interagire con la rete.

Valutare attentamente le proprie necessità, unitamente alle potenzialità offerte da ciascun sistema, è cruciale. Per approfondire ulteriormente le peculiarità e le opportunità legate al fotovoltaico on-grid e off-grid, ti invitiamo a continuare nella lettura.

Differenza tra On grid e Off grid

Nell’ambito delle soluzioni energetiche, il fotovoltaico on-grid e off-grid rappresenta un punto focale per gli imprenditori che guardano alle energie rinnovabili come strumento per ridurre i costi operativi. Queste due soluzioni, pur avendo in comune la sorgente energetica, differiscono in maniera sostanziale in termini di integrazione con la rete elettrica nazionale.

  • Presenza di allacciamento alla rete: Un impianto fotovoltaico on grid interagisce costantemente con la rete ENEL, arricchendola in momenti di surplus e attingendo da essa quando necessario. Al contrario, l’impianto fotovoltaico off grid, spesso definito “a isola”, vive in totale autonomia, senza alcun legame con la rete esterna.
  • Componenti obbligatori e facoltativi: Entrambe le tipologie necessitano di un inverter, essenziale per convertire la corrente prodotta dai pannelli in una forma utilizzabile per le apparecchiature domestiche. Tuttavia, mentre le batterie di accumulo rappresentano un elemento imprescindibile per gli impianti off grid, assicurando un approvvigionamento energetico anche in assenza di produzione, nei sistemi on grid esse sono una scelta facoltativa, utile per ottimizzare ulteriormente l’autonomia energetica.

Se stai valutando la possibilità di entrare in una C.E.R. e desideri comprendere quale soluzione fotovoltaica possa essere la più adatta al tuo scenario, proseguire nella lettura ti fornirà ulteriori dettagli chiave per una decisione informata.

Vantaggi On Grid

Nel panorama delle soluzioni energetiche, l’impianto fotovoltaico on-grid si distingue per le sue peculiari caratteristiche, offrendo numerosi vantaggi, soprattutto quando paragonato al fotovoltaico off-grid. Approfondendo le differenze tra fotovoltaico on-grid e off-grid, emergono chiaramente i benefici che rendono la prima soluzione particolarmente interessante per gli imprenditori.

  1. Scambio sul posto e Ritiro Dedicato: Con l’allacciamento alla rete elettrica nazionale, l’impianto fotovoltaico on grid offre la possibilità di effettuare lo scambio sul posto e del Ritiro Dedicato (di cui parliamo qui). Entrambi questi meccanismi consentono di immettere nella rete l’energia prodotta in eccesso e ricevere un rimborso (SSP) o un corrispettivo economico (Rid). Ciò si traduce in una compensazione economica, permettendo ai proprietari dell’impianto di capitalizzare l’energia non utilizzata.
  2. Conguagli economici gestiti da GSE S.p.a.: La gestione dello Scambio sul Posto e del Ritiro Dedicato e dei conguagli economici è a cura del GSE S.p.a., una società di riferimento in Italia per la promozione delle energie rinnovabili. Questa collaborazione garantisce trasparenza e sicurezza nelle transazioni economiche.
  3. Integrazione con la rete nazionale: Gli impianti fotovoltaici on grid sono ideali per chi ha accesso alla rete elettrica nazionale, in particolare per le prime case o strutture commerciali. La loro configurazione li rende particolarmente efficienti, consentendo di ridurre notevolmente i costi energetici.

Per chi è adatto un impianto On grid?

Considerando le esigenze e le opportunità offerte dalla connessione alla rete nazionale, gli impianti on grid rappresentano la scelta preferenziale. Optare per un impianto off grid in presenza di tali condizioni risulterebbe, infatti, non solo controproducente, ma anche economicamente svantaggioso.

Se stai valutando l’adozione di soluzioni fotovoltaiche, l’orientamento verso un impianto on grid può rappresentare un investimento saggio e lungimirante per il futuro della tua attività. Anche perché è solo tramite un impianto on grid che potrai entrare a far parte di una Comunità Energetica Rinnovabile.

Vantaggi Off Grid:

Nell’attuale era della sostenibilità e dell’autosufficienza energetica, la differenza tra fotovoltaico on-grid e off-grid gioca un ruolo cruciale nelle decisioni degli imprenditori. Sebbene entrambe le configurazioni abbiano i loro meriti, gli impianti fotovoltaico off grid offrono vantaggi unici che meritano attenzione.

  1. Autosufficienza energetica: Senza dipendenza dalla rete elettrica, puoi godere di una fornitura energetica costante, perfetta per strutture isolate lontano dai centri urbani.
  2. Risparmio sui costi di allacciamento: Strutture come baite o abitazioni remote potrebbero affrontare spese elevate per collegarsi alla rete nazionale. Con un impianto off grid, eviti completamente tali costi.
  3. Batterie di accumulo: Queste batterie memorizzano l’energia prodotta, assicurando che l’energia sia disponibile anche durante le ore senza sole. L’accompagnamento di un regolatore di carica ottimizza l’uso dell’energia, adattando i parametri dei moduli fotovoltaici e garantendo un flusso energetico costante alle utenze.
  4. Versatilità di installazione: Dalle baite in montagna alle imbarcazioni, un impianto off grid è adatto a strutture che sono fuori dalla portata dei gestori di energia tradizionali. Anche per chi si muove frequentemente, come con camper o roulotte, un impianto off grid offre un modo per avere energia ovunque ci si trovi.
  5. Energia pulita e gratuita: Una volta installato, l’impianto off grid continua a produrre energia senza costi aggiuntivi, contribuendo anche a ridurre l’impronta ecologica.

Per chi è adatto un impianto Off grid

Se ti trovi in un luogo non servito dalla rete elettrica o se stai considerando strutture mobili come imbarcazioni o camper, l’installazione di un impianto fotovoltaico off grid rappresenta una soluzione intelligente per garantirti autonomia energetica e sostenibilità. Optare per questa soluzione non solo garantisce una fornitura energetica ininterrotta, ma consente anche significativi risparmi a lungo termine.

Off grid e On grid: quale impianto per chi vuole far parte di una Comunità Energetica Rinnovabile?

Nel contesto delle energie rinnovabili, un dilemma frequente tra gli imprenditori è: fotovoltaico on-grid o off-grid? La decisione tra questi due impianti può risultare cruciale per chi desidera entrare a far parte di una Comunità Energetica Rinnovabile (C.E.R.).

Ecco una guida per orientarsi tra le differenze e comprendere quale soluzione può meglio rispondere alle tue esigenze.

On Grid

Questo impianto è connesso direttamente alla rete elettrica nazionale. Uno dei principali vantaggi è lo Scambio sul Posto e il Ritiro Dedicato, che ti permette di cedere l’energia in eccesso prodotta dal tuo impianto, beneficiando di una compensazione economica. Se stai cercando un sistema che ti offra:

  1. Ritorno economico grazie alla vendita dell’energia in eccesso.
  2. Continuità nella fornitura energetica, affidandoti anche alla rete in assenza di sole.
  3. Poter usufruire delle infrastrutture e servizi di una C.E.R. già connessa alla rete.

Off Grid

Questo sistema non è connesso alla rete nazionale e funziona come un’entità autonoma. È particolarmente indicato se:

  1. Possiedi strutture in luoghi isolati, come baite o strutture remote.
  2. Vuoi totale indipendenza energetica senza interruzioni.
  3. Desideri un sistema che necessita di batterie di accumulo per conservare l’energia prodotta durante il giorno.

La scelta tra fotovoltaico on grid e off grid dipende dalle tue specifiche esigenze e obiettivi energetici. Entrambi i sistemi offrono vantaggi in termini di sostenibilità e risparmio energetico, ma l‘applicazione e l’integrazione in una Comunità Energetica Rinnovabile sono possibili solo tramite impianti on-grid.

Se sei ancora incerto su quale opzione sia la migliore per te, gli esperti di Valore Comunity sono a tua disposizione. Compila il modulo contatti in fondo alla pagina e un membro del nostro team ti contatterà al più presto per aiutarti a fare la scelta giusta per il tuo futuro energetico sostenibile.

Comunità energetiche vantaggi e svantaggi: una guida per imprenditori

Comunità energetiche vantaggi e svantaggi. Ecco cosa devi valutare prima di deciderne di farne parte!

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Entrare a far parte di una Comunità Energetica Rinnovabile (C.E.R.) rappresenta un’opzione sempre più considerata da numerosi imprenditori desiderosi di innovare e di rendere più sostenibile il proprio business. Analizzando i vantaggi e svantaggi comunità energetiche, è possibile compiere scelte consapevoli in funzione delle proprie necessità.

In breve, abbiamo riassunto i principali vantaggi e svantaggi delle C.E.R. qui di seguito.

Vantaggi:

  1. Sostenibilità: Adottare energie rinnovabili come il fotovoltaico significa ridurre le emissioni e contribuire alla tutela dell’ambiente.
  2. Risparmio economico: Grazie alla produzione e condivisione di energia all’interno della comunità, si verificano significative riduzioni dei costi energetici (consulta anche questo articolo).
  3. Accesso a finanziamenti: Essere membri di una C.E.R. può agevolare l’accesso a finanziamenti pubblici e privati e incentivi.

Svantaggi:

  1. Difficoltà amministrative: La gestione di una comunità richiede la superazione di barriere burocratiche e la ricerca di autorizzazioni.
  2. Investimento iniziale: Anche se ammortizzabile nel tempo, è necessario considerare un investimento iniziale per avviare l’impianto.
  3. Gestione e manutenzione: Ogni impianto ha specifiche esigenze di manutenzione, che rappresentano un ulteriore costo.

Il comune cittadino, sentendo parlare di Comunità Energetiche Rinnovabili, si interroga su molti aspetti, dal vantaggio economico alle risorse finanziarie necessarie per avviare un progetto. Ogni iniziativa presenta sfide specifiche, dalle risorse tecniche alle autorizzazioni. E mentre la prospettiva di abbattere i costi energetici può risultare allettante, è fondamentale ponderare attentamente tutti gli aspetti: vantaggi, svantaggi, investimenti e ritorni.

