Comunità energetica: quanto risparmio?
Comunità energetica: quanto risparmio se entro a farne parte? Tutto sulle tariffe incentivanti e sulle agevolazioni per il fotovoltaico
Home »A partire dal 2020 è possibile usufruire dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili, non solo per coloro che detengono impianti di produzione del genere. Da ora in poi infatti, l’energia prodotta da questo tipo di impianti potrà essere condivisa. A stabilirlo è una direttiva della Comunità Europea.
A seguito dell’emanazione del decreto Milleproroghe, convertito in legge nel febbraio 2020, in Italia si è tornati a discutere delle comunità di energia rinnovabili, anche dette CER. Parliamo di un vero e proprio slancio alla sostenibilità ambientale. Slancio reso possibile grazie alla direttiva europea RED II del 2018, acronimo di Renewable Energy Directive II.
Con queste direttive è stato promosso l’uso di energia derivante da fonti rinnovabili e, di conseguenza, l’autoconsumo collettivo, sempre derivante da fonti rinnovabili. Le comunità energetiche assolvono alla funzione di rendere stabili le forme di condivisione dell’energia, dimostrandosi assolutamente funzionali e valide. Possiamo definirle come forme di associazione socio-economiche che fronteggiano il problema dell’autosussistenza energetica con uno sguardo al futuro.
A questo punto però dovresti sapere che far parte delle Comunità Energetiche potrebbe avere dei vantaggi notevoli sul tuo portafoglio facendoti risparmiare sulle spese in bolletta.
Se stai cercando la risposta alla fatidica domanda “Comunità Energetica: quanto risparmio?” allora sei nel posto giusto. Abbiamo infatti chiesto ai nostri esperti di rispondere a questa domanda in questo approfondimento.
Cosa sono le comunità energetiche
Prima di rispondere alla domanda: “Comunità energetica: quanto risparmio?” è necessario fare un passo indietro e spiegare brevemente in cosa consistono.
Le CER, acronimo di comunità di energia rinnovabile, consistono in dei soggetti indipendenti controllati da utenti o soci presenti in prossimità dell’impianto di produzione di energia rinnovabile. Questi soci possono essere costituiti da PMI, amministrazioni comunali, autorità locali o persone fisiche. L’insieme di consumi e di utenze vengono amministrati come se facessero parte di un unico grande ecosistema.
Il centro della sfida è rappresentato dall’autoproduzione. Si può dire che unirsi per dotarsi di impianti di autoproduzione energetica, per poi sfruttarli per la condivisione di energia elettrica, è sicuramente una grande scelta green per il proprio condominio. La risposta alla domanda “Comunità energetica: quanto risparmio?” in questo contesto potrebbe quindi essere tranquillamente: molto!
L’obiettivo principale delle comunità energetiche, dunque, è di apportare benefici economici, sociali ed ambientali a coloro che ne fanno parte. Questa svolta è considerabile come un notevole trampolino di lancio per l’efficientamento e l’auto-sostenibilità energetica. La condivisione energetica è senz’ombra di dubbio una delle idee più innovative per fare un passo gigante verso la sostenibilità e risparmiare sulle bollette.
Prima di rispondere alla fatidica domanda: “Quanto posso risparmiare se entro a far parte di una Comunità energetica?” è però necessario introdurre un altro concetto.
Cos’è l’autoconsumo collettivo
Con autoconsumo collettivo si intende l’unione tra residenti o cittadini del medesimo condominio o di strutture confinati che producono, immagazzinano e impiegano l’energia rinnovabile.
Il decreto Milleproroghe, che parte dalla direttiva RED II, pone in essere una fase di avviamento, così come riportato dall’articolo 42bis, a partire dal quale sarà possibile installare impianti di autoproduzione di piccola taglia, con una capacità massima di 200 kW.
Sarà compito di ARERA, ovvero l’Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente, rendere effettivo il piano di attivazione delle comunità energetiche. Quest’ultima ha prodotto un documento ufficiale, da cui è emersa una prima bozza relativa al regolamento per il provvedimento, quindi benefici per il consumatore, partecipazione dei comuni e della pubblica amministrazione, misura dell’energia condivisa e monitoraggio di sistema.
L’impianto produce, per la comunità energetica, energia da condividere tra i condomini o i suoi membri, essendo collegato alla rete elettrica a bassa tensione. L’impianto che meglio si presta a conseguire i vantaggi del provvedimento è pertanto quello fotovoltaico, anche se non viene specificato.
Comunità energetiche tutti i vantaggi
Far parte di una comunità energetica significa godere di molti vantaggi, non solo di benefici economici. Per questo abbiamo ritenuto opportuno approfondire questi vantaggi qui di seguito per poi dare la risposta alla domanda “Comunità energetica: quanto risparmio?”.
