Le comunità energetiche rinnovabili: cosa sono e come funzionano

Le comunità energetiche rinnovabili: cosa sono e come funzionano

Le comunità energetiche rinnovabili: cosa sono e come funzionano. Tutto quello che c’è da sapere fino ad oggi

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Le comunità energetiche rinnovabili sono un’idea che si sta affermando sempre di più, soprattutto adesso che le tecnologie si sono evolute in modo da renderle accessibili a molti. Al tempo della nascita dell’idea infatti la tecnologia non permetteva una diffusione dell’idea in modo efficiente.

Come abbiamo già trattato qui, le comunità energetiche rinnovabili infatti presuppongono un modo innovativo di produrre l’energia: si basano infatti sulla condivisione di impianti fotovoltaici e dell’energia prodotta da questo tipo di impianti. Una condivisione che porta quindi ai partecipanti alla comunità dei benefici economici come la riduzione delle bollette ed ambientali con la riduzione delle emissioni di CO2.

Anche in Italia le comunità energetiche sono in piena fase di sviluppo. Sono previsti incentivi ed agevolazioni che ne incentivano la creazione e la partecipazione anche se ancora mancano alcuni decreti attuativi fondamentali (ne parliamo qui).

Abbiamo quindi cercato di approfondire l’argomento delle C.E.R. insieme ai nostri esperti qui di seguito.

Le comunità energetiche rinnovabili: tutto quello che c’è da sapere

Le comunità energetiche rinnovabili sono state introdotte solo recentemente in Italia da un punto di vista normativo, nonostante l’idea risalga agli anni 70. Il merito di questa introduzione normativa va al Decreto Milleproroghe 162/2019 in quanto è proprio questo decreto a definire i requisiti ed i limiti con cui è possibile farne parte. La definizione di C.E.R. indica in particolare un’associazione tra cittadini, pubbliche amministrazioni locali, attività commerciali o piccole e medie imprese che decidono di collaborare per condividere uno o più impianti e per produrre energia in modo sinergico, così da garantire l’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili.

Quella introdotta dal Decreto Milleproroghe è quindi a tutti gli effetti un importante passo in avanti verso una realtà che sia sempre più attenta ai consumi ed agli sprechi e quindi anche verso lo sviluppo di una comunità sostenibile. Con le comunità energetiche rinnovabili lo scenario energetico sarebbe ben diverso da quello attuale. Non più una generazione di energia e sua distribuzione “da uno a molti” ma “da molti a molti” visto che praticamente ognuno può installare e produrre energia elettrica tramite il proprio impianto fotovoltaico.

Il risultato quindi un’idea di consumo dell’energia, e della sua produzione, molto più attenta all’ambiente di quanto non lo sia adesso. Ma i vantaggi di queste “associazioni” non sono solo relativi alla sostenibilità ambientale. I vantaggi sono anche economici visto che potrebbero generare benefici importanti sia a livello individuale che collettivo.

Cosa sono le comunità energetiche rinnovabili?

Le comunità energetiche rinnovabili fanno quindi riferimento alla produzione e distribuzione di questa energia a km 0 tramite reti intelligenti in grado di regolare i flussi di prelievo od immissione dell’energia all’interno della rete di distribuzione nazionale.

Da un punto di vista pratico, le comunità energetiche si costituiscono quando due o più enti, cittadini o imprese si associano per installare un impianto condiviso alimentato da fonti di energia rinnovabili (fotovoltaico) che possa fornire energia a diverse utenze. Il concetto quindi è abbastanza semplice.

Da un punto di vista legale, le comunità energetiche rinnovabili, sono un’associazione e quindi sono un soggetto giuridico particolare in quanto è caratterizzato dai seguenti elementi:

  • partecipazione aperta e volontaria: la decisione di entrare a far parte di una comunità è libera e volontaria. Per quanto riguarda le imprese private che partecipano a quest’associazione c’è il vincolo che essere non vi partecipino per svolgere attività commerciali o industriali principali;
  • ottenimento di benefici ambientali: il principale obiettivo delle comunità energetiche sostenibili deve essere sempre quello di ottenere degli evidenti benefici ambientali nel territorio in cui si opera. I profitti finanziari rappresentano una finalità solo secondaria;
  • membri della comunità: gli azionisti e membri possono essere solo piccole e medie imprese, persone fisiche, enti territoriali e autorità locali.

Quando queste tre caratteristiche sono presenti allora è possibile parlare di comunità energetiche rinnovabili e sostenibili.

Come funzionano le c.E.R.?

Per poter costituire una comunità energetica è necessario procedere per step precisi che sono indicati dalla Normativa. Altrimenti il rischio che si potrebbe correre è quello di incorrere in un illecito.

Quello che è certo è che il funzionamento di una comunità energetica sostenibile prevede il coinvolgimento sia di soggetti privati o pubblici. Questo perché alla base della C.E.R. ci sono impianti di produzione dell’energia elettrica da fonti rinnovabili, come quelli fotovoltaici, che devono essere installati su di un’area specifica. E’ grazie a questo tipo di impianti quindi che è possibile produrre energia elettrica e distribuirla ai membri della comunità.

