FAQ comunità energetiche
FAQ Comunità energetiche: tutte le riposte alle domande più digitate sui motori di ricerca
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Le comunità energetiche rinnovabili sono la vera novità dei prossimi nel campo dell’energia rinnovabile. Grazie ad esse infatti è possibile compiere un passo deciso verso la transizione ecologica del sistema produttivo e dei consumi in modo da renderli più sostenibili. Cogliendo le opportunità offerte dalle nuove tecnologie, adesso anche per i cittadini italiani è possibile unirsi per acquistare rilevanza nel settore energetico.
Mettendo in comune l’energia prodotta dai loro impianti a fonti rinnovabili, e redistribuendosela fra di loro possono dare vita alle cosiddette comunità energetiche. Un nuovo soggetto che porta incredibili vantaggi a chi decide di farne parte.
Proprio per illustrare questa nuova possibilità abbiamo deciso di riassumere, tramite alcune FAQ comunità energetiche, alcune dei punti salienti delle comunità energetiche a fonti rinnovabili.
Continua a leggere per scoprire le FAQ comunità energetiche a cui ha dato risposta Valore Comunity!
1 Faq Comunità energetiche: cos’è?
La prima Faq comunità energetiche è la più classica delle FAQ. Le Comunità Energetiche sono sostanzialmente un insieme di soggetti, privati o imprese, che condividono l’energia che producono da fonti rinnovabili. Si tratta quindi di un modello innovativo sia per la produzione, che per la distribuzione, che per il consumo di energia rinnovabile che ha come obiettivo quello di evitare lo spreco energetico.
2 FAQ comunità energetiche: qual’ è il loro obiettivo?
Le comunità energetiche sono tutte accomunate da uno stesso obiettivo: fornire energia rinnovabile a prezzi accessibili ai propri membri.
La coalizione di utenti indicata nella FAQ comunità energetiche 2 infatti collabora con l’obiettivo di produrre, consumare e gestire l’energia attraverso uno più impianti energetici locali senza chiamare in causa società elettriche che farebbero lievitare i costi di questa energia.
3 Su quali principi si fondano le comunità energetiche?
Decentramento e localizzazione della produzione energetica da fonti rinnovabili sono i principi su cui si fonda una comunità energetica rinnovabile. Ovviamente per metterli in pratica è necessario coinvolgere sia cittadini, che attività commerciali oltre alle imprese del territorio. Solo così è possibile dare vita ad un sistema in grado di produrre, consumare e scambiare energia in un’ottica di autoconsumo e collaborazione.
Le comunità energetiche si fondano anche sul principio di autoconsumo di energia. Il concetto di autoconsumo si riferisce alla possibilità di consumare in loco l’energia elettrica prodotta da un impianto di generazione locale per far fronte ai propri fabbisogni energetici.
4 Faq comunità energetiche. Come funziona una comunità energetica?
Per rispondere a questa FAQ comunità energetiche abbiamo ritenuto opportuno fare un esempio.
Mario e Francesco sono due vicini di casa.
Mario possiede una villetta e decide di realizzare un impianto fotovoltaico. In alcuni momenti della giornata, si troverà a produrre più energia di quella che riesce a consumare. Il suo vicino Francesco, anche lui proprietario di una villetta, non ha realizzato un impianto ma ha comunque deciso di entrare nella Comunità Energetica.
Mario avrà due benefici. Come prima cosa avrà un consumo ridotto dell’energia perché non avrà bisogno di prelevare corrente quando il suo impianto ne produce. Questo significa che quando dentro la sua abitazione utilizzerà elettrodomestici auto-consumerà l’energia che produce. Inoltre Mario riceverà un incentivo anche per la corrente che produce in eccesso, la quale verrà immessa nella rete di distribuzione elettrica della Comunità Energetica e che consumerà Francesco.
Francesco, grazie alla partecipazione alla Comunità, riceverà un beneficio economico per tutta quell’energia che consuma che viene prodotta dall’impianto di Mario. L’energia in questione infatti, non essendo immessa nella rete nazionale di distribuzione, avrà un costo di trasporto minore.
5 Chi sono i Prosumer?
Il prosumer è l’utente che non si limita al ruolo passivo di consumatore (consumer), ma partecipa attivamente alle diverse fasi del processo produttivo (producer). In pratica, il prosumer è colui che possiede un proprio impianto di produzione di energia, della quale ne consuma una parte.
La rimanente quota di energia può essere immessa in rete, scambiata, o accumulata in un apposito sistema e dunque restituita alle unità di consumo nel momento più opportuno. Pertanto, il prosumer è un protagonista attivo nella gestione dei flussi energetici, e può godere di una relativa autonomia e di benefici economici (Clicca qui per scoprire di più).
6 Chi può far parte di una comunità energetica?
La risposta a questa FAQ comunità energetiche può probabilmente interessare molti di voi. Ecco perché abbiamo fatto un semplice elenco di chi può entrare a far parte di una comunità energetica:
- privati,
- imprese, tranne le imprese del settore energetico (fornitori e ESCO) che però possono essere fornitrici di servizi e di infrastruttura;
- società,
- pubbliche amministrazioni.
