Autoconsumo fotovoltaico: “1 a 1” a “1 a molti” con le Comunità Energetiche
Autoconsumo fotovoltaico: come cambia con l’entrate in vigore delle comunità energetiche
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Quello dell’energia elettrica è un settore molto particolare. Quando infatti c’è necessità di energia elettrica, questa necessità deve essere soddisfatta immediatamente. Con questo intendiamo dire che, se io premo l’interruttore per accendere la lampadina, mi aspetto che la lampadina si accenda immediatamente. C’è quindi necessità di una produzione costante dell’energia che poi deve essere distribuita ai singoli consumatori tramite la rete di distribuzione dell’energia.
Il concetto che abbiamo appena riportato è un concetto di particolare importanza quando si parla di energie rinnovabili. Soprattutto quando si parla di autoconsumo fotovoltaico. Difficilmente infatti i possessori di un impianto fotovoltaico sono in grado di auto-consumare l’energia che produce il proprio impianto durante la notte, dal momento che il fotovoltaico non ne produce.
E’ proprio in questo contesto che è stato introdotto il concetto di comunità energetica e quello di autoconsumo collettivo dell’energia prodotta dagli impianti fotovoltaici.
Ma come funziona l’autoconsumo fotovoltaico? Come funziona l’autoconsumo collettivo?
Abbiamo provato a fare il punto della situazione insieme ai nostri esperti.
Come funziona l’autoconsumo fotovoltaico
Per spiegare come funziona l’autoconsumo fotovoltaico forse è più immediato partire da un esempio concreto. Prendiamo come riferimento l’installazione di un impianto fotovoltaico.
Un impianto di questo tipo è comunque connesso alla rete elettrica tramite un punto di prelievo (POD). L’energia che produce l’impianto serve a soddisfare sia il fabbisogno associato a quel preciso POD permettendo di fatto l’autoconsumo fotovoltaico al suo possessore, sia a fornire energia alla rete cedendogliela tramite differenti modalità come lo scambio sul posto o il ritiro dedicato. Ovviamente, l’energia ceduta alla rete sarà quella non autoconsumata dal possessore dell’impianto, ovvero quella prodotta in eccesso dall’impianto.
La modalità di autoconsumo fotovoltaico che abbiamo appena descritto è definita “1 a 1”. Il beneficiario di ogni impianto è infatti unico dal momento che si riferisce ad un solo POD. Questo fattore incide anche sul dimensionamento dell’impianto, che ovviamente verrà tarato per garantire al possessore la maggiore quota di autoconsumo fotovoltaico possibile.
Se però prendiamo in esame il caso del condominio, il fotovoltaico che potrebbe essere installato nel tetto dell’edificio dovrebbe soddisfare il fabbisogno del singolo POD associato all’impianto, ovvero quello dei servizi comuni. Con questa configurazione, in parole povere, non verrebbe preso in considerazione il fabbisogno energetico dei singoli appartamenti. D’altronde, anche fisicamente, è impossibile collegare l’impianto fotovoltaico condominiale ad ogni appartamento.
E’ anche per risolvere casi come questo di cui abbiamo appena parlato che il legislatore, tramite l’approvazione del Decreto Milleproroghe art. 42 bis, ha provveduto a sviluppare la configurazione delle comunità energetiche. In sostanza, tramite questa configurazione, l’energia prodotta in configurazione di autoconsumo fotovoltaico “1 a 1” viene rimessa in gioco, garantendo di fatto una sorta di autoconsumo 1 a molti (i partecipanti alla comunità).
Comunità energetiche rinnovabili, cosa sono
E’ a questo punto che, dopo aver spiegato come funziona l’autoconsumo fotovoltaico dobbiamo per forza parlare delle comunità energetiche rinnovabili.
Una comunità energetica rinnovabile è in pratica un’associazione di utenti che condividono fra di loro l’energia che producono da fonti rinnovabili. Il fine ultimo è quello di riuscire a coprire il loro fabbisogno energetico simultaneo in modo da rendersi il più indipendenti possibile dalla fornitura della rete elettrica nazionale. In questo modo ovviamente, gli associati potrebbero ottenere molti vantaggi, soprattutto di natura economica andando a ridurre sensibilmente le spese energetiche.