Ecco perché la scelta di aderire a una C.E.R. non dovrebbe essere affrettata. Prosegui nella lettura per scoprire ulteriori dettagli e valutare in profondità comunità energetiche pro e contro. Conoscenza e consapevolezza sono gli strumenti migliori per decidere con saggezza.

I vantaggi di una comunità energetica per un imprenditore

In un contesto in cui l’ambizione di abbattere i costi energetici guida le decisioni imprenditoriali, l’opzione di aderire a una Comunità Energetica Rinnovabile (C.E.R.) emerge come una soluzione di crescente interesse. L’analisi dei vantaggi e svantaggi comunità energetiche diventa dunque cruciale per chi intende percorrere questa strada.

Esplorando il cuore del concetto, emergono chiaramente i benefici:

  1. Risparmio economico: Grazie alla produzione e condivisione di energia, l’energia consumata non comporta costi. Inoltre, i membri possono condividere proporzionalmente i profitti derivanti dall’energia in eccesso immessa nella rete.
  2. Sostenibilità ambientale: Optare per comunità energetiche da fonti rinnovabili come il sole, l’eolico o l’idroelettrico garantisce zero emissioni gassose, contribuendo così a un significativo miglioramento dell’impatto ambientale.
  3. Resilienza e sicurezza: Una C.E.R. rafforza la sicurezza e resilienza energetica del sistema nazionale, rendendo l’approvvigionamento più stabile e affidabile.
  4. Maggiore consapevolezza e equità: La partecipazione attiva nella produzione energetica accresce la sensibilità individuale e collettiva, promuovendo un sistema energetico più equo e democratico.
  5. Opportunità di affitto: Avere un tetto di capannone da offrire? Si apre la possibilità di affittare il tetto capannone per fotovoltaico, un ulteriore canale di guadagno.
  6. Tariffe incentivanti: Ad aderire alla C.E.R. si ha l’opportunità di beneficiare di tariffe agevolate per il consumo di energia, un concreto incentivo economico.

Dunque, se da una parte esistono comunità energetiche svantaggi, dall’altra la bilancia pende chiaramente verso i benefici, soprattutto per l’imprenditore lungimirante. Approfondire i comunità energetiche pro e contro è un passo essenziale: prosegui nella lettura e scopri ulteriori dettagli per una scelta informata.

Gli svantaggi

Nell’era dell’energia verde, un numero crescente di imprenditori valuta l’ingresso in una Comunità Energetica Rinnovabile (C.E.R.). Mentre Comunità energetiche vantaggi e svantaggi rappresentano un bilancio essenziale per una decisione ponderata, è fondamentale non sottovalutare i potenziali ostacoli. La ricerca dei vantaggi e svantaggi comunità energetiche spinge ogni imprenditore a guardare oltre i pur innegabili benefici.

Punti chiave da considerare:

  1. Investimento iniziale elevato: Una Comunità energetica può richiedere un investimento significativo per l’acquisto e l’installazione degli impianti di energia rinnovabile, nonché per la costituzione e la gestione della Comunità. E ciò nonostante gli incentivi o la possibilità di affittare il tetto.
  2. Finanziamento: Le comunità possono riscontrare difficoltà nell’ottenere i fondi necessari per avviare e mantenere il progetto.
  3. Normative: Il rispetto delle leggi e delle norme in vigore può rendere impegnativa la gestione dell’impianto, richiedendo un coinvolgimento costante e attento.
  4. Connettività: Le comunità energetiche devono affrontare sfide nella connessione alla rete Nazionale sul “punto di scambio”, dovendo tenere conto dei costi e delle complessità legate alla distanza e alle infrastrutture.
  5. Fiscalità: Le mutate condizioni legislative potrebbero portare a variazioni fiscali e tassative, rendendo essenziale una consulenza esperta per rimanere sempre in regola.

Nonostante questi comunità energetiche svantaggi, è innegabile che le Comunità Energetiche Rinnovabili offrono una serie di opportunità, tra cui l’affitto del tetto del proprio capannone per il fotovoltaico e tariffe incentivanti per il consumo di energia. Tuttavia, come per ogni decisione imprenditoriale, è fondamentale valutare comunità energetiche pro e contro. Invitiamo, dunque, a proseguire nella lettura per avere una visione a 360 gradi sul tema.

Conclusioni

Nel complesso scenario delle energie rinnovabili, le Comunità energetiche vantaggi e svantaggi emergono come aspetti fondamentali da considerare nella decisione di adottare questa soluzione. Mentre esistono certamente comunità energetiche svantaggi, gli innegabili vantaggi possono spingere un imprenditore a intraprendere questo percorso innovativo.

Tutto sommato, l’innovazione tecnologica e la crescita della domanda di Comunità di energie rinnovabili mitigheranno gli impegni nel realizzarle. Questo, insieme alla promozione dell’informazione ai cittadini, ai contributi economici e all’introduzione di innovazioni tecnologiche, renderà più efficace e semplice la gestione delle C.E.R., aumentando la potenza di connessione sulle cabine primarie in M.T.

Il gap di comprensione dei benefici economici legati alle Comunità Energetiche può essere attribuito a un quadro normativo complesso e in continua evoluzione. La scarsa presenza nei Media e i “luoghi comuni” non aiutano a chiarire la reale fattibilità e l’impatto ambientale di queste comunità. La svolta dell’“agrofotovoltaico”, sperimentato con successo in nazioni come Germania e Francia, dimostra l’evoluzione in corso nel settore.

In questa nuova era, emerge una “democrazia elettricain cui ogni individuo può partecipare attivamente, indipendentemente dal suo ruolo di “Prosumer” o “Consumer“, associandosi a una comunità energetica di energia rinnovabile.

Valutando i vantaggi e svantaggi comunità energetiche, e considerando il panorama attuale, l’adesione a una C.E.R. rappresenta un’opportunità da non sottovalutare. Per ricevere ulteriori informazioni e approfondire, ti invitiamo a compilare il modulo contatti per essere ricontattato dallo staff di Valore Comunity.

Affitto tetto capannone per fotovoltaico: guida completa

Affitto tetto capannone per fotovoltaico: cosa è e come funziona. Perché e a chi conviene?

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Nel panorama delle opportunità legate all’energia rinnovabile, quella dell’affitto di un tetto di un capannone per fotovoltaico rappresenta una scelta strategica e sostenibile. Si tratta di un meccanismo che consente di trasformare superfici inutilizzate, come il tetto di un capannone, in fonti di guadagno e produzione energetica (ne parliamo anche qui).

Ma come funziona esattamente e perché rappresenta un’opzione vantaggiosa?

Al centro del meccanismo dell’affitto tetto capannone fotovoltaico c’è una sinergia tra proprietario dell’immobile e l’installatore o il gestore dell’impianto fotovoltaico. In pratica, si mette a disposizione il tetto capannone per l’installazione di pannelli fotovoltaici, ricevendo in cambio un canone d’affitto periodico o un’agevolazione sul consumo di energia elettrica che sarebbe prodotta proprio dall’impianto installato sul tetto tramite il meccanismo delle C.E.R.. Questo consente di monetizzare uno spazio altrimenti inutilizzato, generando una fonte di reddito stabile nel tempo.

Il vantaggio non è solo economico. Con l’affitto tetto capannone, si contribuisce anche alla diffusione delle energie rinnovabili e alla riduzione delle emissioni nocive. Si tratta di una soluzione che combina benefici ambientali con ritorni economici, rendendo l’idea di affittare il tetto del proprio capannone per fini fotovoltaici estremamente allettante.

Gli esperti concordano: l’affitto tetto capannone per fotovoltaico non è solo una moda del momento, ma una soluzione strategica per il futuro, con un impatto positivo sia sull’ambiente che sul bilancio.

Sei curioso di approfondire e scoprire tutti i vantaggi e le opportunità legate all’affitto del tetto del tuo capannone?

Prosegui nella lettura e scopri tutto ciò che c’è da sapere per fare una scelta informata e vantaggiosa.

Affitto tetto capannone per fotovoltaico: ecco cosa devi sapere.

Affitto tetto capannone per fotovoltaico: un concetto che forse ti suona nuovo, ma che potrebbe trasformare completamente la tua prospettiva energetica come imprenditore. In un’epoca in cui le energie rinnovabili sono al centro del dibattito globale, molte imprese cercano soluzioni per ridurre i costi energetici senza affrontare investimenti onerosi. La risposta potrebbe risiedere proprio sopra la tua testa: sul tetto del tuo capannone.

Affittare il tetto del tuo capannone per un impianto di fotovoltaico può metterti in una posizione estremamente vantaggiosa; molto probabilmente non ci hai mai pensato ma se hai un immobile con esposizione verso Sud potresti avere un’entrata extra che può aiutarti a sostenere le spese.

Non è solo una questione di guadagno. È un’opportunità per diventare parte attiva del movimento verso la sostenibilità energetica. Mentre Valore Comunity si occuperà di tutti gli aspetti tecnici, tu avrai la tranquillità di sapere che stai contribuendo ad un futuro energetico più pulito, con il bonus di tariffe agevolate per il consumo di energia elettrica.

Con l’affitto tetto capannone fotovoltaico, puoi evitare i costi di acquisto e manutenzione degli impianti, che saranno gestiti da professionisti del settore. E la prospettiva di firmare un contratto di lunga durata garantisce un guadagno costante.

Siamo di fronte ad una rivoluzione nel campo delle energie rinnovabili. E mentre molte aziende già esplorano le opportunità offerte dai terreni agricoli o industriali, l’affitto dei tetti rappresenta ancora una frontiera poco esplorata.

Sei pronto a diventare protagonista di questa trasformazione? Ricorda: non si tratta solo di affari, ma di costruire un futuro sostenibile. E il tetto del tuo capannone potrebbe essere il punto di partenza.