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Faq comunità energetiche. Quali sono i benefici del far parte di una comunità energetica?
- Risparmio in bolletta: più energia si auto-consuma e più si riducono i costi della bolletta.
- Valorizzazione dell’energia prodotta: produrre energia con un impianto fotovoltaico può rappresentare una fonte di guadagno grazie ai meccanismi incentivanti, ovvero lo Scambio sul Posto, il Ritiro Dedicato.
- Riduzione dell’impatto ambientale: poiché l’energia viene prodotta da fotovoltaico, si evitano le emissioni di CO₂ o di altri gas clima alteranti.
- Agevolazioni fiscali (detrazioni o superammortamento): per i privati la realizzazione di un impianto fotovoltaico sul tetto di un edificio rientra nell’ambito degli interventi di ristrutturazione edilizia, o di riqualificazione energetica (Ecobonus e Superbonus 110%). Per le imprese invece è previsto il super-ammortamento del 130% del valore dell’investimento.
8 Faq comunità energetiche. Quali sono lo tipologie di soggetti di cui si compone una comunità energetica rinnovabile?
Anche questa FAQ comunità energetiche è indubbiamente interessante dal momento che i partecipanti ad una C.E. si suddividono in 2 tipologie:
- Produttori, ovvero coloro che possiedono un impianto di produzione dell’Energia a Fonti Rinnovabili. Questi soggetti quindi oltre a consumare l’energia che producono, possono anche cedere l’energia prodotta in eccesso.
- Consumatori, ovvero coloro che non hanno un impianto di produzione dell’energia da fonti rinnovabili e che quindi hanno bisogno di “acquistarla” per soddisfare i propri bisogni energetici (ne parliamo meglio qui).
9 Quali sono i benefici economici del far parte di una comunità energetica in qualità di consumatore?
I soggetti consumatori, ovvero coloro che non sono in possesso di un impianto fotovoltaico, possono comunque utilizzare l’energia rinnovabile prodotta da altri utenti appartenenti alla Energy Community. La ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) ha definito i termini secondo cui si possono ottenere risparmi cospicui in bolletta.
Numericamente tali valori, ponendosi in una media nazionale, si aggirano tra 8 e 10 centesimi di euro a kWh.
10 Quali sono i benefici economici del far parte di una comunità energetica in qualità di produttore?
Una delle FAQ comunità energetiche più importanti è proprio questa dal momento che tramite questa risposta è possibile capire i reali vantaggi del possedere un impianto fotovoltaico e far parte di una C.E.
I soggetti produttori, ovvero coloro che possiedono un impianto fotovoltaico con accumulo, possono accedere ad una tariffa incentivante di 16 centesimi di Euro per KW/h
11 Qual’ è la normativa che regola le comunità energetiche in Italia?
Una delle FAQ comunità energetiche non poteva di certo non riguardare la normativa che ne permette la realizzazione. Questa normativa è contenuta prevalentemente all’interno del Decreto Milleproroghe in cui vengono recepite le indicazioni della Direttiva Europea “Renewable Energy Directive” (RED II).
Il decreto stabilisce di fatto la possibilità di creare delle comunità energetiche rinnovabili in Italia, comunità il cui fine ultimo è quello dell’autoconsumo di energia, sia istantaneo che differito per offrire benefici economici ai membri della stessa C.E.R..
A queste comunità può partecipare chiunque consumi energia. Possiamo quindi dedurre che esistono due tipi di Comunità Energetiche:
- energy community many-to-many (tanti a tanti);
- comunità energetiche one-to-many ovvero di gruppi di autoconsumatori che vivono nello stesso edificio o condominio.
12 Quali caratteristiche deve possedere la comunità energetica per essere tale?
La comunità energetica rinnovabile, per essere tale, deve possedere le seguenti caratteristiche:
- Essere vincolata da contratti di natura privata per quanto riguarda accordi per la vendita di energia;
- Scambiare energia attraverso la rete di distribuzione esistente.
I soggetti che partecipano alle C.E.R. devono produrre energia destinata al proprio consumo con impianti alimentati da fonti rinnovabili di potenza complessiva non superiore a 200 kW. Questi soggetti devono inoltre essere i ubicati nella stessa rete elettrica di bassa tensione, sotto la medesima cabina di trasformazione di media/bassa tensione.
L’energia condivisa all’interno della comunità è pari al minimo, in ciascun periodo orario, tra l’energia elettrica prodotta e immessa in rete dagli impianti della comunità e l’energia elettrica prelevata dall’insieme dei membri associati. L’energia è considerata condivisa per l’autoconsumo istantaneo anche attraverso sistemi di accumulo.
E’ importante specificare che i partecipanti mantengono i loro diritti come clienti finali, compreso quello di scegliere il proprio fornitore ed uscire dalla comunità quando lo desiderano.
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