La distribuzione dell’energia fra i membri è un altro nodo da scogliere in quanto non è così immediata. Se i membri sono decine, in uno stesso momento, potrebbero essercene membri che prelevano energia dalla comunità nello stesso momento in cui altri ne prelevano dalla rete di distribuzione nazionale. In questo contesto, gestire i flussi dell’energia è davvero complicato. Per questo, gli impianti fotovoltaici di una comunità energetica possono essere dotati di una smart grid. Questa non è altro che un’infrastruttura intelligente che collega tutti i membri della comunità alla fonte energetica, così da poter usufruire dell’energia e da poter scambiare eventuali surplus energetici, evitando gli sprechi. Grazie alla smart grid quindi è possibile ottimizzare la gestione energetica rendendola più efficiente.

Abbiamo ricapitolato quali sono le fasi per la realizzazione di una comunità energetica sostenibile e rinnovabile qui di seguito:

  1. La realizzazione di un’entità legale tra i futuri membri della comunità è la prima cosa da fare. Secondo la legge, queste unioni non hanno scopi di profitto ma solo di sostenibilità ambientale. Intraprendere questa strada è senza dubbio la soluzione più pratica e conveniente;
  2. Individuare l’area in cui installare l’impianto. Questo perché i nuovi impianti fotovoltaici devono trovarsi nelle vicinanza dei consumatori. Ad esempio, un condominio dovrà installare
  3. l’impianto fotovoltaico sul tetto dell’edificio in modo che questo impianto sia in condivisione con tutti i condomini. Tra l’altro in questa maniera è anche agevolare trasportare l’energia in tutti gli appartamenti che fanno parte della comunità che in questo caso possono benissimo coincidere con quelli del condominio.
  4. La messa in funzione dell’impianto e richiesta dell’istanza. Dopo aver installato l’impianto fotovoltaico, la comunità può procedere depositando un’istanza in modo da poter usufruire delle agevolazioni e degli incentivi previsti dalla legge per l’energia condivisa.

Comunità energetiche: vantaggi

Ma perché dovrei entrare a far parte delle comunità energetiche rinnovabili? Di quali vantaggi potrei beneficiare?

Come abbiamo avuto modo di anticipare, le comunità energetiche rinnovabili sono sistemi nati principalmente con obiettivi di sostenibilità ambientale. In realtà però sono diversi i benefici che si possono trarre dalla creazione di queste associazioni come ad esempio quelli economici che non sono di certo indifferenti. Abbiamo quindi deciso di elencare i principali vantaggi di una comunità energetica qui di seguito:

  • benefici economici: quando si aderisce alle comunità si può usufruire di incentivi previsti dalla legge per promuovere la transizione energetica. In particolare, puoi usufruire di detrazioni fiscali per l’installazione di un impianto fotovoltaico (ne parliamo meglio qui) oltre che di incentivi economici sul prezzo dell’energia che preleveresti dalla rete di distribuzione nazionale (le cosiddette tariffe incentivanti);
  • benefici sociali: la riduzione di emissioni di gas inquinanti e clima alteranti ha un effetto positivo su tutta l’area in cui la comunità si trova. I vantaggi, quindi, non sono circoscritti a chi appartiene a questo gruppo ma si estendono a tutti coloro che si trovano nelle vicinanze della comunità;
  • benefici ambientali: Produrre energia elettrica da impianti fotovoltaici permette di evitare di utilizzare fonti fossili per produrre energia. Inoltre con sistemi avanzati come quello della smart grid a gestire la distribuzione dell’energia si riesce a minimizzare le perdite energetiche e quindi aumentando l’efficienza di questi impianti.

Autoconsumo collettivo e C.E.R.: quali sono le differenze?

I concetti di autoconsumo collettivo e di comunità energetica sembra quasi indicare la stessa cosa anche se in realtà si riferiscono a due situazioni ben diverse. L’obiettivo di queste due configurazioni è il medesimo, ma hanno comunque le loro differenze che riportiamo qui sotto:

  • le comunità energetiche rinnovabili sono un gruppo di privati, di enti, di Pmi o di persone fisiche che si costituiscono in forma giuridica, con il fine di produrre e condividere energia elettrica;
  • i gruppi di autoconsumo collettivo invece si riferiscono più a degli utenti che si trovano all’interno di un singolo edificio come ad esempio un condominio con una molteplicità di utenze. In questo caso i condomini potrebbero associarsi fra loro per passare dal semplice consumare energia allo stato di prosumer

La differenza tra comunità energetiche rinnovabili e gruppi di autoconsumo sta quindi nella modalità di costituzione delle due configurazioni. In particolare, i consumatori svolgono un ruolo diverso in base al sistema di condivisione dell’energia adottato.

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