I requisiti

Affitto tetto capannone per fotovoltaico: una soluzione sempre più ricercata da imprenditori lungimiranti. Se stai valutando questa opzione per ridurre i costi energetici della tua impresa, devi innanzitutto conoscere i requisiti essenziali per procedere. Scopriamo insieme cosa serve per avviare un simile percorso con Valore Comunity:

  • Superficie adeguata: Devi possedere un tetto di almeno 1.000 metri quadrati, sia esso ad uso civile, industriale o agricolo. Questo potrebbe trattarsi del tetto di una fabbrica, di una casa, o persino della copertura di un parcheggio.
  • Esposizione ottimale: Per affittare la tua copertura per il fotovoltaico, questa deve necessariamente essere ben esposta alla luce del sole e in regola dal punto di vista urbanistico.
  • Assenza di vincoli: Altro punto fondamentale per l’affitto tetto capannone fotovoltaico è che nell’area non ci siano vincoli ambientali, paesaggistici o urbanistici. Se non sei sicuro di questi dettagli, non preoccuparti: Valore Comunity offre verifiche totalmente gratuite per chiarire ogni dubbio.
  • Presenza di stazione elettrica: Fondamentale è che nella tua zona sia presente una stazione elettrica di media o alta tensione.

Se ritieni di avere una copertura con le caratteristiche sopra elencate o se sei un mediatore o un’agenzia immobiliare, è il momento di fare il prossimo passo. Compila il form sottostante e ti contatteremo per una verifica assolutamente gratuita. Con Valore Comunity, l’energia rinnovabile e un futuro sostenibile sono a portata di mano.

A chi conviene affittare il tetto?

La risposta potrebbe sorprenderti. Mentre l’attenzione è spesso rivolta alle grandi aziende e strutture industriali, la realtà mostra che vi sono diverse opportunità anche per superfici di diversa tipologia.

Chi può trarre vantaggio dall’affitto tetto capannone per fotovoltaico quindi?

  • Grandi imprese e strutture industriali: Solitamente si parla di aziende e imprese che possono mettere a disposizione una superficie ampia rispetto alla casa privata per poter ottenere un vantaggio economico.
  • Proprietari di tetti in amianto: Se hai ancora un tetto in amianto non bonificato, potrai affidarti a questa opzione per far coprire dall’azienda l’operazione di messa in sicurezza e ottenere allo stesso tempo un guadagno.
  • Condomini e ville: Attenzione, non escludiamo a priori i tetti residenziali. Anche i piccoli impianti vengono presi in considerazione da alcuni enti e per questo motivo, condomini e ville possono entrare in questa opzione commerciale.

Prima di procedere all’affitto tetto capannone fotovoltaico, l’azienda specializzata farà un check approfondito: controllerà l’esposizione, la quantità di superficie disponibile e il livello di irraggiamento solare. Solo dopo aver valutato l’efficienza e il vantaggio offerto, verrà proposto un contratto di affitto.

I vantaggi sono numerosi: tra questi, non dovrai occuparti di burocrazia e non avrai necessità di investire economicamente. Avrai una entrata garantita per un periodo prolungato e, allo stesso tempo, migliorerai il valore economico del tuo immobile. Il mercato dell’affitto dei tetti per impianti fotovoltaici è in forte espansione in Italia e potrebbe essere l’opportunità giusta per entrare nel settore prima che diventi saturo. La sostenibilità incontra l’opportunità economica: una combinazione vincente per il futuro della tua impresa.

Hai un tetto di un capannone da affittare? Rivolgiti a Valore Comunity

Sei in possesso di un capannone e stai valutando le opzioni per generare entrate extra senza intraprendere investimenti significativi? La soluzione potrebbe risiedere proprio sopra di te: nel tuo tetto.

La transizione verso le energie rinnovabili è non solo una tendenza, ma una necessità del nostro tempo. Con l’affitto tetto capannone per fotovoltaico, non solo puoi generare un reddito regolare, ma contribuisci anche attivamente a un futuro energetico più sostenibile.

Perché scegliere Valore Comunity?

  • Esperienza: Affidandoti a Valore Comunity per l’affitto tetto capannone, ti assicuri la professionalità di un team esperto nel settore fotovoltaico.
  • Convenienza: Non dovrai sostenere costi iniziali o di manutenzione. Tutto viene gestito da Valore Comunity, permettendoti di usufruire di tariffe agevolate per il consumo di energia elettrica.
  • Sostenibilità: L’energia prodotta contribuirà a fornire corrente elettrica green e sostenibile, allineando la tua impresa alle best practices ecologiche.

Il processo è semplice. Dopo una valutazione iniziale della superficie, dell’esposizione e dell’irraggiamento solare del tuo tetto capannone fotovoltaico, verrà stipulato un contratto di affitto.

Ti interessa esplorare questa opportunità? Vuoi saperne di più sull’affitto tetto capannone fotovoltaico e su come la tua impresa può beneficiare di questa collaborazione?

Non esitare.

Compila il modulo contatti con i tuoi dati e sarai ricontattato dallo staff di Valore Comunity, pronto a guidarti in questo percorso verso un futuro energetico più verde e conveniente.

Nuovi obiettivi 2030 energie rinnovabili dall’UE

La nuova direttiva del Consiglio Europeo individua nuovi obiettivi 2030 per le energie rinnovabili. Ecco il punto della situazione

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Navigando nel panorama energetico attuale, c’è una crescente tendenza verso l’adozione di energie rinnovabili. L’Unione Europea, come protagonista di questa trasformazione, pone l’accento sul rafforzamento delle politiche ambientali e sull’accelerazione verso un futuro più sostenibile. Recentemente, il Consiglio Europeo ha adottato la nuova direttiva per ridefinire e potenziare gli obiettivi 2030 energie rinnovabili.

Questa direttiva, cruciale per il contesto energetico attuale, mira a incrementare la quota di energia rinnovabile nel consumo energetico complessivo dell’Ue al 42,5% entro il 2030. Non si tratta solo di una mera cifra: si avvicina un potenziale ulteriore incremento del 2,5%, che spingerebbe l’obiettivo al 45%. Un impegno collettivo in cui ogni Stato membro è chiamato a dare il proprio contributo.

Non è solo una questione di numeri: il focus si sposta anche su settori specifici. Ogni nazione, infatti, dovrà garantire obiettivi settoriali più ambiziosi in ambiti come:

  • i trasporti,
  • l’industria,
  • gli edifici,
  • il teleriscaldamento
  • il raffreddamento.

L’obiettivo primario?

Accelerare l’incorporazione delle rinnovabili 2030 nei settori dove, finora, il passo è stato più lento. Come riportato nella nota del Consiglio Ue, si tratta di una strategia complessiva per garantire una transizione energetica omogenea e sostenibile. Esaminando la direttiva ue rinnovabili 2030 e risulta evidente l’impegno concreto dell’Europa verso un futuro più verde.

Gli obiettivi sul settore dei trasporti

In un mondo in rapida evoluzione, il settore dei trasporti rappresenta uno degli ambiti strategici su cui l’Unione Europea ha deciso di concentrare gli sforzi per raggiungere gli obiettivi 2030 energie rinnovabili. Questi obiettivi, delineati dalla direttiva ue rinnovabili 2030, pongono delle sfide ambiziose ma necessarie per garantire un futuro sostenibile.

Guardando al quadro complessivo, si nota come gli Stati membri abbiano davanti a sé due possibili percorsi.

  1. Possono optare per una riduzione vincolante del 14,5% dell’intensità dei gas serra nei trasporti grazie all’utilizzo di energie rinnovabili entro il 2030
  2. oppure, in alternativa, mirare a una quota vincolante che copra almeno il 29% del consumo finale di energia nel settore dei trasporti con fonti rinnovabili nello stesso periodo.

Queste scelte, guidate dal desiderio di accelerare l’adozione delle rinnovabili 2030, rappresentano un passo significativo verso la decarbonizzazione dei trasporti.

Tuttavia, gli obiettivi non si fermano qui. Viene stabilito un ulteriore obiettivo secondario vincolante: almeno il 5,5% del mix energetico del settore dei trasporti dovrà essere coperto da biocarburanti avanzati e da combustibili rinnovabili di origine non biologica, come l’idrogeno rinnovabile e i combustibili sintetici a base di idrogeno.

Una particolarità di questo obiettivo risiede nel requisito minimo: entro il 2030, almeno l’1% della quota di energie rinnovabili nel settore dei trasporti dovrà provenire da fonti rinnovabili non biologiche. Queste mete evidenziano l’impegno europeo nel diversificare le fonti energetiche e rendere i trasporti sempre più green.

Nuovi obiettivi energie rinnovabili 2030 per l’industria

Il panorama energetico europeo si sta trasformando rapidamente. A seguito delle nuove disposizioni stabilite dalla direttiva ue rinnovabili 2030 , l’industria, uno dei settori più rilevanti in termini di consumo energetico, è chiamata a rivoluzionare il proprio approccio alle fonti energetiche. Infatti, per rispondere adeguatamente agli obiettivi 2030 energie rinnovabili, sono state imposte delle direttive precise.

Nello specifico, è previsto che l’industria incrementi l’utilizzo di energie rinnovabili di un consistente 1,6% annuo. Un altro aspetto cruciale riguarda l’uso dell’idrogeno: entro il 2030, il 42% dell’idrogeno impiegato nell’industria dovrà essere tratto da combustibili rinnovabili di origine non biologica (Rfnbo), una percentuale destinata a crescere ulteriormente raggiungendo il 60% entro il 2035.

Tuttavia, esistono alcune condizioni che permettono agli Stati membri una certa flessibilità nell’adempimento di questi obiettivi. Questi possono infatti beneficiare di uno sconto del 20% sul contributo delle Rfnbo nel contesto industriale, a patto che rispettino due criteri chiave. Il primo si basa sulla conformità degli Stati membri con il contributo previsto nell’ambito dell’obiettivo generale vincolante dell’Ue. Il secondo criterio, invece, impone che la quota di idrogeno derivante da combustibili fossili non superi il 23% nel 2030 e il 20% nel 2035. Questa strategia, volta a garantire una transizione energetica graduale ma decisa, enfatizza la determinazione europea a promuovere una svolta verde nell’industria.