I vincoli delle C.E e chi vi può prendere parte
Il concetto di autoconsumo fotovoltaico tramite comunità energetica è un concetto talmente innovativo che non possiede alcuna barriera di ingresso. Possono infatti far parte di una comunità energetica sia privati cittadini, che imprese, ma anche gli enti pubblici. Costoro possono o meno possedere un impianto di produzione di energia da fonti rinnovabili: possono perciò far parte di una comunità energetica come consumatori o come produttori (di energia).
L’importante è che vengano rispettati i seguenti requisiti:
- I punti di connessione devono essere ubicati su reti elettriche sottese alla stessa cabina di trasformazione Media/Bassa Tensione.
- L’ammontare totale della potenza installata degli impianti di produzione non può superare i 200 kW.
Come funziona la condivisione dell’energia all’interno di una Comunità Energetica?
La condivisione dell’energia per l’autoconsumo fotovoltaico prodotta dagli impianti avviene tramite la rete di distribuzione esistente. La quota di energia condivisa è pari al minimo, in ciascun periodo orario, tra l’energia elettrica prodotta e immessa in rete dagli impianti a fonti rinnovabili e l’energia elettrica prelevata dall’insieme dei clienti finali associati.
Ne consegue pertanto che l’energia condivisa deve essere dedicata all’autoconsumo istantaneo oppure essere destinata ai sistemi di accumulo tramite i quali, in un secondo momento, poter garantire l’autoconsumo istantaneo.
La gestione di una comunità energetica
La gestione di una comunità energetica avviene tramite un’associazione creata ad hoc. Questa può essere costituita da persone fisiche, piccole e medie imprese, enti territoriali o autorità locali (amministrazioni comunali). L’importante è che i loro punti di prelievo e immissione complessiva non superino i 200 kW e siano ubicati in reti in bassa tensione e sottese alla medesima cabina di trasformazione MT/bt.
Una volta creata l’associazione essa individua un delegato che gestisce i rapporti economici con il GSE. Tutti gli altri partecipanti alla comunità energetica invece mantengono lo status di clienti finali. Ovviamente, i rapporti di condivisione dell’energia, dovranno essere regolati tramite un contratto di diritto privato. Come tale, i partecipanti possono sempre di decidere di lasciare la comunità in qualsiasi momento. Al tempo stesso può mantenere e/o scegliere il proprio fornitore di energia elettrica.
Come avviene la valorizzazione economica dell’energia condivisa?
La quota di energia prodotta dall’impianti FV che viene condivisa per l’autoconsumo fotovoltaico è a sua volta valorizzata attraverso l’applicazione di corrispettivi economici. Questo perché il legislatore cerca in qualche modo di valorizzare l’effetto virtuoso che la produzione distribuita conferisce al sistema di distribuzione dell’energia, oltre all’applicazione di tariffe incentivanti (di cui parliamo qui).
E’ proprio grazie a questa valorizzazione economica che il delegato dall’associazione della comunità energetica potrà distribuire direttamente gli importi economici maturati secondo tempistiche e modalità concordate.
L’autoconsumo fotovoltaico è compatibile con gli incentivi previsti dal Superbonus 110%?
Sono in molti a chiedersi se l’autoconsumo fotovoltaico sia compatibile con gli incentivi previsti dal Superbonus 110%. A costoro possiamo dare una buona notizia dal momento che la risposta a questa domanda è si!
I soggetti che intendono realizzare i lavori di efficientamento energetico per la realizzazione di comunità energetiche potranno ottenere una detrazione del 110% sulla spesa sostenuta per l’installazione di un impianto fv di potenza massima di 20 kW. Anche i condomini potranno godere della maxi-detrazione del 110%, per gli interventi trainanti e trainati come l’installazione del FV. In questo caso, l’impianto installato, potrà godere della disciplina prevista dalla comunità energetica.
Se l’impianto supererà questa potenza, quella eccedente potrà usufruire della detrazione ordinaria del 50% per un limite di spesa massimo di 96.000 euro.
Conclusione
Le comunità energetiche, che sfruttino o meno l’autoconsumo fotovoltaico, rappresentano una grande opportunità visto che riescono a rivalutare il ruolo l’utente rendendolo parte attiva del sistema energetico attraverso la partecipazione e condivisione dell’energia. Tutto questo porterà indubbi vantaggi nella direzione di un uso dell’energia sempre più green e sostenibile.
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