Comunità energetiche: la normativa

Comunità energetiche: la normativa

Comunità energetiche: la normativa tra direttive europee e Decreto Milleproroghe

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Finalmente anche in Italia è possibile dare vita alle Comunità Energetiche Rinnovabili. Una possibilità che permette a privati, aziende, ed eventualmente anche agli attori della pubblica amministrazione di ottenere dei vantaggi non indifferenti. Le comunità energetiche rinnovabili sono infatti una vera e propria innovazione nel settore dell’energia dal momento che non è sbagliato definirle come una sorta di evoluzione del sistema di distribuzione dell’energia oltre che della sua produzione.

L’innovazione devo però essere supportata da regole adatte a farla progredire in maniera consona e lineare. Ecco perché dapprima in Europa e poi anche in Italia è stata introdotta una normativa per le comunità energetiche. Solo attraverso un’adeguata comunità energetiche normativa è infatti possibile gestire in maniera adeguata e consona quello che in gergo viene definito autoconsumo collettivo e condiviso.

Ecco perché abbiamo interpellato i nostri esperti chiedendogli di fare il punto sulla normativa che regola le comunità energetiche. Punto della situazione che abbiamo riportato in questo approfondimento.

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Comunità energetiche: la normativa Europea

La normativa delle comunità energetiche è legata alla Direttiva Europea 2001/2018/UE sullo sviluppo delle fonti rinnovabili. La Direttiva è in particolare rivolta alla preparazione degli Stati membri della comunità europea dal momento che questi dovranno essere in grado di:

Adottare misure, tra cui la fornitura di informazioni, la fornitura di assistenza tecnico-finanziaria, la riduzione dell’onere amministrativo, compresi i criteri di gara incentrati sulle comunità, la creazione di periodi d’offerta su misura per le comunità di energia rinnovabile o la possibilità per tali comunità di essere retribuite tramite sostegno diretto quando rispettano i requisiti degli impianti di piccola taglia.

Premesso questo va preso atto che in alcuni dei paesi dell’Unione Europea le modifiche alla comunità energetica normativa nazionale sono già state avviate. Modifiche che di fatto permettono la nascita di comunità energetiche urbane nei condomini, centri commerciali o negli uffici pubblici. La direttiva infatti aveva l’obiettivo fondamentale di mettere al centro dell’attenzione lo sviluppo di energia pulita e la sua distribuzione attraverso le comunità energetiche.

La normativa delle Comunità Energetiche in Italia

Ogni direttiva europea deve essere recepita dai singoli paesi membri dell’Unione Europea. In Italia, questa direttiva doveva essere recepita entro giugno 2021 anche se non lo è stata, almeno per il momento. La normativa sulle comunità energetiche in Italia si è tuttavia arricchita dopo l’approvazione del Decreto Milleproroghe che ha delineato una strada ben precisa.

La comunità energetiche normativa si è inoltre arricchita della delibera 318/2020/R/EEL di ARERA che chiarisce e disciplina la differenza tra comunità energetiche e autoconsumo collettivo. La delibera rappresenta quindi un importante passo in avanti per l’adeguamento alla normativa comunitaria.

Ma cosa cambia di preciso con l’approvazione di queste due norme?

Le comunità energetiche secondo il Decreto Milleproroghe

E’ oramai scaduto il termine entro il quale l’Italia doveva adeguarsi alla normativa europea in modo da agevolare lo sviluppo e la condivisione di energia rinnovabile. Il termine ultimo per introdurre una comunità energetiche normativa era infatti lo scorso giugno.

Tuttavia Legambiente ed Italia Solare hanno presentato un emendamento al decreto Milleproroghe che ha permesso all’Italia di fare un passo in avanti in merito alle comunità energetiche. In particolare, le proposte dell’emendamento al Milleproroghe per lo sviluppo di comunità energetiche erano le seguenti:

  • Valorizzazione dello scambio di energia da fonti rinnovabili per le utenze situate nella stessa rete di distribuzione;
  • Agevolare e valorizzare i progetti locali per la creazione di Comunità Energetiche Rinnovabili;
  • Creare vantaggi per l’energia auto-consumata anche tramite tariffe incentivanti;
  • Spingere alla creazione di aggregazioni in grado di soddisfare i bisogni;
  • Integrare sistemi per accumulare e scambiare energia elettrica con sistemi efficienti;
  • Contribuire a stabilizzare il sistema.

Comunità energetiche ed ARERA

Come abbiamo già avuto modo di puntualizzare, le normative sulla comunità energetica non sono ancora complete in Italia. Per questo, è dovuta intervenire anche ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) in modo che si potessero completare quei passaggi necessari a dar vita alle C.E.R. Un intervento che ha dato certamente i suoi frutti ma che ha comunque avuto bisogno di un decreto attuativo del Ministero dello Sviluppo economico.

A dirla tutta, ARERA si era già espressa in tema di comunità energetiche la loro normativa da attuare per agevolarne la diffusione. Tuttavia, il parere espresso da ARERA era stato oggetto di critiche proprio da Legambiente e Italia Solare, i soggetti che hanno promosso l’emendamento sullo sviluppo delle comunità energetiche.

Critiche che hanno fatto emergere dei nodi che devono essere sciolti il prima possibile.

Criticità della normativa

Legambiente e Italia Solare hanno infatti evidenziato alcuni punti, i seguenti, che meritano un maggiore approfondimento:

  • Maggiore considerazione del consumo istantaneo di energia. E’ necessario un approfondimento dell’art. 42 bis del DL 162/2019, soprattutto sui risparmi dei costi di dispacciamento, sulle infrastrutture di distribuzione e sui costi di capacità.
  • Disciplina della condivisione di energia. E’ necessario integrare la normativa europea in modo da garantire un’effettiva condivisione della materia prima energia.
  • Chiarire il regime fiscale della condivisione energetica. E’ necessaria la coordinazione fra ARERA e l’Agenzia delle Entrate in modo da poter garantire l’attuazione delle disposizioni fiscali prima dell’adozione definitiva dei provvedimenti.
  • Specifiche sull’accesso alle attività di vendita di energia: Sono necessarie indicazioni più specifiche per quanto riguarda l’accesso alle attività di vendita e dispacciamento da parte dell’utente a condizioni semplificate.
  • Misurazione e accesso ai dati. Un utilizzo dei contatori 2G, con installazione da parte del distributore faciliterebbe la trasmissione dei dati sui consumi trasmessi dal produttore e non dal distributore.
  • Incentivi cumulabili. Gli incentivi per il fotovoltaico e le Comunità energetiche dovrebbero essere cumulabili e disponibili anche per impianti in zone agricole.
  • Approfondimento sull’autoconsumo collettivo. ARERA dovrebbe inoltre fornire un approfondimento sulle modalità di interazione tra autoconsumo collettivo e sistema elettrico.

Conclusioni

Vogliamo concludere il discorso sulla comunità energetiche normativa riportando le parole di Edoardo Zanichini, vicepresidente Legambiente. Parole di entusiastiche e di speranza che riguardano il futuro, non solo delle energie rinnovabili in Italia, ma anche dell’economia:

Finalmente sarà possibile produrre e scambiare l’energia pulita nei condomini e tra imprese, tra edifici pubblici e attività commerciali. In questo modo si apre la strada per progetti locali di impianti solari in autoproduzione ma anche per scambiare localmente l’energia in eccesso, con riduzione di sprechi e vantaggi tanto ambientali quanto economici per imprese, famiglie e comunità

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