Riscaldamento e raffrescamento degli edifici: le nuove direttive europee

In un contesto di crescente attenzione verso la sostenibilità ambientale e l’efficienza energetica, il settore edilizio emerge come uno dei pilastri centrali nella strategia europea per il raggiungimento degli obiettivi 2030 energie rinnovabili. La recente direttiva ue rinnovabili 2030 sottolinea la necessità di adottare soluzioni innovative, particolarmente per quanto riguarda il riscaldamento e il raffreddamento degli edifici.

Le nuove disposizioni delineano un panorama ambizioso: si stabilisce che almeno il 49% di quota di energia utilizzata negli edifici dovrà provenire da fonti rinnovabili entro il 2030 (quindi anche tramite fotovoltaico). Questa direzione non solo rappresenta un significativo passo avanti verso l’attuazione di soluzioni rinnovabili 2030, ma enfatizza anche l’importanza di una progressione costante. Ciò è evidenziato dalla decisione di incrementare gli obiettivi rinnovabili per il riscaldamento e il raffreddamento in modo graduale: uno 0,8% annuo fino al 2026, che diventerà 1,1% dal 2026 al 2030.

Ma c’è di più. Al di là di un tasso medio annuo minimo che tutti gli Stati membri dovranno rispettare, sono previsti ulteriori aumenti indicativi, calcolati in modo specifico per ogni Stato membro, garantendo così una strategia su misura e flessibile. Questa visione integrata sottolinea l’impegno condiviso a livello europeo per trasformare il settore edilizio in uno dei principali attori nel cambiamento verso una sostenibilità energetica avanzata.

Bioenergia: Un Tassello Fondamentale per il Futuro Energetico Sostenibile

Nell’ambito degli obiettivi 2030 energie rinnovabili, la bioenergia emerge come una componente chiave. Si integra armoniosamente nel quadro delineato dalla direttiva ue rinnovabili 2030 e dalla corrispondente direttiva europea rinnovabili 2030. In questo contesto, la direttiva ha assunto un impegno concreto: rafforzare i criteri di sostenibilità per l’utilizzo della biomassa destinata alla produzione energetica.

L’obiettivo principale è minimizzare il rischio associato ad una produzione di bioenergia che non rispetti criteri sostenibili. Inoltre, gli Stati membri, in adesione ai principi fissati, assicureranno l’adozione di un approccio sequenziale, il cosiddetto “principio a cascata”. Questo metodo permette di valorizzare ogni singolo componente della biomassa, prestando attenzione ai regimi di sostegno e rispettando le peculiarità di ogni singolo Stato membro. In tal modo, si orienta verso una visione energetica rinnovabili 2030 che sposa innovazione e sostenibilità.

I nuovi obiettivi 2030 energie rinnovabili dovranno andare di pari passo con uno snellimento della procedura e dei tempi per i permessi

Nel quadro degli obiettivi 2030 energie rinnovabili, si è data particolare enfasi alla necessità di snellire le procedure per ottenere i permessi (come questi di cui parliamo qui). La direttiva ue rinnovabili 2030 ha riconosciuto l’importanza di accelerare l’adozione di soluzioni sostenibili, in risposta alle sfide geopolitiche emerse a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina.

Per questo, prendi atto: le procedure di autorizzazione per i progetti legati alle energie verdi subiranno un’accelerazione significativa. Il contesto più ampio vede l’Europa impegnata nel piano REPowerEU, che mira a una maggiore indipendenza dai combustibili fossili, in particolare da quelli russi. Gli Stati membri delineeranno aree specifiche per l’accelerazione delle energie rinnovabili. Qui, i progetti legati alle rinnovabili 2030 beneficeranno di procedure di autorizzazione semplificate e veloci. Infine, l’espansione dell’energia verde sarà considerata di “interesse pubblico preminente“, circoscrivendo ulteriormente eventuali obiezioni legali ai nuovi impianti.

Prossimi passi

All’interno del percorso verso un futuro energetico più sostenibile e verde, la definizione di obiettivi 2030 energie rinnovabili rappresenta un pilastro fondamentale. Recentemente, con la formalizzazione della direttiva ue rinnovabili 2030 si è compiuto un passo significativo in questa direzione. Come previsto dai prossimi passi, la direttiva, appena adottata, verrà pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell’Ue. A partire dalla sua pubblicazione, il countdown avrà inizio: entrerà in vigore esattamente 20 giorni dopo.

Per quanto riguarda gli Stati membri, la responsabilità si fa ancor più grande: avranno un lasso di tempo di 18 mesi, a partire dall’entrata in vigore della direttiva, per incorporarla nella propria legislazione nazionale. Durante questo periodo, gli impianti fotovoltaici e tutte le soluzioni legate alle rinnovabili 2030 riceveranno uno slancio decisivo. Si tratta di una trasformazione fondamentale, la quale necessiterà di competenza e professionalità in ogni fase.

Se si è alla ricerca di orientamento, consulenza e soluzioni concrete nel campo delle energie rinnovabili, Valore Comunity è la risposta giusta. Forti di un’esperienza pluriennale e di una specializzazione nell’installazione di impianti fotovoltaici, gli esperti della Comunità sono pronti a guidare in ogni fase del percorso verso un futuro energetico sostenibile.

Per approfondire e ricevere una consulenza mirata, ti invitiamo a compilare il modulo contatti che trovi in questa pagina. Gli specialisti di Valore Comunity saranno lieti di ricontattarti e offrirti il loro supporto.

Le attività delle C.E.R. entrano nel Terzo Settore

L’attività di produzione, accumulo e condivisione di energia da fonti rinnovabili a fini di autoconsumo rientrerà nel novero delle attività di interesse generale previste dal Codice del Terzo Settore

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L‘intersezione tra sostenibilità energetica e solidarietà sociale sta dando vita a un cambiamento significativo nella normativa del Terzo Settore. Il panorama italiano delle Comunità Energetiche Rinnovabili, si arricchisce di una nuova prospettiva. Questo grazie all’introduzione di misure che vedono l’energia rinnovabile non solo come una risorsa per il pianeta ma anche come un mezzo per creare valore nella società.

Un’importante novità per il Terzo settore e i suoi enti si profila all’orizzonte. Poco prima della pausa estiva, è stata infatti pubblicata la legge 26 luglio 2023, n. 95, entrata in vigore il 27 luglio 2023. Questa legge, introducendo l’art. 3-septies nel d.l. 57/2023, ha esteso il riconoscimento di attività di interesse generale previste dall’art. 5, comma 1, del d.lgs. 117/2017 – il Codice del Terzo Settore – e dell’art. 2, comma 1, d.lgs. 112/2017 sull’impresa sociale.

Ora, anche l’attività di produzione, accumulo e condivisione di energia da fonti rinnovabili a fini di autoconsumo viene riconosciuta come di interesse generale. Questa evoluzione normativa rappresenta un passo fondamentale nella valorizzazione delle iniziative sostenibili come quelle portate avanti dalle Comunità Energetiche Rinnovabili.

Ecco i principali punti chiave da tenere presente:

  • Estensione delle attività di interesse generale: l’inclusione delle C.E.R nella normativa del Terzo Settore rappresenta una valida integrazione tra sostenibilità energetica e sociale.
  • Riconoscimento della sostenibilità: l’energia rinnovabile diventa non solo una risorsa ambientale ma anche uno strumento di valore per la società.
  • Innovazione legislativa: con la legge 26 luglio 2023, n. 95, il Terzo Settore si arricchisce di nuove opportunità e sfide.

Approfondisci ulteriormente questa tematica per comprendere meglio come si stanno evolvendo le prospettive per le Comunità Energetiche Rinnovabili nel Terzo Settore.

Cosa prevede la conversione in legge del DL 57/2023

La crescente necessità di un’energia più sostenibile e rispettosa dell’ambiente ha dato slancio a nuove opportunità nell’ambito del Terzo Settore. Un fulcro di questa evoluzione è il DL 57/2023, una normativa che incide profondamente sul panorama delle Comunità Energetiche Rinnovabili Terzo Settore. Questo decreto, ora convertito in legge, introduce specifiche che ampliano e chiariscono il ruolo delle C.E.R. all’interno del contesto del Terzo Settore, riconoscendo l’importanza della sostenibilità energetica come elemento fondamentale per il bene comune.

Ecco le principali novità introdotte:

  • Modifica dell’art. 5, d.lgs. 117/2017: L’articolo ora esplicita che tra gli interventi e servizi finalizzati al miglioramento delle condizioni dell’ambiente, rientra anche la produzione, accumulo e condivisione di energia da fonti rinnovabili a fini di autoconsumo. Il riferimento si collega al decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 199, stabilendo chiaramente una nuova frontiera per il Terzo Settore in relazione alla gestione energetica.
  • Revisione dell’art. 2, d.lgs. 112/2017: Similmente al precedente, anche questo articolo si arricchisce con la menzione delle attività legate alle fonti rinnovabili, ponendo enfasi sul loro ruolo nell’ambito della protezione ambientale e dell’uso responsabile delle risorse naturali.

Queste modifiche normative rappresentano un segnale positivo per tutte le imprese e individui che operano o desiderano operare nel campo delle Comunità Energetiche Rinnovabili. L’integrazione di queste disposizioni offre una direzione chiara, sottolineando l’importanza delle iniziative sostenibili nell’ambito del Terzo Settore e fornendo un contesto favorevole per chi punta a un futuro energetico rinnovabile.

Cosa prevede la conversione in legge del DL 57/2023

La figura della Comunità Energetica Rinnovabile (CER), nel contesto del Terzo Settore, è destinata ad assumere una rilevanza inedita. Con la recente conversione in legge del DL 57/2023, si realizza un’evoluzione significativa, che imposta le Comunità Energetiche Rinnovabili Terzo Settore come attori principali nel panorama energetico nazionale.

