I prosumer di energia al centro della transizione ecologica

I prosumer di energia al centro della transizione ecologica

Le comunità energetiche ed i prosumer di energia al centro della transizione ecologica

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Le comunità energetiche, come abbiamo avuto modo di affrontare fra queste pagine, sono di fatto una nuova modalità democratica di partecipazione al mercato dell’energia. Obiettivo di questa nuova modalità è quello di ridurre i consumi e quindi in ultima analisi, i costi dell’energia. Costi che, dato il recente contesto geo-politico non fanno altro che aumentare a vista d’occhio.

Al centro di questa nuova configurazione fa la comparsa un nuovo soggetto: il prosumer di energia (ne parliamo anche qui). Le comunità energetiche infatti si basano sulla produzione e l’auto-consumo di energia da parte con soggetti che si associano fra di loro. Questi soggetti possono essere dei semplici consumatori oppure anche dei prosumer di energia ovvero al tempo stesso produttori e consumatori. L’energia prodotta dagli impianti viene infatti condivisa fra i membri della comunità.

Le comunità energetiche, come approfondiremo tra poco, possono anche comprendere la gestione di parte del sistema energetico, godere di incentivi, sconti in bolletta e contributi del Pnrr per realizzare gli impianti.

Continua a leggere per scoprire di più sulle comunità energetiche e sui prosumer di energia.

Cosa sono le comunità energetiche?

Proviamo a spiegare il concetto di comunità energetica tramite un semplice esempio.

Immaginiamo che alcune famiglie di un piccolo Comune si associno con alcune attività imprenditoriali del territorio e con parte della pubblica amministrazione. L’obiettivo dell’associazione in questione è quello di installare degli impianti fotovoltaici sui tetti dei loro edifici. Trovandosi all’interno dello stesso comune, questi soggetti si troverebbero a condividere la stessa cabina primaria, utilizzando di fatto la stessa porzione di rete “locale” di distribuzione dell’energia. Associandosi fra di loro, questi soggetti, di fatto danno vita ad una comunità energetica. All’interno della comunità è possibile scambiarsi fra di loro l’energia che producono gli impianti fotovoltaici dei soggetti prosumer di energia. In questo modo, i membri della comunità riescono ad ottenere un risparmio non indifferente.

Condividendo l’energia dei prosumer di energia fra tutti i membri della comunità, si attua quello che viene definito come autoconsumo di energia. Ed è evidente come sia possibile auto-consumare questa energia tutte le volte che gli impianti che fanno parte della comunità ne producono abbastanza. Auto-consumare l’energia significa non dover ricorrere a quella distribuita dalla rete elettrica nazionale. Inoltre, questa energia viene distribuita tramite la rete locale, pertanto non sarà caricata degli oneri di distribuzione.

Consumatori e prosumer di energia: tutti i vantaggi delle comunità energetiche

Abbiamo appena accennato ad alcuni vantaggi di cui potrebbero usufruire i membri della comunità, sia per quanto riguarda i soggetti consumatori, sia per quanto riguarda i prosumer di energia. In particolare. i benefici che si possono ottenere dal farne parte sono dei benefici:

  • ambientali, perché si autoproduce energia pulita nel Comune,
  • economici perché non si paga l’energia auto-consumata da case, negozi, fabbriche e scuole quando gli impianti la stanno producendo. Inoltre si ha diritto a una tariffa incentivante per vent’anni (al momento fissata in ben 110 Euro per ogni MWh prodotto) e a ulteriori sconti in bolletta (alcune componenti regolate per un valore stimato in altri 10 Euro circa a MWh).
  • sociali, aggregandosi i membri possono realizzare impianti più grandi e funzionali,
  • rendersi più autonomi rispetto ai grandi fornitori e combattere la povertà energetica.

Precisiamo inoltre che i soggetti che decidono di installare degli impianti fotovoltaici possono comunque accedere a degli strumenti di finanza agevolata. Strumenti che i nostri esperti saranno felici nel consigliarti. Nel PNRR sono infatti previsti fondi dedicati ai finanziamenti a tasso zero per la progettazione e posa in opera degli impianti da parte di operatori del mercato (come le ESCo). Questi soggetti possono anche costruire tali impianti ed “affittarli” alla comunità, ricevendo in cambio un canone.

Chi può partecipare? Chi può diventare un prosumer di energia?

Le comunità energetiche rinnovabili devono essere controllate esclusivamente da persone fisiche, piccole e medie imprese, enti territoriali e autorità locali (es. comuni), gli enti di ricerca e formazione, gli enti religiosi, quelli del terzo settore e di protezione ambientale.

La partecipazione è aperta a tutti i consumatori, compresi quelli appartenenti a famiglie a basso reddito o vulnerabili.

Tuttavia, possono prendere parte alle comunità energetiche, anzi è fondamentale che lo facciano, tutti quei soggetti che affittino il proprio tetto, o che possiedano un impianto fotovoltaico in grado di produrre energia. In altre parole, senza prosumer di energia, non esisterebbero le comunità energetiche, ecco perché sono questi soggetti ad essere veramente al centro del progetto della realizzazione delle C.E.R.

Il ruolo delle C.E.R. nella strategia di decarbonizzazione

Nel 2015, a Parigi, si tenne la famosa conferenza Cop21 a cui presero parte tutti gli stati  della Convenzione sui cambiamenti climatici. In quella occasione si fissarono degli ambiziosi obiettivi di riduzione delle emissioni di anidride carbonica in atmosfera.

L’anno successivo, l’Unione Europea stabilì i propri obiettivi e la strategia di decarbonizzazione nel CEP. Questi obiettivi e strategie sono ancora oggi contenuti in quello che è diventato noto come il Clean Energy for all European Package (CEP), ovvero un vero e proprio pacchetto di misure da attuare. E’ infatti proprio questo pacchetto ad originare misure come la direttiva si chiama RED II oltre a regolare il mercato interno dell’energia europeo (la direttiva si chiama IEM).

In entrambe le direttive le comunità energetiche occupano un ruolo di spicco. Le direttive in questione sono state attuate, anche se ancora in misura parziale anche in Italia, con una serie di norme, alcune già in vigore, alcune ancora da definire, entro metà giugno 2022.

Quali sviluppi si prevedono?

Entro giugno 2022 quindi, le regole per le comunità energetiche dovrebbero essere completate.

Dopo l’approvazione di queste regole è ragionevole supporre che gli operatori di mercato, soprattutto le ESCo, stimoleranno le comunità locali a creare e gestire delle CER. I soggetti che entreranno a far parte delle CER potranno godere dei benefici di cui abbiamo parlato poco prima, oltre a godere di importanti incentivi. Il Pnrr mette a disposizione 2,2 miliardi di Euro, con l’obiettivo di realizzare almeno 2000 MW, alcuni infatti sostengono che se ne possano realizzare molti di più. Sono inoltre previsti dei finanziamenti a tasso zero che potranno coprire anche il 100% dei costi di realizzazione.

Se vuoi più informazioni sulle comunità energetiche compila il modulo che trovi in questa pagina con i tuoi dati ed aspetta la chiamata del nostro operatore.

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