Innanzitutto abbiamo dei vantaggi di tipo ambientale, considerando che con impianti di autoproduzione come questi, è possibile ridurre le emissioni di anidride carbonica, servendosi dell’energia generata da fonti rinnovabili.
Per quanto riguarda i vantaggi sociali, invece, c’è una maggiore condivisione tra la popolazione della comunità energetica, grazie all’autoproduzione di energia.
Infine, per rispondere alla domanda “Comunità energetiche: quanto risparmio?” non possiamo non accennare ai possibili vantaggi economici, di duplice natura, del farne parte. E’ infatti possibile risparmiare notevolmente sulla bolletta, visto che la condivisione interna di energia tra i membri della comunità e l’autoproduzione consentono di abbattere di abbattere i costi, ma non solo questo. C’è anche la possibilità di accedere a detrazioni ed agevolazioni fiscali per l’installazione di un impianto fotovoltaico, riducendo enormemente (fino al 110%) il costo dell’investimento.
Quanto risparmio quindi se faccio parte di una comunità Energetica? Proviamo a spiegarlo qui di seguito.
Comunità energetiche: quanto risparmio? Le tariffe incentivanti per i consumatori
Con il decreto del 16 settembre 2020 vengono individuate le tariffe incentivanti per l’energia prodotta da impianti a fonti rinnovabili. L’energia elettrica prodotta da un impianto fotovoltaico che fa parte di una comunità energetica, ha diritto per 20 anni ad una tariffa premio di 100 €/MWh o di 110 €/MWh secondo la tipologia dell’impianto.
Ma il risparmio per coloro che fanno parte di una Comunità energetica non finisce di certo qui. A quanto espresso poco più sopra dobbiamo inoltre sommare il bonus per il ritiro dedicato (RID) su tutta l’energia immessa in rete, pari a circa 0,05 €/kWh. Dobbiamo anche sommare la restituzione dei costi di trasmissione e degli oneri non goduti, indicativamente di 0,01€/kWh.
Quanto abbiamo riportato fino a questo momento è la risposta alla domanda: “Quanto posso risparmiare se entro a far parte di una Comunità energetica?” per tutti coloro che rientrano nella categoria di consumatori di energia. Costoro sono in pratica i soggetti che non posseggono un impianto, mentre invece coloro che lo posseggono, i produttori, possono risparmiare ancora di più!
Comunità energetica: quanto risparmio se sono un produttore di energia?
Per i produttori di energia il discorso è un po’ diverso: visto che sono loro a produrre l’energia che immettono nella C.E, hanno diritto ad una tariffa incentivante più alta.
Sommando tutti i benefici possono arrivare ad avere fino ad uno sconto di 0,16 € per KW. Ipotizzando un consumo medio bimestrale di 350Kw questa cifra si traduce in un risparmio sulla bolletta di quasi 50€, cifra non da poco rapportata al consumo annuale.
Comunità energetiche: Superbonus ed ecobonus
Per rispondere alla domanda: “Comunità Energetiche: quanto risparmio?” è necessario anche prendere in considerazione gli incentivi e detrazioni fiscali in vigore.
Come ben saprete, il Governo ha varato una serie di norme che conferiscono importanti agevolazioni per coloro che eseguono operazioni di efficientamento energetico sugli edifici.
Il Decreto Rilancio, attraverso i suoi emendamenti, stabilisce la possibilità di godere del Superbonus 110% per la realizzazione di comunità energetiche. Questa agevolazione sarà applicata alla quota di spesa coincidente alla potenza massima di 20 kW. Ciò significa che, a seguito dell’applicazione di uno degli “interventi trainanti” tipici, sarà possibile installare sull’edificio in questione un impianto fotovoltaico, che godrà della disciplina prevista dalla comunità energetica.
Per la potenza eccedente i 20 kW e per tutte le installazioni di fotovoltaico che non rientrano nei requisiti per la maxi-detrazione del 110% si potrà usufruire invece di una detrazione pari al 50%, con un limite di spesa massima di 96.000 euro. Sarà possibile usufruirne tramite sconto in fattura o cessione del credito oppure detrarla in rate di uguale importo direttamente in dichiarazione dei redditi.
Comunità energetica: quanto risparmio?
Logicamente è difficile fornire delle cifre precise, alla domanda “comunità energetica: quanto risparmio?”. Il risparmio della comunità energetica infatti varia anche in base all’impianto a disposizione.
Pertanto è possibile valutare l’impatto delle tariffe incentivanti sul risparmio solo esaminando individualmente ogni casistica, essendo queste cifre standard, che dipendono molto dai singoli componenti. Un tetto in affitto o lo stoccaggio di energia in eccesso per esempio, renderanno molto di più (e consentiranno un ulteriore risparmio).