L’approvazione di questo decreto porta con sé alcune modifiche essenziali:

  1. Art. 5, comma 1, lett. e), d.lgs. 117/2017: ora esplicita che interventi e servizi finalizzati al benessere dell’ambiente e all’uso responsabile delle risorse naturali, escludendo specificatamente l’attività di raccolta e riciclaggio dei rifiuti, comprendono anche l’azione delle CER nella produzione, accumulo e condivisione di energia da fonti rinnovabili per l’autoconsumo.
  2. Art. 2, comma 1, lett. e), d.lgs. 112/2017: in parallelo, ribadisce l’importanza delle attività orientate alla protezione ambientale e all’utilizzo sostenibile delle risorse, enfatizzando il ruolo delle CER.

Ciò rappresenta un’importante integrazione, poiché elimina qualsiasi ambiguità sul ruolo delle C.E.R Terzo Settore. Grazie a queste chiare disposizioni, le attività delle Comunità Energetiche Rinnovabili possono essere pienamente riconosciute e promosse all’interno del contesto legislativo del Terzo Settore.

Sottolineare questo cambiamento è fondamentale per chi opera nel Terzo Settore e intende entrare nel settore delle energie rinnovabili. La conversione del DL 57/2023 pone le basi per una trasformazione sostenibile dell’ambito energetico e rafforza l’interazione tra energia rinnovabile e Terzo Settore.

La forma giuridica delle C.E.R.

Nel vasto panorama delle energie rinnovabili, le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) occupano un posto d’onore, costituendo un ponte tra l’ambito energetico e il Terzo Settore. Ovviamente, stante la natura dell’Ente del Terzo Settore come qualifica soggettiva, uno dei nodi centrali è la definizione della forma giuridica adatta alle C.E.R. La recente evoluzione legislativa, seppur non offra una soluzione definitiva, fornisce spunti preziosi per orientare le scelte.

Esaminando con attenzione, emergono alcune possibilità:

  1. Impresa Sociale: La modifica legislativa amplia gli orizzonti, permettendo alle Comunità Energetiche Rinnovabili non solo di adottare la forma di società cooperativa, già diffusa tra alcune CER, ma anche di evolversi come società di capitali con qualifica di impresa sociale, come delineato dal d.lgs. 112/2017.
  2. Associazione di Promozione Sociale (Aps): Una CER, se costituita come associazione, potrebbe mirare al riconoscimento come Aps. Questa scelta, già adottata da certe CER, avrebbe il vantaggio di accedere al favorevole regime fiscale previsto dall’art. 85, comma 1, Codice del Terzo settore – una volta che questo entrerà in vigore – per le attività realizzate a favore dei propri associati.

In conclusione, definire la forma giuridica delle Comunità Energetiche Rinnovabili rappresenta una tappa essenziale per chi intende operare efficacemente all’intersezione tra energie rinnovabili e Terzo Settore.

Comunità energetiche nel Terzo Settore: conclusione

Nell’evoluzione del panorama energetico e sociale, emerge con forza l’integrazione tra Comunità Energetiche Rinnovabili e Terzo Settore. Tale connubio ha dato origine a una rivoluzione che non riguarda solo la sostenibilità energetica, ma anche il modo in cui le persone interagiscono con l’energia e la società stessa.

La possibilità per una C.E.R. di ottenere la qualifica di Ente del Terzo Settore (Ets) rappresenta una svolta significativa. Questa qualifica apre a numerosi benefici:

  • Vantaggi fiscali: sgravi e incentivi pensati per le realtà del Terzo Settore.
  • Accesso a fondi pubblici: risorse destinate specificamente a iniziative con valenza sociale e ambientale.
  • Relazione avanzata con pubbliche amministrazioni: la modalità dell’“amministrazione condivisa” consente un dialogo più stretto e proficuo.
  • Strumenti di supporto: tra cui spiccano il social bonus previsto dall’art. 81, i titoli di solidarietà dell’art. 77 e le liberalità agevolate dell’art. 83.

A ben vedere, l’entrata delle Comunità Energetiche nel Terzo Settore rappresenta molto di più di un mero strumento di produzione e distribuzione di energia. Si configura come un veicolo di innovazione sociale, promuovendo forme aggregative e partecipative nel campo delle rinnovabili. Una svolta che sposa sostenibilità energetica e innovazione sociale, proiettando il modello delle C.E.R. Terzo Settore al centro del dibattito sul futuro energetico e sociale del paese.

Non perderti le ulteriori novità sulle Comunità Energetiche Rinnovabili, compila il modulo qui sotto con i tuoi dati ed aspetta di essere ricontattato dagli operatori di Valore Comunity!

Tutto quello che devi sapere sul sistema di prezzo marginale dell’energia

Cosa è, come funziona e quale influenza ha il prezzo marginale energia sulle nostre bollette? Ne parliamo in questo approfondimento!

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Nel complesso scenario del mercato energetico, la chiarezza sulle dinamiche di determinati processi è indispensabile per effettuare scelte oculate e ben informate. Uno dei meccanismi più cruciali è sicuramente il sistema di prezzo marginale dell’energia, che rappresenta un punto nodale nella definizione del prezzo dell’energia elettrica nel contesto europeo. Originato in Gran Bretagna nel 1989, questo sistema è nato con l’obiettivo primario di incentivare l’utilizzo di fonti di energia rinnovabile. Infatti, nonostante le potenzialità sostenibili e pulite delle energie rinnovabili, queste avevano difficoltà a contrastare i prezzi dell’energia fossile, decisamente più competitivi all’epoca.

Però, il dinamismo e le continue evoluzioni del mercato hanno portato a nuovi equilibri. La crescente volatilità dei prezzi del gas e l’intrinseca insostenibilità del carbone hanno completamente modificato le vecchie dinamiche. Adesso, l‘energia derivata dalle fonti fossili rischia di diventare un onere nel contesto dei prezzi energetici. Questa situazione, unita all’imperativo di avviarsi verso un panorama energetico più sostenibile, solleva interrogativi sul prezzo marginale energia. Mentre il sistema marginale in passato puntava a supportare le fonti rinnovabili, oggi si profila la necessità di rivederne l’approccio, con una riflessione profonda a livello europeo.

È quindi cruciale per gli imprenditori, che ambiscono a soluzioni tanto sostenibili quanto economiche, comprendere queste tendenze. Il fotovoltaico si profila come l’opzione ideale per contrastare le crescenti oscillazioni dei prezzi energetici. Continuando con questa analisi, si avrà una panoramica completa sul sistema di prezzo marginale e su come il fotovoltaico rappresenti la strategia vincente per un domani energetico affidabile e verde.

Come funziona il sistema di prezzo marginale dell’energia?

Al centro delle dinamiche del mercato energetico, sia a livello europeo che italiano, si colloca un principio cardine nella definizione dei costi energetici: il sistema di prezzo marginale dell’energia. Questo meccanismo, spesso identificato come “pay-as-clear”, costituisce un elemento imprescindibile per decifrare le strategie di prezzatura dell’elettricità, influenzando direttamente le performance economiche delle imprese.

Ma di che cosa si tratta esattamente?

Ogni 24 ore, i produttori di energia indicano le quantità di elettricità che sono in grado di generare il giorno successivo, definendo dettagliatamente orari e tariffe. In Italia, il GME – ente responsabile della gestione dei mercati energetici dal 2004 – inizia ad acquistare l’energia fornita dai produttori, basandosi su previsioni di necessità energetiche, dando priorità a chi ha proposto tariffe inferiori. Quando la capacità delle centrali a costi ridotti viene esaurita, si fa ricorso a chi propone tariffe maggiorate, incrementando progressivamente fino a coprire integralmente la richiesta nazionale di energia. In conclusione, tutti i produttori vengono remunerati in base al prezzo dell’ultima offerta accettata, il prezzo marginale, che paradossalmente risulta essere il più elevato.

Da un punto di vista imprenditoriale, comprendere la logica di questo sistema marginale energia è cruciale nella definizione della struttura dei costi energetici. Dato l’incremento dei costi delle fonti fossili e le continue evoluzioni nel settore, le energie rinnovabili, con particolare enfasi sul fotovoltaico e alle C.E.R., si delineano come la risposta ideale. Queste garantiscono un costo prevedibile e vantaggioso, eludendo le fluttuazioni causate dal prezzo marginale energia. Pertanto, una pianificazione energetica attenta, con una forte attenzione al fotovoltaico, diventa la strategia per proteggersi da aumenti e assicurare un approccio sia sostenibile che economico all’energia.

Il rapporto tra sistema marginale e prezzo del gas

L’influenza del prezzo del gas sul sistema marginale non è un concetto da sottovalutare, specialmente per chi intende investire in energie rinnovabili e per gli imprenditori con una visione lungimirante. La domanda che sorge spontanea è: quanto incide effettivamente il prezzo del gas sul sistema marginale energia? Una questione che, nonostante la sua complessità, rivela aspetti fondamentali della gestione energetica.

Quando si analizza la fornitura di elettricità, le centrali basate su fonti rinnovabili come il solare ed eolico sono le prime ad intervenire, grazie ai loro bassi costi operativi e all’indipendenza dalle oscillazioni di mercato. Esse sono seguite da centrali idroelettriche, nucleare e, in ultima istanza, da quelle che utilizzano combustibili fossili.

Le centrali termoelettriche a gas, tuttavia, rappresentano l’anello più costoso della catena. La dipendenza dall’acquisto di gas, il cui costo ha registrato recentemente forti impennate, le rende particolarmente gravose. E a causa della logica del prezzo marginale, questa dinamica spesso si traduce in un costo elevato per l’intero sistema: tutti i produttori di energia, anche quelle più economici, vengono remunerate secondo l’ultima offerta quella più costosa per il consumatore perché legata al prezzo del gas.

Per questo motivo, la scelta di investire nel fotovoltaico, diventa un passo strategico. Questo permette di risparmiare sulle bollette e prendere parte alla transizione energetica, garantendo un approccio sostenibile ed economico all’energia, eludendo le incertezze legate al sistema marginale influenzato dal prezzo del gas. La visione di una Comunità Energetica Rinnovabile non è solo un’opportunità, ma un imperativo nel panorama attuale che amplifica i vantaggi offerti dal fotovoltaico.

