Quali sono i vantaggi per i consumer di energia che fanno parte di una C.E.R.?
Ai consumer di energia conviene entrare a far parte di una C.E.R.? Quali vantaggi possono ottenere?
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In Italia, come del resto in tutto il mondo, le fonti energetiche rinnovabili stanno facendosi sempre più spazio. Tutto questo a prescindere dalla lentissima macchina burocratica che deve essere messa in moto ogniqualvolta si cerca di installare un impianto di questo tipo e dalle vecchie abitudini di utilizzare i sistemi tradizionali di energia.
Ad onor del vero, molto è stato fatto per velocizzare la macchina, e le vecchie abitudini, complici anche i recenti rincari dell’energia stanno finalmente lasciando spazio a quelle nuove. Tra le soluzioni più concrete, almeno in Italia, figura sicuramente il fotovoltaico, fonte di energia pulita facilmente accumulabile grazie ai pannelli solari ed alle batterie di accumulo.
In particolare, quest’ultima soluzione può essere ancora più conveniente se inserita nel contesto delle comunità energetiche. In questo modo infatti, non solo i possessori degli impianti fotovoltaici o producer di energia possono ottenere diversi vantaggi ma anche coloro che non li possiedono, ovvero i consumer di energia. Non si tratta solo di un discorso economico, certo molto importante per i consumer, ma anche di un discorso di sostenibilità ambientale.
Ed è proprio dei vantaggi che i consumer di energia possono ottenere partecipando ad una comunità energetica rinnovabile di cui parleremo all’interno di questo approfondimento.
Cos’è una comunità energetica come Valore Comunity?
Le comunità energetiche, come del resto Valore Comunity, non sono altro che delle associazioni di soggetti come persone fisiche, imprese, o enti amministrative che producono, condividono, e distribuiscono energia ottenuta da impianti a fonti rinnovabili come quelli fotovoltaici. Le comunità energetiche quindi hanno la possibilità di gestire diversi impianti fotovoltaici su tutto il territorio italiano suddividendoli in diverse C.E.R.
L’associazione di fatto ha l’obiettivo di migliorare notevolmente l’iter burocratico e l’amministrazione energetica, ponendosi come punto di riferimento tra gli utenti e la produzione di energia. Lo scopo è quello di ridurre al minimo gli sprechi di energia e di favorire in tutti modi l’autoconsumo.
Per far parte di una C.E.R. non è necessario possedere un impianto, anche chi non ne possiede uno, come i consumer, possono entrarvi a far parte. In questo caso, preleveranno direttamente l’energia prodotta dagli impianti che fanno parte della C.E.R. con conseguenti vantaggi economici.
L’autoconsumo di energia
Le comunità energetiche si inseriscono quindi in un concetto molto più ampio, quello di autoconsumo. Con questo termine si indica la situazione in cui, data una certa quantità di energia prodotta da un impianto a fonti rinnovabili come quello fotovoltaico, tale energia viene interamente consumata da chi la produce. In sostanza con autoconsumo di energia ci si riferisce al fatto di consumare l’energia che produce il proprio impianto fotovoltaico.
In un contesto di comunità energetica però, l’energia prodotta dagli impianti fotovoltaici che ne fanno parte, viene autoconsumata anche dai membri della comunità e quindi anche dai consumer di energia.
E’ evidente quindi che questo modo di operare salvaguarda ancora di più l’ambiente. In questo modo infatti, ogni privato, azienda o ente amministrativo, anche senza impianto fotovoltaico (consumer) può contare sull’energia prodotta da fonti rinnovabili. Contando su questa energia di fatto, fa in modo di far diminuire la domanda di energia prodotta da fonti rinnovabili e quindi la sua produzione. Il risultato è una minore emissione di gas serra e, l’ambiente che ci circonda, sicuramente ne trarrà i maggiori effetti positivi.
Le Smart Grid
Una Energy Community però non è frutto di un’idea astratta, anzi. Solo dopo anni di sviluppi tecnologici è stato possibile creare una rete di distribuzione dell’energia che sia bidirezionale e che sappia gestire in maniera automatica i flussi di energia ovvero la Smart Grid (ne parliamo meglio qui).
In questo modo è stato possibile passare da un sistema di distribuzione dell’energia “da uno a molti” ad uno “da molti a molti”. La rete non sarà più centralizzata ma sarà quindi basata su di un sistema peer to peer in cui anche i consumer avranno un ruolo importante.