I motivi dell’adozione del sistema di prezzo marginale e perché sarebbe opportuno rivederlo

Come è nato il sistema di prezzo marginale dell’energia e perché sarebbe opportuno rivederlo?

Queste domande meritano una profonda riflessione, soprattutto per chi desidera farsi avanti nel settore delle energie rinnovabili.

Nella sua genesi nel 1989, il sistema marginale energia era pensato come un sostegno per le energie rinnovabili. Il suo obiettivo primario era di dare spazio e competitività a queste fonti energetiche, all’epoca penalizzate dai costi d’installazione. Integrando le fonti rinnovabili nel mercato energetico, il sistema marginale assicurava loro una posizione di rilievo.

Tuttavia, i tempi sono cambiati. La struttura energetica, una volta dominata da centrali a carbone e gas, ha subito trasformazioni sostanziali. Mentre il prezzo marginale energia continua ad esistere, le sue fondamenta oscillano. La crescente dipendenza da combustibili fossili costosi e il declino del carbone hanno creato frizioni. In particolare, l’incremento dei costi del gas ha propulsato il prezzo marginale a livelli che spesso superano persino quelli delle energie rinnovabili. E ciò ha messo in luce un paradosso: un sistema creato per proteggere le fonti rinnovabili potrebbe ora renderle meno competitive.

È evidente che rivedere questo sistema marginale diventa una necessità impellente. D’altro canto, per privati e imprenditori, questo potrebbe essere il momento ideale per investire nel fotovoltaico, beneficiando di risparmi significativi sulle bollette e contribuendo attivamente alla transizione energetica.

Quali sono le possibili soluzioni da adottare per superare il sistema di prezzo marginale?

Fronteggiare le sfide poste dal prezzo marginale energia richiede soluzioni innovative e strategiche, soprattutto in un contesto di crescente incertezza del mercato. Centrale è la necessità di proteggere sia le famiglie che le imprese dalla volatilità dei prezzi. A livello europeo, in particolare a Bruxelles, sono state esaminate diverse proposte mirate a moderare gli effetti del rincaro energetico.

Il Price Cap: Un tetto ai prezzi d’importazione

Il Price Cap è una soluzione proposta per stabilire un limite massimo al prezzo del gas importato, prevalentemente dalla Russia. Si tratta di un meccanismo di salvaguardia che consente agli Stati di acquistare gas, purché il suo costo non oltrepassi una certa soglia economica.

Questo approccio, fortemente sostenuto in passato dall’ex Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha avuto una risposta variabile tra gli Stati membri. Mentre alcuni paesi esprimevano preoccupazioni, è emersa un’idea di compromesso: un tetto dinamico e temporaneo per il gas. Questa soluzione variabile, che si basa sulle tendenze globali del mercato energetico, sembra aver già influenzato positivamente il prezzo del gas.

Il disaccoppiamento del prezzo del gas da quello della luce: Una svolta strategica

L’Italia, rispondendo alle fluttuazioni del mercato energetico, ha proposto una misura audace: il disaccoppiamento del prezzo della luce da quello del gas. Grazie al Decreto Energy Release del 10 ottobre 2022, determinate categorie beneficiano di tariffe elettriche agevolate, garantendo una fornitura energetica a prezzi contenuti. Questa iniziativa, che ha riscosso l’attenzione anche a livello europeo, rappresenta un baluardo per le imprese più esposte alle variazioni dei prezzi energetici.

In questo scenario, le energie rinnovabili, e specialmente il fotovoltaico, emergono come una soluzione ottimale. Queste alternative rappresentano non solo una fonte di energia verde e sostenibile, ma anche una difesa strategica contro l’instabilità dei mercati energetici.

Cerchi un modo per liberarti una volta per tutte dalle oscillazioni dei prezzi delle bollette anche grazie alle C.E.R? Allora Compila il modulo che trovi qui di seguito con i tuoi dati! Un operatore di Valore Comunity ti ricontatterà nel più breve tempo possibile.

Cosa è il PUN (prezzo unico nazionale)? Perché influenza il costo dell’elettricità?

Cosa è il PUN (prezzo unico nazionale) e come determina il costo dell’elettricità? Abbiamo cercato di spiegarlo in questo approfondimento

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Nel contesto dell’evoluzione energetica italiana, emerge la necessità di capire le dinamiche che modulano le tariffe elettriche. Al centro di questo complesso meccanismo si trova il Prezzo Unico Nazionale o, come molti lo conoscono, PUN. L’acronimo PUN rappresenta un elemento cardine nel determinare quanto paghiamo per la luce, sia come cittadini sia come imprenditori.

Il PUN dell’energia elettrica ha assunto un ruolo centrale nel 2007, anno in cui il mercato dell’elettricità è stato liberalizzato e, di conseguenza, quotato in una specifica borsa energetica. Prima di questa data, l’approvvigionamento di energia era controllato in regime di monopolio pubblico, escludendo qualsiasi dinamica di mercato libero.

L’implementazione dei decreti Legislativo n. 79/99 e 125/07, noti come decreti Bersani, ha segnato un’importante svolta. Questa riforma ha segregato il mercato elettrico in due branche: il mercato libero e il servizio di maggior tutela. Tale distinzione ha aperto le porte a una libera scelta per cittadini e imprese, consentendo di decidere il tipo di fornitura elettrica e il fornitore più adatto alle proprie necessità.

La comprensione delle dinamiche del PUN diventa cruciale, specialmente in un’epoca dove l’efficienza energetica e le fonti rinnovabili, come il fotovoltaico, stanno acquisendo crescente importanza. Approfondire cosa è il PUN e il suo impatto sul costo delle bollette permetterà a imprenditori e privati di fare scelte ponderate e coerenti con il proprio profilo di consumo.

Interessato a delinearne ulteriormente i contorni? Allora prosegui nella lettura!

Cosa è il prezzo unico nazionale per l’energia?

Navigare nel labirinto del mercato energetico richiede una conoscenza approfondita degli indicatori che ne guidano le oscillazioni. Al centro di questo intrico si posiziona il Prezzo Unico Nazionale. La sigla PUN designa un aspetto cardine per chiunque operi o sia semplicemente un consumatore nel campo dell’energia elettrica.

La domanda sorge spontanea: cosa è il PUN? Si tratta di una media ponderata che prende in esame le quotazioni di vendita dell’energia in Italia, considerando le negoziazioni che avvengono in differenti zone territoriali, a ogni ora del giorno. Per avere un’immagine più chiara, il PUN dell’energia elettrica è il risultato delle transazioni effettuate all’interno dell’IPEX (Italian Power Exchange), che non è altro che la Borsa Elettrica Italiana. In questo contesto, si definiscono i prezzi dell’energia che influenzeranno la bolletta di aziende e privati.

Il comportamento del PUN nell’energia elettrica non è un dettaglio di poco conto. Le sue fluttuazioni incastonano le basi delle tariffe energetiche: quando il PUN cresce, è probabile che si assista a un innalzamento dei costi sulla bolletta. Ovviamente, l’incidenza del PUN cambia in base alla tipologia di tariffa selezionata. Ad esempio, se si opta per una tariffa a prezzo fisso, si ottiene una blindatura dai repentini cambi, ma con un’offerta a prezzo indicizzato si è maggiormente esposti alle variazioni del PUN.

L’importanza di familiarizzare con queste informazioni diventa evidente quando si considerano le scelte energetiche, come l’opzione di unirsi a una Comunità Energetica Rinnovabile, dove l’impiego del fotovoltaico potrebbe rappresentare una difesa contro gli incrementi dei costi energetici.

Borsa elettrica nazionale: cos’è e come funziona

Per capire cosa è il PUN, è essenziale scavare nelle complesse dinamiche della Borsa Elettrica Nazionale. Questa istituzione detiene un ruolo chiave nell’orchestrare il valore del Prezzo Unico Nazionale, un indice che chiunque desideri sottoscrivere un contratto energetico o entrare nel mercato energetico dovrebbe comprendere a fondo.

Ti ritrovi a riflettere su come il PUN influenzi la bolletta energetica. Il suo valore determina direttamente il prezzo che pagherai per l’energia consumata. Se il PUN sale, anche i costi che affronti si elevano, mentre se il PUN decresce, gioisci di una riduzione del costo dell’energia.

Ma cosa rende la Borsa Elettrica Nazionale così cruciale nella definizione del PUN? Questo mercato, considerato l’epicentro delle contrattazioni energetiche, rappresenta il luogo dove produttori e fornitori si accordano sui prezzi dell’energia, ancor prima che questa raggiunga effettivamente le case e le aziende. Tra le diverse sessioni di questo mercato, il MGP (Mercato del Giorno Prima) emerge per la sua rilevanza. In questa fase, produttori e fornitori propongono offerte di energia che verranno effettivamente erogate il giorno successivo. Queste offerte aderiscono al principio del “prezzo marginale”, una strategia che consente di stabilire il costo finale dell’energia in base all’ultimo prezzo accettato nel mercato.

Considerando l’oscillazione del PUN e la sua stretta relazione con la Borsa Elettrica Nazionale, diventa evidente l’importanza di strategie come l’installazione di impianti fotovoltaici. Essi rappresentano un’ancora contro le fluttuazioni di prezzo, permettendoti di risparmiare sulle bollette e di contribuire attivamente alla transizione energetica verso un futuro più sostenibile.

Come si calcola il PUN?

La determinazione del PUN non avviene per caso. Si calcola sulla base della media dei prezzi zonali del Mercato del Giorno Prima, modulata rispetto agli acquisti complessivi, mettendo da parte pompaggi e zone non pertinenti. In dettaglio:

  • Il costo a cui l’energia viene ceduta in borsa fluttua rispetto alla zona geografica.
  • Al contrario, le offerte d’acquisto orbitano intorno al prezzo unico nazionale o PUN.

Questo implica una variabilità oraria del PUN, influenzata dall’interazione tra domanda e offerta. Frequente è osservare picchi nelle ore dove produrre energia diventa un’impresa ardua e onerosa. Ma, laddove la produzione abbonda, il prezzo inclina verso una diminuzione.

Una volta concluso il mese, emerge il prezzo mensile del PUN: una media dei prezzi individuati nel corso dell’intero mese.

Perché il sistema del prezzo marginale influenza il PUN?

Approfondiamo adesso il concetto di Prezzo Marginale. Chi si muove nel complesso mondo energetico sa che comprenderne i dettagli è essenziale per stare al passo con un mercato che cambia velocemente. Questa comprensione permette di delineare strategie mirate per evitare rincari inattesi.

Precedentemente, abbiamo esplorato il tema di cosa è il PUN, il prezzo unico nazionale. Esso costituisce il parametro centrale nel definire il costo dell’energia elettrica all’ingrosso. Ma quale ruolo svolge il Prezzo Marginale in questo scenario? Esso rappresenta il costo sostenuto per fornire al mercato un’ulteriore unità di energia elettrica. Tale valore è definito dall’offerta energetica con il prezzo più elevato accettato in un dato istante. E proprio qui sta la chiave: l’influenza del Prezzo Marginale sul PUN è diretta. In sostanza, l’entità con l’offerta di energia più costosa detiene il potere di definire il PUN. Si deve considerare, inoltre, che il prezzo dell’energia spesso risente delle dinamiche del costo del metano, data la predominanza delle centrali a fonti fossili con alti costi di produzione, ancor più in luce della tensione geopolitica tra Russia e Ucraina.

In questo contesto, le risorse rinnovabili, con in prima linea il fotovoltaico, si configurano come baluardo contro queste oscillazioni. Optando per la fotovoltaica, imprese e privati possono generare energia con autonomia, diminuendo la vulnerabilità alle variazioni del PUN e del Prezzo Marginale. Questa scelta traduce in una consolidata prevedibilità nelle spese energetiche, proiettando verso un futuro più sostenibile e resiliente.

Dove puoi trovare il valore del PUN?

In un’era dove la consapevolezza energetica sta diventando centrale, comprendere cosa è il PUN, o Prezzo Unico Nazionale, diventa fondamentale per chi desidera fare scelte informate in termini di consumo energetico. La conoscenza del PUN consente di interpretare il mercato elettrico e di capire come varia il costo dell’energia, informazione particolarmente rilevante per chi guarda al fotovoltaico come soluzione per risparmiare sulle bollette e prendere parte attivamente alla transizione energetica.

Ma, dove si può reperire il valore aggiornato del PUN?

La principale fonte di riferimento è il Sito del Gestore Mercati Energetici (GME). Si tratta dell’entità autorizzata a fornire tale dato, rendendolo una risorsa primaria e sicura. Navigando nella sezione “sintesi mensile”, vengono esposti i dati relativi al valore del Prezzo Unico Nazionale. Tuttavia, per accedere a questa miniera di informazioni, è necessario accettare le Condizioni Generali e il contenuto informativo del sito GME. Una volta superata questa fase, si ha pieno accesso a una vasta gamma di documenti e dettagli. Analizzando le informazioni disponibili, è possibile non solo identificare il valore del PUN, ma anche distinguerlo tra PUN di Picco e di Fuori Picco. Questa distinzione fornisce una panoramica completa delle dinamiche del mercato elettrico, fondamentale per chi punta ad una gestione energetica oculata e sostenibile.

Bando Agrisolare 2023: la guida completa

Bando Agrisolare 2023: cosa è, come funziona, chi può beneficiare degli incentivi, gli interventi finanziabili.

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L’energia rinnovabile sta diventando il fulcro della trasformazione nel settore agricolo, zootecnico e agroindustriale. E’ quindi con entusiasmo che presentiamo la guida completa al Bando Agrisolare 2023. Questo specifico decreto, ufficializzato il 24 luglio 2023, si inserisce nell’ambito del PNRR, Missione 2, componente 1, investimento 2.2 “Parco Agrisolare”, e rappresenta un passo importante verso un futuro sostenibile.

Il decreto Parco Agrisolare mira a trasformare gli edifici agricoli in centrali energetiche sostenibili, offrendo incentivi per la realizzazione di impianti fotovoltaici su edifici a uso produttivo nel settore agricolo.

Il periodo per presentare le domande, dal 12 settembre al 12 ottobre 2023, è breve ma prezioso, fornendo un’opportunità ineguagliabile per gli imprenditori del settore primario.

L’obiettivo principale del Bando Agrisolare 2023 è quello di incoraggiare l’installazione di impianti fotovoltaici. Se sei un imprenditore agricolo che vuole massimizzare le prestazioni del tuo capannone o installare un nuovo impianto, questo potrebbe essere il momento giusto. Il finanziamento disponibile potrebbe rappresentare la chiave per elevare la tua attività a nuovi livelli di sostenibilità ed efficienza energetica.

Con Valore Comunity al tuo fianco, specializzata nella creazione di Comunità Energetiche Rinnovabili, sei in ottime mani per navigare attraverso ogni aspetto del bando. Il futuro dell’energia nel settore agricolo è qui, e con il Bando Agrisolare 2023, è più accessibile che mai. Contattaci compilando il modulo in questa pagina per scoprire come possiamo aiutarti a trasformare la tua attività agricola in un modello di sostenibilità ed efficienza.

Se invece vuoi scoprire tutti i dettagli del Bando Agrisolare 2023 continua a leggere!

Cosa è un Parco Agrisolare? Quali vantaggi posso ottenere se sono un imprenditore agricolo?

Il concetto di Parco Agrisolare rappresenta una svolta nel campo dell’energia sostenibile, con un impatto profondo e promettente sul settore agricolo. Ma cosa significa esattamente, e quali vantaggi si possono ottenere come imprenditore agricolo? L’importanza del Parco Agrisolare si trova nelle sue applicazioni innovative e nei benefici tangibili che offre.

Partiamo con la definizione del Parco Agrisolare. Si tratta di un’iniziativa unica che unisce la produzione agricola alla generazione di energia solare. Con l’installazione di impianti fotovoltaici sui tetti degli edifici agricoli, zootecnici e agroindustriali, il decreto Parco Agrisolare ambisce a spingere la sostenibilità energetica nelle aree rurali.

Ed ecco adesso i vantaggi che potrai ottenere qualora decidessi di realizzarne uno:

  • Vantaggi Economici: La creazione di un Parco Agrisolare può significare una notevole riduzione dei costi energetici. Grazie al Bando Agrisolare 2023, vengono offerti fondi significativi per l’installazione di questi sistemi, rendendo l’investimento ancora più conveniente. Vantaggi economici che possono essere ancora maggiori qualora decidessi di far parte di una Comunità Energetica Rinnovabile.
  • Sostenibilità Ambientale: I parchi agrisolari simboleggiano un avvicinamento alla gestione responsabile delle risorse. Utilizzando l’energia solare, si contribuisce attivamente alla riduzione delle emissioni di gas serra, supportando un’agricoltura più ecologica.
  • Ottimizzazione delle Prestazioni: Per coloro che hanno già investito in un impianto fotovoltaico, il Parco Agrisolare rappresenta una chance per migliorare le prestazioni produttive attraverso l’ottimizzazione dell’efficienza energetica e l’utilizzo di tecnologie d’avanguardia.

Le risorse stanziate dal bando Agrisolare 2023

Il Bando Agrisolare 2023 è espressamente rivolto agli imprenditori del settore primario ed è strutturato per sostenere una vasta gamma di operazioni come vedremo più avanti. Con una dotazione totale di 993.031.470,19 €, le risorse sono articolate per incentivare diversi ambiti del settore agroalimentare. Ecco i dettagli:

  1. Risorse per la Produzione Agricola Primaria: Un finanziamento significativo di 693.031.470,19 euro è rivolto alle imprese che operano nel settore della produzione agricola primaria, come specificato nella tabella 1A dell’Allegato A del decreto Parco Agrisolare. Ciò enfatizza l’importanza dell’integrazione dei sistemi fotovoltaici nelle attività agricole, rendendo l’energia solare una componente centrale dell’agricoltura moderna.
  2. Supporto alla Trasformazione dei Prodotti Agricoli: Il bando dedica 150 milioni di euro alle imprese impegnate nella trasformazione di prodotti agricoli (tabella 2A dell’Allegato A del Decreto), enfatizzando l’impegno verso la sostenibilità attraverso tutta la catena di produzione.
  3. Fondi per la Trasformazione di Prodotti Agricoli in Non Agricoli: Le imprese che si occupano della trasformazione dei prodotti agricoli in non agricoli (tabella 3A dell’Allegato A del Decreto) possono usufruire di un finanziamento di 75 milioni di euro, sottolineando l’obiettivo di promuovere pratiche ecologiche e responsabili.
  4. Finanziamento per la Produzione Agricola senza Vincolo dell’Autoconsumo: Per le aziende che non aderiscono al vincolo dell’autoconsumo (tabella 4A dell’Allegato A del Decreto), è disponibile un finanziamento di 75 milioni di euro, garantendo flessibilità nell’utilizzo dell’energia prodotta.

In sintesi, il Bando Agrisolare 2023 offre un’opportunità unica per gli imprenditori agricoli di sfruttare l’energia rinnovabile, favorendo una transizione verso un’agricoltura più sostenibile e innovativa.  Il futuro dell’agricoltura ecologica è ora più accessibile grazie a queste risorse stanziate, spianando la strada per una crescita continua e responsabile del settore primario.