I vantaggi delle comunità energetiche
Arrivato a questo punto dovrebbe essere evidente come far parte di una Comunità Energetica sia una soluzione intelligente non solo per limitare le emissioni di gas serra nell’ambiente ma anche per un concreto risparmio economico. Ma i benefici non finiscono certo qui. Abbiamo riassunto i principali vantaggi qui di seguito:
- Riduzione delle emissioni di gas serra o inquinanti: attraverso un maggior utilizzo di impianti di energia rinnovabile è possibile ridurre concretamente le emissioni nell’ambiente.
- Educativi: uno dei benefici più importanti nell’affidarsi a una Comunità energetica è il messaggio che questa propone ai cittadini. Attraverso un’opera di sensibilizzazione è possibile incentivare gli utenti più scettici a provare le fonti di energia pulita.
- Costi: condividere con tanti utenti l’energia consente di abbassare i costi in modo significativo, sia questo autoprodotto oppure come parte terza.
Prosumer o consumer: i due soggetti su cui si basano le comunità energetiche
I vantaggi delle comunità energetiche però non si fermano di certo a quelli che abbiamo analizzato poco fa. In effetti la situazione dovrebbe essere analizzata in maniera un po’ più approfondita.
I membri di una comunità energetica infatti non sono tutti uguali. Possiamo infatti distinguere tra:
- prosumer di energia: la parola prosumer deriva dalla fusione dei termini inglesi producer e consumer. In sostanza questi soggetti sono dei veri e propri produttori e consumatori di energia al tempo stesso. In altre parole i prosumer di energia sono i possessori degli impianti fotovoltaici che fanno parte di una C.E.R.
- consumer di energia: i consumatori di energia sono invece i soggetti che pur facendo parte di una C.E.R. non hanno impianti di produzione dell’energia. In sostanza sono coloro che non hanno impianti fotovoltaici.
E’ evidente come, per i prosumer di energia, il far parte di una comunità energetica comporti dei maggiori vantaggi, soprattutto in termini economici. Tuttavia i prosumer sono anche coloro che effettuano un investimento non indifferente, seppur mitigato dai vari bonus per il fotovoltaico, per installare un impianto di produzione di energia come quello a moduli fotovoltaici. Non tutti quindi potrebbero essere in grado di sostenere questi costi. Ecco che quindi anche far parte di una C.E.R. in qualità di consumer potrebbe essere conveniente. Ne parliamo meglio qui di seguito.
Consumer: i vantaggi concreti del fare parte di una Comunità energetica senza fotovoltaico
Anche i consumer quindi possono trarre dei vantaggi non indifferenti dal far parte di una Comunità Energetica.
Chi non è in possesso di un impianto fotovoltaico può utilizzare senza problemi l’energia prodotta dagli impianti fotovoltaici della comunità. ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) ha definito i termini secondo cui si possono ottenere risparmi cospicui in bolletta. Termini che con tutta probabilità saranno anche inclusi nel prossimo Decreto sulle Comunità Energetiche.
Ma a quanto ammontano questi termini?
I consumer di energia avranno accesso ad una tariffa incentivante per il consumo di quella parte di energia che dovranno comunque prelevare dalla rete elettrica nazionale. I consumer quindi potranno avere accesso ad una tariffa incentivante di circa 0,10 € per ogni kWh consumato.
Perché fare parte di una C.E.R. se non ho un impianto fotovoltaico?
Oltre alla tariffa incentivante riservata ai consumer, costoro possono anche contare su tutta un’altra serie di vantaggi. Li abbiamo elencati qui di seguito:
- Investimento iniziale pari a zero: entrare a far parte di una Comunità energetica senza impianto fotovoltaico significa non dover affrontare un ingente investimento iniziale.
- Tetto di casa o terreno libero: chi è molto attento alla salvaguardia dell’ambiente ma non ha materialmente spazio per installare un impianto dedicato, deve virare verso una soluzione consumer.
- Niente smaltimento dell’impianto in caso di danni o sostituzione: è possibile che si verifichi l’esigenza, dopo tanti anni, di smaltire o sostituire i pannelli fotovoltaici. Benché un producer non debba preoccuparsi più di tanto, deve necessariamente disporre di tempo per consentire gli interventi. Un consumer di una Comunità energetica senza fotovoltaico non ha questo disagio.
- Attivazione in tempi ridotti: i tempi per la documentazione necessaria, l’installazione e la manutenzione di un impianto fotovoltaico sebbene rapidi sono vincolati da un iter prestabilito. Un consumer di energia pulita condivisa può ridurre le tempistiche di attivazione e usufruire dei servizi in un tempo nettamente inferiore.
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