Il punto sui beneficiari Agrisolare 2023

Il Bando Agrisolare 2023, lanciato nell’ambito del decreto Parco Agrisolare, apre una strada promettente per diverse entità del settore agricolo e agroindustriale. Gli stanziamenti previsti da questo bando sono finalizzati all’adozione di soluzioni energetiche sostenibili, trasformando il modo in cui l’energia viene utilizzata nel settore primario. Ecco chi potrà beneficiare delle risorse stanziate:

  1. Gli IMPRENDITORI AGRICOLI: Sia in forma individuale che societaria, gli imprenditori agricoli hanno l’opportunità di accedere ai fondi per installare o migliorare gli impianti fotovoltaici sui tetti dei loro capannoni o in altri spazi adeguati.
  2. Le IMPRESE AGROINDUSTRIALI: Le aziende che rientrano nel codice ATECO (ancora da definirsi) possono ottenere finanziamenti per promuovere l’uso dell’energia solare nelle loro operazioni, sottolineando l’importanza dell’energia rinnovabile nell’agroindustria.
  3. Le COOPERATIVE AGRICOLE: Compresi i consorzi e le società iscritte nella sezione speciale del registro imprese, queste organizzazioni hanno accesso ai fondi per implementare l’energia solare nelle loro attività di coltivazione, silvicoltura, allevamento di animali e attività connesse.
  4. Forme Aggregative di Imprese: I soggetti costituiti in forme aggregative come associazioni temporanee di imprese (A.T.I.), raggruppamenti temporanei di impresa (R.T.I), reti d’impresa, comunità energetiche rinnovabili (CER), sono idonei per accedere ai fondi, promuovendo progetti energetici congiunti.

In sintesi, il Bando Agrisolare 2023 offre un supporto finanziario mirato e flessibile, incoraggiando l’adozione di soluzioni energetiche sostenibili. Che si tratti di installare nuovi impianti o di ottimizzare quelli esistenti, Valore Comunity è pronta ad assistere tutti i beneficiari idonei nel processo di domanda e implementazione.

L’opportunità presentata dal decreto Parco Agrisolare è un passo significativo verso un futuro energeticamente efficiente e sostenibile. Contattateci oggi compilando il modulo in fondo alla pagina per esplorare come possiamo supportarvi nell’ambito del Parco Agrisolare e portare la vostra attività verso un futuro più verde e prospero. Con l’esperienza e l’expertise di Valore Comunity, l’adeguamento al Bando Agrisolare 2023 diventa un percorso fluido e ben guidato, assicurando che i progetti rispondano pienamente ai requisiti del bando.

Quali sono gli interventi che possono essere finanziati con il nuovo Bando Agrisolare 2023?

Il Bando Agrisolare 2023 offre un’opportunità unica per gli imprenditori agricoli desiderosi di investire nella modernizzazione delle loro strutture. Soprattutto qualora intendano installare nuovi impianti o migliorare le prestazioni di quelli esistenti.

Gli interventi finanziabili all’interno del Bando Agrisolare 2023 includono:

  1. Installazione di Impianti Fotovoltaici: Sui tetti di fabbricati strumentali all’attività, con una potenza di picco non inferiore a 6 kWp e non superiore a 1 MWp.
  2. Rimozione e Smaltimento dell’Amianto: Un passo cruciale verso la creazione di un ambiente di lavoro più sicuro e conforme alle normative vigenti.
  3. Realizzazione dell’Isolamento Termico dei Tetti: Un intervento che può migliorare notevolmente l’efficienza energetica delle strutture agricole.
  4. Realizzazione di un Sistema di Aerazione: Connesso alla sostituzione del tetto, compresa l’intercapedine d’aria, per una ventilazione efficace e moderna.

Inoltre, sono ammissibili le spese per la realizzazione di impianti fotovoltaici:

  • Acquisto e posa di componenti come moduli fotovoltaici, inverter, software di gestione, e ulteriori componenti di impianto.
  • Sistemi di accumulo.
  • Fornitura e messa in opera dei materiali.
  • Costi di connessione alla rete.

I limiti di spesa massimi sono i seguenti: e

  • euro 1.500,00/kWp per l’installazione dei pannelli fotovoltaici, considerando anche le economie di scala,
  • fino a ulteriori euro 1.000,00/kWh per sistemi di accumulo.

Il tutto però senza eccedere euro 100.000,00. Inoltre è prevista anche una spesa aggiuntiva fino a 30mila euro per l’installazione di dispositivi di ricarica elettrica per la mobilità sostenibile e le macchine agricole.

Questo insieme di misure sottolinea l’impegno nel Bando Agrisolare 2023 verso un futuro agricolo più sostenibile e innovativo. Rivolgiti a Valore Comunity per scoprire come possiamo supportarti nell’accesso ai fondi disponibili e trasformare la vostra attività in linea con gli standard del decreto parco agrisolare.

Qual è la logica di distribuzione delle risorse destinate al bando?

Il Bando Agrisolare 2023, una parte integrante del decreto parco agrisolare, rappresenta un’importante iniziativa rivolta agli imprenditori del settore primario interessati a investire nella sostenibilità e nell’innovazione. La domanda fondamentale è: Qual è la logica di distribuzione delle risorse destinate al bando? Questa domanda è vitale per comprendere come vengono allocate le risorse e come gli imprenditori possono beneficiarne.

Con una dotazione complessiva di circa 1 miliardo di euro, il Bando Agrisolare 2023 è strutturato in modo da fornire un sostegno finanziario mirato e differenziato. La distribuzione delle risorse è stata attentamente pianificata secondo le seguenti categorie:

  1. Imprese di Produzione Agricola: 775 milioni di euro sono destinati a queste imprese, suddivisi in:
    • Contributi a fondo perduto pari all’80% con vincolo di autoconsumo (anche condiviso) per quasi 700 milioni di euro.
    • Contributi a fondo perduto pari al 30% senza vincolo di autoconsumo per 75 milioni di euro.
  2. Imprese della Trasformazione Agricola: 150 milioni di euro saranno assegnati a queste imprese, con possibilità di un contributo a fondo perduto fino all’80% senza vincolo di autoconsumo.
  3. Imprese dell’Agroindustria: Gli ultimi 75 milioni di euro sono riservati per queste imprese, che possono beneficiare di un contributo a fondo perduto pari al 30% senza vincolo di autoconsumo.
  4. Investimenti di Autoconsumo Condiviso: Promozione della sostenibilità e dell’efficienza energetica attraverso investimenti in questa area.

Quali sono le modalità di erogazione del contributo?

Le modalità di erogazione del contributo nel quadro del Bando Agrisolare 2023 sono state attentamente strutturate per favorire gli imprenditori del settore primario che mirano a sfruttare le opportunità di sviluppo sostenibile. Sotto l’ombrello del decreto parco agrisolare, questa iniziativa rappresenta un passo fondamentale per promuovere la sostenibilità e l’efficienza energetica nelle attività agricole, zootecniche e agroindustriali.

Come parte integrante di Valore Comunity, un’associazione dedicata alla gestione e creazione di Comunità Energetiche Rinnovabili, siamo qui per guidarvi attraverso queste importanti fasi:

  1. Erogazione del Contributo: L’erogazione avverrà tramite bonifico bancario sull’IBAN fornito durante la compilazione della domanda. L’importo sarà trasferito in unica soluzione a intervento concluso, garantendo un flusso di cassa immediato.
  2. Anticipo: È possibile ottenere un anticipo fino al 30% del contributo totale, previo rilascio di fideiussione. Questa possibilità è cruciale per facilitare la fase iniziale del progetto.
  3. Cumulabilità: Il contributo Bando Parco Agrisolare PNRR 2023 è cumulabile con altri Aiuti di Stato, compresi quelli in regime de minimis. Tuttavia, ciò deve essere fatto nel rispetto del divieto del doppio finanziamento e nel limite dell’intensità massima di aiuto stabilita per ciascuna tipologia di intervento.
  4. Compliance: Un aspetto fondamentale è garantire la conformità con tutte le regolamentazioni e le direttive pertinenti, che è essenziale per assicurare che il contributo venga erogato senza ostacoli.

Il Bando Agrisolare 2023 è una significativa opportunità per gli imprenditori del settore primario che desiderano installare o migliorare un impianto fotovoltaico sui tetti dei loro capannoni. Le modalità di erogazione del contributo sono state concepite per fornire un supporto flessibile e robusto, in linea con le esigenze dell’industria moderna.

In Valore Comunity, comprendiamo che questo processo può sembrare complesso. Tuttavia, con il nostro supporto esperto possiamo guidarti in ogni fase, assicurandoti che trarrete il massimo beneficio dal Bando Agrisolare 2023. Contattaci oggi per scoprire come possiamo aiutarti a realizzare i tuoi obiettivi di sostenibilità e innovazione nel settore primario.

Valore Comunity: il tuo partner ideale per ottenere i fondi del Bando per il Parco Agrisolare

Con l’annuncio del bando agrisolare e del decreto parco agrisolare, la tua azienda si trova di fronte a una finestra di opportunità unica. Se sei un imprenditore agricolo o agroalimentare puoi rivolgerti a noi per un supporto senza precedenti nell’installazione di impianti fotovoltaici sui tetti dei capannoni delle attività agricole.

Ecco perché Valore Comunity è il partner ideale nel Bando agrisolare 2023:

  1. Esperienza e Conoscenza. Con anni di esperienza nell’installazione di impianti fotovoltaici, offriamo un’assistenza personalizzata che risponde perfettamente alle tue esigenze specifiche.
  2. Supporto Completo. Il nostro team è dedicato al tuo successo, accompagnandoti dalla preparazione della documentazione necessaria per accedere ai fondi fino all’installazione e alla manutenzione dell’impianto.
  3. Tecnologia all’Avanguardia. La nostra selezione delle tecnologie più avanzate e sostenibili assicura che il tuo impianto sia efficiente e conforme alle linee guida del Parco Agrisolare.
  4. Impegno verso la Sostenibilità. La nostra missione è in perfetta sintonia con gli obiettivi del bando agrisolare, promuovendo l’energia rinnovabile e le pratiche sostenibili nel settore agricolo.

Valore Comunity non è solo un fornitore; siamo il tuo partner strategico per massimizzare le prestazioni e garantire un futuro più verde e prospero nelle tue attività agricole. La nostra esperienza, dedizione e tecnologia ci rendono il partner ideale per realizzare i tuoi obiettivi nell’ambito del Bando Agrisolare 2023.

Contattaci oggi per scoprire come possiamo trasformare i tuoi capannoni e le tue attività agricole, realizzando un’energia sostenibile che contribuirà alla crescita del tuo business. Con Valore Comunity al tuo fianco, il Bando agrisolare 2023 diventa un percorso agevole verso il successo, supportando ogni tuo passo verso l’innovazione e l’efficienza nel settore primario.

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